(Il Romanista - D.Giannini) - Meno due giorni alle luci di San Siro. Meno due alla partita nella quale la Roma può confermare che quell’applauso dell’Olimpico aveva un motivo. Che la strada è quella giusta e che ora possono cominciare ad arrivare i risultati.
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Lucho a San Siro, ecco come
(Il Romanista – D.Giannini) – Meno due giorni alle luci di San Siro. Meno due alla partita nella quale la Roma può confermare che quell’applauso dell’Olimpico aveva un motivo. Che la strada è quella giusta e che ora possono...
Farlo contro l’Inter, per quanto i nerazzurri possano essere in difficoltà e alla ricerca di un modulo che metta d’accordo Gasperini, Moratti e i giocatori, è sempre complicato. Anche perché, grazie all’arbitro Gava, mancherà il giocatore al quale ci sono meno alternative: Josè Angel. Per il resto Luis Enrique avrà una infinità di possibilità tra le quali scegliere. Che potrebbe essere un problema. Se non fosse che il tecnico asturiano ha la possibilità di poggiare le sue decisioni su tre certezze: quella di una società che lo sostiene totalmente e che continuerà a farlo anche di fronte ad ulteriori, possibili, passi falsi (lo stesso non potrà dire sabato sera il suo collega seduto a pochi metri di distanza), e quella di una squadra che è unita attorno a lui e alla sua idea innovativa di gioco. Il terzo punto fermo è quello del modulo. Marchio di fabbrica delle sue squadre, quello immaginato e voluto dalla dirigenza giallorossa per la nuova Roma. Una Roma nata per pensare offensivo, per creare gioco. E allora anche a San Siro si ripartirà da lì, dal 4- 3-3, da due esterni di difesa che possono, anzi devono, scendere sulla fascia, da un centrocampista centrale che all’occorrenza arretra fino a fare il terzo centrale e gli altri due a macinare gioco, dagli esterni di attacco che convergono verso il centro. Restano da scoprire gli interpreti di questo modulo. Uno di sicuro cambierà, per squalifica, ma potrebbe non essere l’unico. Per dare spazio a chi in settimana ha dimostrato di avere in questo momento qualcosa in più.
LA DIFESA E allora si parte da lì, dalla difesa. Dal settore dove un cambio rispetto al Cagliari sarà obbligato. Dal momento della espulsione di Josè Angel (che ieri un po’ per esorcizzare quel cartellino rosso ha pubblicato su facebook una sua foto di domenica mentre abbandona il campo a testa bassa) è partito il toto fascia sinistra. Perché l’ex giocatore dello Sporting Gijon ha di fatto sempre giocato. Chi sarà il suo sostituto? Il maggiore indiziato è Rodrigo Taddei. Sarebbe una sorpresa, ma solo fino a un certo punto. Perché, per tutta la durata del ritiro di Riscone, Luis Enrique ha provato il brasiliano proprio in quella posizione. Che non sarà la sua naturale, ma alla quale sembra essersi adattato pouttosto bene. Difficile, invece, che venga scelto Marco Cassetti che, al limite (e lo vedremo più avanti), potrebbe essere schierato sul lato opposto. L’unica vera alternartiva a Taddei è dunque Gabriel Heinze. Uno che in carriera lì ci ha giocato parecchio, ma che il tecnico vede meglio da centrale, come confermato dal match di domenica scorsa. Dubbi anche a destra, dove Rosi non ha demeritato ma dove potrebbe tornare prepotentemente Cicinho, ovvero quello che fino all’infortunio contro lo Slovan sembrava essere il titolare di quella fascia. E poi c’è Cassetti, ormai diventato un vero jolly difensivo, che ha costruito la sua carriera proprio spingendo sulla destra ma che da Riscone in poi sembra essere diventato più un centrale. Zona dove però c’è grande abbondanza. Anche dopo l’ennesimo stop di Juan, che ieri ha interrotto l’allenamento per un problema muscolare. Nel mezzo a Milano ci sarà, a meno di cataclismi, Nicolas Burdisso, l’ex di turno e l’ormai riconosciuto leader della difesa. E l’altra maglia? Cassetti proverà a contenderla a Simon Kjaer, che ha una settimana in più nel gruppo e che potrebbe essere quindi gettato nella mischia.
IL CENTROCAMPO Dalla difesa al centrocampo, dove sono in sei a contendersi tre maglie, anzi due perché quella di De Rossi è praticamente certa. Non farà parte della lotta Leandro Greco, ancora sulla via del recupero da un infortunio. Ma ci saranno, oltre a Danielino, Pjanic, Gago, Pizarro, Simplicio e Perrotta. Con il bosniaco e l’argentino apparentemente favoriti anche in virtù delle buone prestazioni (soprattutto Pjanic) all’esordio in campionato. Ma nelle ultime sedute si è fatta prepotentemente avanti la candidatura di David Pizarro. Il cileno in allenamenento è apparso in grande spolvero e la terza maglia a centrocampo potrebbe essere proprio la sua, magari al posto di Gago.
L’ATTACCO Dulcis in fundo: le punte. Qui Luis Enrique dovrà fare delle scelte dolorose. Chiunque rimarrà fuori, sarà in ogni caso un escluso illustre. Perché, per fortuna della Roma, Walter Sabatini ha allestito un attacco fortissimo. Al centro del quale è quasi certa la presenza di Francesco Totti che, dopo il polverone mediatico delle scorse settimane, è di fatto una delle certezze di questa squadra. Francesco anche al debutto stagionale in campionato ha fatto bene. Un po’ meno Osvaldo e Bojan, ovvero i due che sono partiti ai suoi fianchi. E che al Meazza potrebbero iniziare dalla panchina. Per far posto a Borriello e Borini, ovvero il (possibile) titolare che non ti aspetti. Almeno non subito. Perché le qualità del nazionale under 21 erano conosciute, ma si pensava che ci avrebbe messo un po’ di più ad ambientarsi nella nuova realtà. E invece aldilà del gol annullato (era passato un niente dal suo ingresso) contro il Cagliari si è mosso davvero bene e le sue caratterisitche sembrano sposarsi alle perfezione con il gioco richiesto da Luis Enrique. Non è quindi da escludere che il ragazzo ex Chelsea possa essere nell’undici di partenza di sabato sera. E poi c’è un certo Erik Lamela, che ha rimesso a posto la caviglia e che non vede l’ora di giocare. Il baby prodigio argentino è una possible alternativa, una delle tantissime a disposizione di Luis Enrique. Che avrà il suo bel da fare per scegliere al meglio. Un compito piacevolmente complicato. Un compito che diventa meno gravoso se, come nel caso di Luis Enrique, si può poggiare su delle certezze.
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