(Il Messaggero-M.Ferretti) Luis Enrique, un po’ per scelta, un po’ (tanto) per necessità, da un paio di giorni ha (ri)portato Fabio Simplicio nel gruppo dei titolari. Un segnale chiarissimo:
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Lucho Gonzalez l'uomo di Lucho
(Il Messaggero-M.Ferretti) Luis Enrique, un po’ per scelta, un po’ (tanto) per necessità, da un paio di giorni ha (ri)portato Fabio Simplicio nel gruppo dei titolari. Un segnale chiarissimo:
la Roma a centrocampo ha bisogno di (altri) giocatori. E, in attesa che Walter Sabatini riesca a completare l’organico, dentro il brasiliano; perchè, se non altro, anche lui possa conoscere e imparare i nuovi schemi di gioco. Non si sa mai.
A Luis Enrique, detto Lucho, sono bastate due settimane e mezzo di lavoro e tre, quattro partitelle per capire che la sua Roma a centrocampo così com’è non va. Tre uomini, un centrale e due mediani in grado di trasformarsi anche in mezzali: ecco il suo disegno tecnico/tattico. Gli addestramenti e i test effettuati finora hanno evidenziato, confermandolo, un dato: De Rossi è e sarà il perno centrale del centrocampo, piazzato davanti alla difesa. Una sistemazione che sembra ritagliata su misura per le caratteristiche di DDR: sarà lui a far partire il gioco offensivo, sarà lui a dettare i tempi della manovra, sarà lui a proteggere la linea di difesa. Ai fianchi di De Rossi sono stati provati quasi tutti i centrocampisti a disposizione di Luis Enrique, ma la risposte non hanno accontentato fino in fondo il tecnico astoriano. I due mediani/mezzali devono saper dare del tu al pallone, cioè avere un grossa proprietà di palleggio, oltre a possedere importanti qualità dinamiche: Pizarro è un professore, ma se gioca decentrato a sinistra non rende come renderebbe al centro; Perrotta è specialista in corse e rincorse, ma la tecnica individuale non è ma stata il suo pezzo forte; stesso discorso per Brighi; Greco ha un buon piede, ma dà il meglio quando può giocare centralmente. Chi complessivamente ha convinto maggiormente Luis Enrique è stato Viviani, il più piccolo di tutti, che - per mille motivi - non potrà partire titolare.
E allora? Allora servono centrocampisti. Punto e basta. Da tempo, la Roma ha messo gli occhi addosso a Luis Oscar Gonzalez, detto Lucho, argentino del Marsiglia, 30 anni compiuti a gennaio. È extracomunitario, ma la cosa preoccupa fino a un certo punto la Roma che eventualmente può giocarsi la carta Barusso o Fabio Simplicio per poterlo tesserare. Il problema vero è rappresentato dalla richiesta dell’Olympique, almeno 8 milioni di euro. «Lucho come Heinze», scriveva ieri online L’Equipe: il Marsiglia ha ricevuto un’offerta di 6 milioni per Lucho Gonzalez da parte del Malaga, ma il club francese l’ha rifiutata perché spera di ottenere di più. Tullio Tinti, rappresentante per l’Italia dell’argentino, è stato chiarissimo. «Stiamo trattando con la Roma e per il momento tutto procede bene. La Roma, però, non è l’unica squadra italiana con cui stiamo trattando», le sue parole.
Nella lista di Sabatini, inoltre, c’è da tempo il nome di Fernando, 23 anni, stella del centrocampo del Porto. Anche lui ha lo status di extracomunitario. E costa più di Lucho Gonzalez. Ma sulla sua validità non ci sono dubbi: è un rubapalloni (il polpo, il suo soprannome) con alta tecnica che può giocare indifferentemente sia da centrale che da mediano. Occhio anche a Fredy Guarin, 25 anni, interno colombiano sempre del Porto («Lo vuole un club italiano», ha detto il suo agente). Dal Brasile c’è chi continua ad affiancare il nome del talentuoso Casemiro alla Roma, ma il gioiello del San Paolo sembra sulla strada di Milano. Ieri radiomercato ha lanciato il nome di un altro possibile acquisto: Christian Gentner, 25 anni, centrocampista dello Stoccarda. Gentner, cinque gol nell’ultima stagione, ha il contratto in scadenza nel 2013 e la Roma, secondo le ultime indiscrezioni provenienti dalla Germania, potrebbe offrire fino a 10 milioni. Tanti, anzi troppi per un giocatore che in pochi nella Capitale fino a ieri conoscevano
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