(Corriere dello Sport - R.Maida) - L’italiano migliora, a piccoli passi, seguendo proporzionalmente la crescita della sua Roma. «E’ merito di Claudio» scherza Luis Enrique, indicando con la penna l’interprete che lo accompagna in tutte le conferenze stampa, con tanto di divisa sociale.
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«Squadra e tifosi insieme si vince»
(Corriere dello Sport – R.Maida) – L’italiano migliora, a piccoli passi, seguendo proporzionalmente la crescita della sua Roma. «E’ merito di Claudio» scherza Luis Enrique, indicando con la penna l’interprete che lo...
Ormai però ha preso coraggio, nel comunicare, e ricorre alla lingua spagnola solo in caso di difficoltà estrema. Luis Enrique spera che anche la squadra abbia raggiunto un grado di autostima accettabile dopo la vittoria di Parma. Serve continuità di risultati e serve soprattutto il primo sorriso all’Olimpico davanti a Thomas DiBenedetto, che vuole celebrare degnamente il debutto da presidente della Roma. «Non sarà facile perché l’Atalanta ha fatto più punti di tutti finora spiega Luis -E’ una partita che mi preoccupa. Però noi stiamo lavorando bene e abbiamo voglia di creare una simbiosi coi nostri tifosi. Non siamo riusciti nelle prime settimane a conquistare la gente, vogliamo riprovarci. Ai tifosi, che ci sono stati fedeli al cento per cento, chiedo un ulteriore sforzo: appoggiaredi più i calciatori. Noi cercheremo in ogni modo di farli tornare a casa soddisfatti». Josè Angel, sul suo profilo Twitter, è stato ancora più chiaro:« Domani tutti all’Olimpico. Forza Roma!». Ancora a caccia di conferme:«Se posso firmare per vincere uno a zero come a Parma, lo faccio(e agita la solita penna, ndr).Non stiamo segnando molto ma sono sicuro che i gol arriveranno, risolveremo anche questo problema ».
SVOLTA? -La domenica di Parma è stata speciale anche perché ha svelato qualcosa di diverso nelle mosse di Luis Enrique: più velocità, più cross, più cambi di gioco. Lui sorride:«E’ il mio mestiere cercare le soluzioni per migliorare il rendimento della squadra. Si può arrivare al traguardo anche facendo qualche curva, non seguendo per forza il percorso diretto. Quello che non cambierò è la mia idea di un calcio sempre propositivo, in casa e in trasferta, contro qualunque avversario ». In Italia però di solito vince chi si difende meglio:« Credo che sia vero. Ma è vero pure che bisogna fare gol. Trovare un equilibrio tra fase difensiva e fase offensiva. Noi vogliamo attaccare senza concedere nulla, pressando alto i portatoridi palla. Non sempre è possibile ma l’obiettivo è questo».
DA 60 A 90 -La Roma sembra compatta per un’ora, poi perde lucidità e brillantezza. E’ successo sempre nelle prime sei partite della stagione. E non è un caso che tutti i gol incassati tra campionato e coppa (cinque) siano arrivati dopo il 60’. Luis Enrique annuisce ma esclude che il problema sia atletico o addirittura connaturato al suo stile di gioco:«A Parma siamo stati più corti del nostro avversario. E questo è positivo. Per il resto non è un discorso di gambe ma di testa. I calciatori a un certo punto hanno paura, perdono fiducia in quello che fanno e commettono degli errori. Mi fa piacere che per sessanta minuti non concediamo molto. Il mio impegno quotidiano è far sì che quei sessanta minuti diventino novanta. So che non bastano due partite per arrivare a questo livello ma la direzione è giusta. Per me si stanca di più la squadra che corre rispetto a quella che ha un buon possesso di palla». Lo diceva, con altre parole, anche un certo Nils Liedholm.
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