rassegna stampa roma

Lucho ai giocatori: «Siate liberi di esprimervi al top»

(Corriere della Sera – G.Piacentini) Ha dormito poco, Luis Enrique, dopo il pareggio contro il Siena, che per molti è suonato come una sconfitta. Ieri mattina il tecnico spagnolo è arrivato a Trigoria molto presto — l’allenamento...

Redazione

(Corriere della Sera - G.Piacentini) Ha dormito poco, Luis Enrique, dopo il pareggio contro il Siena, che per molti è suonato come una sconfitta. Ieri mattina il tecnico spagnolo è arrivato a Trigoria molto presto — l'allenamento inizialmente previsto per il pomeriggio è stato anticipato alla mattina — e sul volto aveva i segni di una notte da dimenticare.

A toglierli il sonno è stata la prestazione di giovedì sera, un passo indietro notevole rispetto alla gara contro l'Inter, e non la paura di perdere la panchina. In quel senso ampie assicurazioni gli erano arrivate subito dopo la partita.

Prima una telefonata da Londra da Franco Baldini — in molti ieri hanno invocato un suo arrivo anticipato ma lui sarà a Roma solo dopo che l'Inghilterra avrà conquistato la qualificazione agli Europei e all'Olimpico si vedrà il 16 ottobre, giorno del derby — poi un colloquio privato con Walter Sabatini. I due «direttori», che hanno parlato anche tra di loro, gli hanno confermato piena fiducia da parte della società, ancora convinta di aver fatto la scelta giusta affidandogli la conduzione tecnica della Roma, ma lo hanno anche invitato ad una maggiore elasticità tattica.

Va bene il 4-3-3 — forse sarebbe il caso di cominciare a chiamarlo 4-3-1-2 — ma non vanno perse di vista le caratteristiche dei singoli. Logico che il pensiero vada immediatamente a Francesco Totti.

Giovedì sera tutto l'Olimpico, Luis Enrique in testa, lo ha applaudito dopo un intervento difensivo arrivato al termine di una lunga rincorsa, ma è evidente che non si può chiedere a un giocatore di 35 anni (262 gol con la Roma, 207 in campionato) di fare il lavoro di Gattuso. Luis Enrique dopo la sostituzione contro lo Slovan Bratislava (entrò al suo posto Okaka) non lo ha più tolto dal campo e ha invitato tutti i calciatori a prendere esempio da lui. Se è apprezzabile che in pochi giorni da «problema» sia diventato un modello da seguire, il suo sacrificio tattico è uno dei motivi per cui la Roma fa così fatica a segnare. Si ripartirà comunque da Totti e da De Rossi, che dovranno trascinare la squadra. Lo ha detto Luis Enrique dopo il Siena, lo ribadirà Sabatini ad entrambi nei prossimi giorni. Ieri il tecnico ha parlato con la squadra. Un discorso che ha fatto leva sull'unità del gruppo, che è compatto e dalla sua parte: «Dovete sentirvi liberi in mezzo al campo di esprimervi al meglio, perché sono io il primo responsabile. Bisogna reagire tutti quanti insieme perché siamo sulla buona strada». Lo pensa anche Thomas DiBenedetto, che ha parlato ieri sera nella residenza dell'ambasciatore giapponese, per l'iniziativa che ha portato a Roma formazione giovanile del Vegalta Sendai, una delle città maggiormente colpite dallo tsunami: «Ho piena fiducia nell'allenatore, nei dirgenti e nella squadra. Tutti stanno facendo un lavoro incredibile e penso che i risultati arriveranno presto. Capisco il dispiacere dei tifosi ma stiamo lavorando per trovare un nuovo stile di gioco»