"(La Repubblica - M. Pinci) - L’accento spagnolo e lo sguardo sereno non ingannino. Anche un rivoluzionario come Luis Enrique, predicatore romantico della “posesión del balón”, dovrà fare i conti con il gol, primo o poi.
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Luìs Enrique ci riprova: “Ma servono altre 10 gare”
(La Repubblica – M. Pinci) – L’accento spagnolo e lo sguardo sereno non ingannino. Anche un rivoluzionario come Luis Enrique, predicatore romantico della “posesión del balón”, dovrà fare i conti con il gol, primo o poi.
"Indispensabile, per provare a restituire alla Roma, già da stasera contro il Siena, una vittoria che le manca addirittura da quattro mesi: il 22 maggio, contro la Samp già retrocessa, l’ultima gioia. Anche per questo, l’allenatore asturiano deve ammettere: «Ci sentiamo in debito nei confronti dei tifosi». Vincere è d’obbligo, però, non solo per placare gli appetiti di una tifoseria che ha comunque scelto di avere ancora pazienza: «Abbiamo bisogno di un successo – la parola del tecnico – sarà un match delicatissimo, ma la squadra ha voglia di vincere e giocherà sempre per fare la partita. Ho visto giocatori che hanno fame». Il punto di Milano, un (piccolo) passo da cui ripartire: «Quel pareggio ci è servito molto per la fiducia, ha consolidato la nostra idea di gioco».
"C’è però da fare i conti con un Siena arrivato a Roma con lo stesso (misero) bottino di un punto, e la pazza idea del sorpasso, confortato da una buona prestazione contro la Juve nonostante la sconfitta di domenica scorsa. Meglio rimandare entusiasmi preventivi, lo spagnolo lo sa: «Non abbiamo iniziato come speravo, ci sono molte cose da affinare, serviranno dieci gare per poter tirare le somme». A preoccupare Luis, soprattutto il ballottaggio per il vice Stekelenburg tra Curci, preferito dal preparatore dei portieri Tancredi, e Lobont, che piace al tecnico. In attacco, invece, spazio ancora a Totti, oggetto anche del colloquio tra Tom DiBenedetto e il sindaco Alemanno in Campidoglio: «Il capitano è un patrimonio della città e va tutelato », la richiesta del primo cittadino. Che poi ha ascoltato le richieste dell’americano per uno stadio della Roma: «Tom vuole un impianto in cui le avversarie abbiano paura di giocare ». Il boss è andato in visita a Tor Vergata e Tor di Valle, due delle aree prese in esame (oltre a La Rustica, Massimina e Guidonia). Le idee sono tante. Solo quelle, per ora.
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