(Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) Le prime rughe che gli segnano il viso sembrano approfondirsi quando, dopo aver esposto il suo progetto, esplicita il confine tra ambizione e realtà.
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Luis Enrique detta la linea: «Sarà calcio d’attacco»
(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) Le prime rughe che gli segnano il viso sembrano approfondirsi quando, dopo aver esposto il suo progetto, esplicita il confine tra ambizione e realtà.
«Si sa che il calcio non ha memoria e tutto dipende dai risultati. Io avrò il credito che meriterò, se poi le cose andranno male qualcun altro prenderà il mio posto e non sarà un problema» . Questa è la (rara) filosofia di Luis Enrique, che parla addirittura di addio nel giorno della sua presentazione. Impressioni? La sua è una scommessa intrigante e delicata, che occorre innanzitutto di una cosa: pazienza.
CAMBIO D'IDENTITA' Un dato per tutti: la scorsa stagione il Barcellona B di «Lucho» ha fatto un solo 0-0 in 42 partite. E ora? «Non si può costruire tutto in un giorno o in un mese spiega —. Mi piace la tranquillità che il presidente ci sta trasmettendo. Noi avremo un cambio di identità vero e proprio ed è bello il connubio tra giocatori di esperienza e giovani che portano freschezza. È necessario che ci diano fiducia, però sono ottimista. Il club mi conosce come un allenatore offensivo, a cui piace attaccare, a cui piace il bel gioco, l’importante è che i tifosi si divertano. Giocheremo per vincere e non avremo atteggiamenti speculativi o difensivi» .
SOMIGLIANZE Inutile dire che l’idea del Barcellona aleggia nell’aria. «Non vengo a portare quel modello, ma qualcosa che Menez verso il Marsiglia, Heinze più vicino. Sandro apre, ma c’è il caso Martinuccio gli assomiglia. Tutto dipende dai giocatori che hai e dalla qualità che hanno. Deciderò col mio staff il sistema che riterremo migliore, ma non è negoziabile l’idea di giocare tenendo la palla, perché quando teniamo la palla noi l’avversario soffre. Guardiola? Sono ancora lontano dai suoi successi, ma il lavoro parlerà per me. Certo, abbiamo bisogno di giocatori di livello, di rinforzi. Per ora non posso dire a che livello arriveremo. Quando avremo la squadra pronta verificheremo le nostre ambizioni» . In difesa Per questo il mercato è in evoluzione. Segnalata l’irritazione di Sabatini per come la piazza ha accolto l’acquisto di Kameni («no alle bocciature preventive» ), il d. s. continua la caccia a due difensori centrali, visto che ha ufficializzato come Burdisso dopo la Coppa America si dovrà operare. È vicino l’ingaggio di Heinze, svincolato dal Marsiglia, anche se si tratta un altro svincolato, Gabi Milito del Barcellona. La Roma, poi, non molla la pista Silvestre e quella Kjaer. Barusso invece domani rescinderà
MENEZ&SANDRO Se dalla Francia danno per vicino l’acquisto di Menez da parte del Marsiglia, il procuratore di Sandro (Tottenham) apre ai giallorossi. «Se andrà via— dice Chignal— Roma è una destinazione gradita. So che i contatti sono stabiliti» . Caso Martinuccio Ma una nube si sta addensando all’orizzonte. Il Palmeiras, infatti, intende portare la Roma davanti alla Fifa per indebita intromissione nella cessione dell’argentino (di passaporto italiano) Alejandro Martinuccio dal Peñarol proprio al Palmeiras. Lo ha detto il presidente del club paulista Arnaldo Tirone, spiegando che i giallorossi avrebbero fatto al giocatore un’offerta economica d'ingaggio superiore e per questo l’agente dell’atleta starebbe spingendo il suo assistito verso l'Italia, nonostante un precontratto già firmato con i brasiliani. La Roma si dice tranquilla, ma è una grana che avrebbe preferito evitare.
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