rassegna stampa roma

«Udine a rischio». Ma perché?

(Il Romanista – D.Galli) – Alla fine la montagna ha partorito il topolino. A seguito delle ripetute richieste di MyRoma, l’azionariato popolare giallorosso, la Prefettura di Udine ha tirato fuori un comunicato stampa.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) - Alla fine la montagna ha partorito il topolino. A seguito delle ripetute richieste di MyRoma, l’azionariato popolare giallorosso, la Prefettura di Udine ha tirato fuori un comunicato stampa.

È sulla home page del loro sito. Peccato che non dica nulla. Che non spieghi perché per Udinese-Roma è stata vietata la vendita dei biglietti ai residenti nella Regione Lazio. Nel provvedimento ci si limita a prendere atto delle indicazioni del Viminale. «Viste - si legge - le determinazioni n. 12/2011 del 30 marzo 2011 e n. 15/2011 del 31 marzo 2011, con le quali l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e il Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive hanno ritenuto che la partita in premessa presenti particolari profili di rischio, invitando il Prefetto di Udine a valutare l’adozione della seguente prescrizione». Tutto qui. Non c’è traccia di chissà quali pericolosi precedenti tra la curva romanista e quella udinese. E non c’è traccia perché evidentemente non c’è memoria. O forse non c’è traccia perché questi precedenti, se esistono, non sono affatto recenti. Kafkiano. Oggi, per una partita che presenta, parole della Prefettura, «profili di rischio», saranno presenti nel settore ospiti del "Friuli" più o meno cento romanisti. Che però sono i titolari della tessera del tifoso. Sono i “buoni” per definizione, sono quelli che dietro alla lavagna non ci finiscono mai. Il paradosso è che in un altro settore, la Curva Sud del "Friuli", siederanno degli altri romanisti. Quelli che non hanno la tessera del tifoso, ma che per loro fortuna non vivono nel Lazio e dunque hanno potuto comprare i biglietti. Peccato, però, che non essendo ticket del settore ospiti, questi romanisti “cattivi” dovranno accontentarsi di condividere la Curva con gli udinesi. Ricapitolando. I romanisti “buoni”, quelli che non creano problemi, finiranno in un luogo dove non possono oggettivamente entrare in contatto con gli udinesi. Mentre i romanisti “cattivi”, quelli che secondo il Viminale potrebbero creare problemi - parliamo di qualche centinaio di persone - saranno sistemati in un settore misto. Non è solo un problema romano e romanista. Prendete Napoli-Udinese di domenica prossima. Stessa strategia, stesso provvedimento. I biglietti del San Paolo? Se vivono in Friuli, possono scordarseli. L’alternativa per chi segue l’Udinese fuori dal Friuli c’è, ma è pericolosa. Nulla vieta loro di poter acquistare i biglietti degli altri settori. Contro questo stato di cose, che assomiglia tanto a uno stato di polizia, c’è chi dice no. Per esempio MyRoma. L’azionariato romanista ha chiesto «di conoscere dalle autorità competenti quali siano le ragioni che hanno portato a ritenere Udinese-Roma "ad altissimo rischio" quando, storicamente, la stessa non ha mai registrato disordini tra le tifoserie». Una risposta, in realtà, se la dà proprio MyRoma nella seconda parte del comunicato stampa: «Pur comprendendo, infatti, la volontà istituzionale di implementare le sottoscrizioni della "tessera del tifoso", si ritiene che ciò non possa rendere "ad altissimo rischio" ciò che storicamente non lo è, impedendo di fatto la partecipazione all’evento dei numerosi tifosi giallorossi che non hanno inteso aderire al citato programma, e di fatto criminalizzando la stessa tifoseria romanista che per ben 11 volte su 15 partite ha visto impedito il proprio supporto in trasferta, quando nella stagione 2009/10 i divieti furono 5 su 17 e nonostante la stessa tifoseria si fosse ben comportata per l’intera stagione». Ecco, allora una ragione c’è. Il Ministero dell’Interno continua a promuovere la sottoscrizione della tessera del tifoso. Invece di farlo però attraverso iniziative di marketing, sceglie la strada della repressione. Non è detto che la strategia funzioni. Anzi. Il 14 novembre di due anni fa, sfilò per il centro di Roma un corteo composto da migliaia di ultras. Venivano da tutta Italia, rappresentavano centinaia di curve. «Se i ragazzi sono uniti, non saranno mai sconfitti», scrivevano in uno striscione. Il messaggio era chiaro. Oggi, i romanisti saranno lo stesso al "Friuli". In Curva, assieme agli udinesi.