(Corriere della Sera - L.Valdiserri) Francesco Totti saprà se giocherà o se andrà in panchina solo 90' prima della partita.
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«Totti? È come gli altri» Luis Enrique gela il capitano
(Corriere della Sera – L.Valdiserri) Francesco Totti saprà se giocherà o se andrà in panchina solo 90′ prima della partita.
Come tutti gli altri giocatori della Roma. Nessun trattamento preferenziale. Lui come Valerio Verre, promettentissimo minorenne della Primavera. È giusto così o ci dovrebbe essere differenza con chi ha giocato 611 partite e segnato 262 gol con la stessa maglia?
È il nuovo gioco di società che sta spaccando in due la Capitale. L'impressione è che, qualunque sia il risultato di questa sera, la Roma abbia già perso almeno un pezzo della sua partita. Nessuno, nemmeno il pessimista più cronico, poteva immaginare che la prima gara stagionale all'Olimpico potesse essere già così esplosiva. C'è da rimontare lo 0-1 dell'andata contro lo Slovan Bratislava (ore 20.45, Premium Calcio 3), per non essere eliminati dal preliminare dell'Europa League, ma c'è soprattutto da affrontare una situazione oltre il livello di guardia.
Escluso all'andata, Totti non è sicuro del posto nemmeno al ritorno. Luis Enrique non ha fatto il minimo passo indietro: «Questa settimana, ma anche la prossima e quella dopo ancora, sceglierò sempre gli undici giocatori che considero più preparati. Come decido chi sono? Basta guardare come si allenano. Questo è il mio modo di lavorare e non lo cambierò. Non sono preoccupato e non mi faccio condizionare dalle voci che circolano, non leggo i giornali. La formazione la sapranno per primi i miei giocatori, nella riunione tecnica. Se poi qualcuno vuole telefonare a un giornalista e dire che può giocare questo o giocare quello, libero di farlo. Io, che ho giocato nel Real Madrid e nel Barcellona, non l'ho mai fatto».
E chi vuole leggerci un'accusa indiretta al potere, anche mediatico, che Francesco Totti ha sulla piazza può farlo pure. Luis Enrique è stato scelto per dare «discontinuità» alla Roma: la definizione è del d.s. Walter Sabatini e, giorno dopo giorno, descrive sempre meglio la situazione. Totti è la punta dell'iceberg, quella visibile, ma sotto il pelo dell'acqua ci sono parecchi elementi scontenti, soprattutto della vecchia guardia: da Borriello a Pizarro, da Taddei a (in parte) Perrotta. Il rovescio della medaglia è il lancio anche in prima squadra, senza alcuna paura, di giovani come Verre, Viviani, Caprari, Antei. Quel che sembra mancare — ma se è una mancanza voluta lo sapremo presto — è quel pizzico di compromesso che non manca mai nel calcio italiano. Luis Enrique dice di avere la formazione in testa al 90%.
In attacco è sicuro Bojan, probabile Okaka e, con le leggi che valgono a Roma da quindici anni, dovrebbe essere certo anche Totti. Ma così non è più e, in settimana, nel ruolo di centravanti arretrato è stato provato anche Verre. Descrivere l'umore di Totti con parole ufficiali è impossibile, ma leggere l'espressione del suo volto è facile. E non gli avrà migliorato l'umore sentire Luis Enrique dire: «Una squadra non è composta da un solo giocatore, ma è un gruppo formato da tante individualità. Ogni persona va trattata in modo diverso, lo faccio da padre con i miei tre figli, ma in famiglia e sul lavoro ci sono delle leggi di comportamento uguali per tutti. I giocatori hanno un solo obbligo: allenarsi e fare una vita da professionista». Concetti condivisibili, ma ripeterli ogni volta che si parla di Totti fa fischiare le orecchie. Stasera a guardare la partita ci sarà anche il nuovo acquisto Osvaldo, mentre le voci di mercato passano ora per Montolivo, Veloso e/o Palacio, in uno scambio con Borriello al Genoa. Debutta una bella iniziativa: il settore Distinti Nord solo per famiglie, con prezzi popolarissimi. In futuro sarà aumentata anche l'offerta «ludica» per riportare allo stadio mamme, papà e pupi. Sarebbe stato bello parlarne di più, ma la Roma è (quasi sempre) Totti. E sarà difficile detottizzarla.
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