rassegna stampa roma

«Totti? Se serve, lo convoco»

(Il Romanista – D.Galli) «Se sono all’ultima partita e mi servono i tre punti, convoco Totti e Del Piero». Prandelli lo dice tra il serio e il faceto. Ma forse più sul serio che sul faceto. Il ct è rilassato, ha voglia di rispondere ai...

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(Il Romanista - D.Galli)«Se sono all’ultima partita e mi servono i tre punti, convoco Totti e Del Piero». Prandelli lo dice tra il serio e il faceto. Ma forse più sul serio che sul faceto. Il ct è rilassato, ha voglia di rispondere ai giornalisti su un tema che è un mezzo tabù: Totti in azzurro, e pure Del Piero.

«Visto che è un giochino, giochiamo. Se sono all’ultima partita di qualificazione all’Europeo e mi servono tre punti, li convoco». Entrambi. Prandelli lo definisce «un giochino». Ma qual è lo spunto? Semplice. I giornalisti in conferenza stampa gli chiedono seavrebbe tenuto fuori De Rossi e Balotelli anche nell’ipotesi in cui, venerdì con la Slovenia, l’Italia avesse dovuto giocarsi la qualificazione agli Europei. Il ct sta al «giochino» e risponde di sì. Per un motivo. «Perché Totti e Del Piero sono degli esempi per i giovani, i ragazzi devono imparare da loro a farsi largo con personalità». Sono un modello, ma lo scheletro della Nazionale deve necessariamente - è il Prandelli pensiero - essere costituito dalla mejo gioventù. «Noi oggi stiamo costruendo un futuro», spiega il tecnico azzurro, «per questo devo puntare su certi giocatori che diano una prospettiva. Ma il giochino che ho fatto mi piace. Se devo andare all’Europeo, giocatori come Di Natale, Di Vaio, Totti o Del Piero li chiamerei». Ricapitolando. Seriamente, Prandelli non convocherà adesso quei campioni che non hanno alcuna intenzione di abdicare. Ma se servisse, il ct si riprenderebbe a bordo "gente" come Di Natale, Di Vaio, Totti o Del Piero. Guardando a casa nostra, non è la prima volta che Prandelli dispensa elogi per il Capitano. Lo scorso 28 settembre,per esempio, disse di Francesco: «Noi cerchiamo la qualità. Totti ha dimostrato nel corso degli anni di avere qualità tecniche e grande personalità». Si parlava di far giocare una partita insieme a due ex compagni di squadra. A due calciatori che una volta erano pure amici. A Totti e Cassano. «L’idea di vederli insieme - spiegò Prandelli -era legata ad un desiderio particolare. Si stava parlando di amicizia e del rapporto tra i due giocatori. Ho detto che sarebbe bello che due amici si potessero ritrovare su un campo da calcio». Sono trascorsi sei mesi e qualcosa da allora è cambiato. A settembre, Totti in Nazionale era solo uno spot, una specie di omaggio che Prandelli avrebbe concesso a Cassano. Totò aveva espressamente chiesto di tornare a prendere a calci un pallone assieme all’ex amico e il ct non gli aveva detto di no. E per un’amichevole, al massimo. Adesso la situazione è diversa. Totti è sulla cresta dell’onda, vive un momento di forma eccezionale, sta trascinando la Roma, vince i derby (nessuno s’offenda a Trigoria) quasi da solo, prende di mira il supereroe Roberto Baggio, scrive pagine di storia. È amato e stimato, mentre a settembre al limite era solo amato, e mica da tutti. Chissà, allora. Se Prandelli dovesse chiedergli di tornare, magari Francesco potrebbe dirgli di sì. A patto di non essere troppo impegnato a far salire metà Roma sul proprio carro. Quello del vincitore.«Ma per quello non c’è problema», ha assicurato Totti, «tanto lo porto io». Sei grande pure in questo, Francesco.