rassegna stampa roma

Luis e la squadra, avanti insieme

(Il Romanista – C.Zucchelli) Un quarto d’ora di discorso dell’allenatore alla squadra. Chiusi nello spogliatoio. Solo Luis Enrique, il suo staff e i giocatori. Senza alcun dirigente. Doveva essere, secondo qualcuno, una sorta di resa dei...

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) Un quarto d’ora di discorso dell’allenatore alla squadra. Chiusi nello spogliatoio. Solo Luis Enrique, il suo staff e i giocatori. Senza alcun dirigente. Doveva essere, secondo qualcuno, una sorta di resa dei conti.

È stato invece un monologo del tecnico per incitare, ancora una volta, la squadra a restare compatta. Con lui e intorno a lui. «Perché - le sue parole - io sono contento del vostro lavoro e vi ribadisco che siamo sulla strada giusta. In dieci contro undici, a Firenze, mi è piaciuto il vostro atteggiamento. Però dobbiamo migliorare in tante cose, soprattutto nell’intensità degli allenamenti». I giocatori (tutti, compreso Burdisso che comunque era a Trigoria per le terapie al ginocchio) hanno ascoltato ma nessuno ha replicato. «E allora - la conclusione del tecnico - tutti in campo per l’allenamento».

E in campo l’umore era buono: i giocatori si sono impegnati, si sono spronati a vicenda, consapevoli dell’importanza e della difficoltà della partita che li aspetta tra sei giorni. Lunedì all’Olimpico, che ultimamente troppo spesso è stato terra di conquista, arriva la Juventus. Serve vincere. Serve, quantomeno, ritrovare convinzione. Con e insieme a Luis Enrique. Come la Roma, già da domenica sera, ha sempre avuto intenzione di fare.

I DIRIGENTI Baldini, Sabatini e Fenucci sono arrivati a Trigoria di prima mattina. Luis Enrique li ha raggiunti intorno alle 10. Prima del confronto con la squadra, il tecnico ha parlato con loro che lunedì, invece, aveva sentito solo telefonicamente. L’allenatore ha ribadito di non aver mai pensato alle dimissioni, ha spiegato che si sente «orgogliosamente» l’allenatore della Roma e che è concentrato sulla partita con la Juventus tanto da aver già visto alcuni video, così come il suo staff, sulla squadra bianconera. I dirigenti, dal canto loro, gli hanno confermato la fiducia (come già fatto peraltro già nel post Fiorentina-Roma) ma gli hanno anche consigliato di smussare alcuni spigoli caratteriali, in particolare quelli nel rapporto con i giocatori. Va bene - anzi benissimo - che Luis Enrique pretenda il rispetto delle regole e che mandi in campo i giocatori più meritevoli, però non tutti i calciatori devono essere trattati nello stesso modo. Ci vuole tatto, ci vuole anche e soprattutto esperienza. E Luis Enrique, al momento, ancora non ne ha. La sta facendo e i dirigenti sono intenzionati a seguirlo sempre più da vicino, pur lasciandogli ampia autonomia nelle decisioni tecniche. In questo senso, la presenza di uno come De La Pena o Angelo Peruzzi sarebbe stata importante come raccordo tra sfera tecnica e società, ma «si può fare quadrato anche così. Anzi, è quello che succederà», è la convinzione a Trigoria.

LA SQUADRA Quadrato è quello che i calciatori intendono fare intorno all’allenatore. Nessuno gli "gioca contro" tanto per utilizzare un’espressione sembra andare tanto di moda. Però, e questo non si può negare, Luis Enrique dovrà fare ancora di più per cementare il gruppo intorno a lui. Dovrà, ad esempio, spiegare le sue scelte con maggiore chiarezza ai giocatori. Gran parte della squadra, ad esempio, non ha gradito e non gradisce gli allenamenti alle 14 soprattutto per una questione alimentare visto che così i giocatori sono costretti a mangiare intorno a mezzogiorno. Inoltre a molti non piace il fatto che la Roma non abbia una formazione base: è vero - e i numeri lo dimostrano - che Luis Enrique spesso, tra infortuni e squalifiche, non ha potuto schierare per due volte di fila la stessa squadra, ma è vero anche che alcune scelte risultano alla squadra poco comprensibili: giocatori che passano all’improvviso dal campo alla panchina, ruoli cambiati continuamente e non convocazione di giocatori che invece potrebbero fare comodo alla squadra, sono queste le cose che vengono imputate al tecnico che, pure, ha bisogno ancora di tempo per adattarsi a una realtà completamente diversa da quella spagnola. Luis Enrique ha comunque apprezzato l’atteggiamento dei giocatori ed è convinto di essere sulla strada giusta: «Se ne esce - la sintesi del suo pensiero ai dirigenti - soltanto col lavoro». I giocatori, dopo l’allenamento, sono tornati a casa e in serata alcuni di loro, come Totti (con la moglie Ilary), De Rossi, Pjanic, Juan e Bojan sono andati all’inaugurazione della gioielleria Brusco ai Parioli. Il Capitano non ha rilasciato dichiarazioni ma il suo «Forza Roma» basta e avanza.

IL FUTURO Il futuro è adesso, oggi. Oggi con l’allenamento, domani con la visione dei video e lunedì con la partita contro la Juve. Luis Enrique la preparerà nel solito modo, DiBenedetto sarà allo stadio (la sua partenza per gli Usa è prevista per la fine della prossima settimana), Baldini e Sabatini saranno a stretto contatto con la squadra. Come e più di sempre. Ieri non erano presenti al colloquio staff-giocatori perché hanno ritenuto opportuno far sì che il chiarimento rimanesse una cosa all’interno del gruppo, ma questo non significa che non assisteranno Luis Enrique in tutto e per tutto. Anzi, continueranno a parlare con i giocatori in modo sempre più stretto per verificare il loro stato d’animo (ieri, ad esempio, Sabatini ha parlato a lungo nel suo ufficio con Totti) e per far sì che malumori, veri o presunti, restino all’interno di Trigoria. Non solo adesso. Non solo alla vigilia di altre due partite di fuoco, come quelle contro Juventus e Napoli, ma sempre.