rassegna stampa roma

«Totti il più grande degli ultimi 50 anni»

(Corriere dello Sport – M.Licordari) – T-shirt e bermu­da, lo sguardo fisso sul cam­po, un accenno di sorriso quando il figlio tocca la palla.

Redazione

(Corriere dello Sport - M.Licordari) - T-shirt e bermu­da, lo sguardo fisso sul cam­po, un accenno di sorriso quando il figlio tocca la palla.

Nascosto in un angolo del dia­mante di Messina, il campo da baseball di contrada Conca D’Oro, Thomas DiBenedetto si mescola alla gente che assi­ste alla gara di coppa tra i si­ciliani e Reggio Emilia, la squadra in cui gioca suo figlio Thomas junior, maglia numero 44. Il futuro presidente del­la Roma parla al telefono e ri­sponde alle (po­che) domande della gente che gli sta intorno. Dalla Sicilia viene la famiglia di sua moglie, lui non c’era mai stato. E’ venuto solo per seguire il figlio e capire me­glio come va il baseball, qui da noi. E’ uno sport che ama, attraverso il Fenway Sports Group ha una quota dei Red Sox di Boston. Risponde vo­lentieri alle domande, senza mai distogliere lo sguardo dal campo. Pesa con grande at­tenzione le parole, chiama in causa un interprete quando ha il dubbio che qualcosa non sia del tutto chiaro. Aggira le domande quando non vuole rispondere, ma una parola la spende sempre. Ci tiene a non essere frainteso.

Presidente, cosa l’ha colpita di più in questi primi giorni a Roma?

«La passione della gente. In­credibile. Sapevo che avrei trovato molto calore, ma non mi aspettavo fosse così. C’è grande affetto. E’ molto bello».

C’è anche un po’ di delusione per la prima uscita stagiona­le, però?

«Ogni squadra ha bisogno di tempo, lo svi­luppo e la cre­scita di un gruppo non è mai facile da portare avanti. E comunque una partita è troppo poco».

Lunedi sarà a Trigoria per prendere possesso della sua nuova “casa”. Parlerà con la squadra?

«Ho già parlato con i ragazzi prima della partita di Brati­slava, lo farò in futuro se sarà necessario ma credo che non sia questo il mio compito. Ho grande fiducia negli uomini che abbiamo scelto, da Saba­tini a Luis Enrique. Tocca a loro parlare con i giocatori. E’ il loro compito. Io ho altri compiti».

Cioè, lei metterà soltanto i soldi e lascerà a loro tutte le decisioni?

«Il nostro dovere è quello di stabilire un budget, metterlo a disposizione dello staff so­cietario. Il loro compito è quello di scegliere i migliori giocatori possibili in funzione di questo budget e di quello che offre il mercato».

Avete già fissato la cifra che investirete?

«Sì».

Sposta lo sguardo, sorri­de, torna a osservare il cam­po in silenzio. Può dircela?

« No » .

Certo, i tifosi un colpo di mercato se lo aspettano...

« Purtroppo ci sono regole precise che li­mitano le spese, gli investi­menti e gli aumenti di capita­le. Dobbiamo muoverci entro i limiti che sono imposti. Que­sto incide inevitabilmente sulla campagna di rafforza­mento. Ma sono sicuro che fa­remo tutto quel che potremo fare».

La sconfitta con lo Slovan, però, ha fatto scattare un campanello d’allarme. Forse a questa Roma manca più di qualcosa.

«Stiamo portando avanti alcu­ne trattative, seguiamo diver­si giocatori. Ma le nostre scel­te non possono certo dipende­re da una sola partita. Sono valutazioni molto più genera­li ».

Intanto ci si aggrappa ai campioni che ci sono già. Si incontrerà da solo con Totti per chiedergli dei suggeri­menti?

« Totti è un giocatore straor­dinario, credo sia uno dei più grandi, forse il più grande de­gli ultimi 50 anni. Lui è già nella storia della Roma, ed è un altro esempio di quella passione di cui parlavo. Per noi è un elemento fondamentale, speriamo conti­nui a esserlo an­cora per tanti anni. Ci serve, e ci serve prima di tutto in cam­po » .

E’ soddisfatto di ciò che la squadra ha fatto sin qui?

« I ragazzi stanno lavorando duro, è una cosa che merita di essere sottolineata. Non posso che esserne contento. Ed è la cosa importante in questo momento».

In generale, da questa stagio­ne, cosa si aspetta dalla sua Roma?

«Mi aspetto che i giocatori si impegnino fino in fondo, che diano tutto, sempre. Mi aspet­to che ogni settimana vada meglio di quella precedente».