(Il Romanista) «Non siamo ancora una squadra da scudetto, siamo in costruzione, non abbiamo ad esempio i numeri dell’Udinese. Poi vedremo tra qualche mese, ma adesso non guardo la classifica, mi interessa solo la partita contro il Genoa».
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«Siamo in crescita e ora non dobbiamo fermarci»
(Il Romanista) «Non siamo ancora una squadra da scudetto, siamo in costruzione, non abbiamo ad esempio i numeri dell’Udinese. Poi vedremo tra qualche mese, ma adesso non guardo la classifica, mi interessa solo la partita contro il Genoa».
Nessun obiettivo a lungo termine per Luis Enrique, solo massima concentrazione per affrontare al meglio il prossimo avversario. Il tecnico della Roma, alla vigilia della gara di Marassi, spegne i riflettori sulla sua squadra spostando l’attenzione sulla trasferta in terra ligure. Accantonando il «sofferto» successo di domenica contro il Palermo e senza pensare alla «difficile » partita di sabato col Milan, l’allenatore giallorosso invita tutti a tenere i piedi per terra. A partire da Erik Lamela, decisivo domenica sil suo gol: «È convocato e quindi credo possa reggere due partite consecutive. Col Palermo il suo rendimento è stato buonissimo, non solo per il gol difficilissimo che ha fatto, ma anche per atteggiamento e comportamento in campo. Però non parlerei di esplosione, ha solo 19 anni e va lasciato lavorare con la massima tranquillità ». Come al solito, nessuna indicazione sulla formazione che stasera affronterà il «pericoloso» Genoa di Malesani: ««Io penso alla miglior formazione per la partita che dobbiamo giocare.Penso sia meglio avere una rosa ampia e poter contare su 19-20 giocatori in grado di giocare. Se manca qualcuno, c’è un altro in grado di entrare. È chiaro, alla fine dipende tutto dai risultati: se sono positivi, la gestione è eccellente. Se sono negativi, si dirà che è stato un disastro».
Che difficoltà presenta la gara contro il Genoa? Nessun problema. Noi faremo la nostra proposta di gioco e vedremo cosa farà l’avversario, come affronterà questa situazione. Cercheremo di fare la nostra partita. Il Genoa è forte, è una squadra pericolosissima in contropiede. Il risultato è importante, ma importantissimo è il modo con cui ci arriviamo. Ci sono ancora tante situazioni che dobbiamo migliorare. Quando andiamo in vantaggio, non ci dobbiamo fermare. L’avversario, se va sotto di un gol, cambia atteggiamento: noi dobbiamo continuare a spingere.
Si è parlato tanto di Lamela, non c’è Pjanic, sapevamo di Totti. Ma l’argentino può reggerle due partite di fila a distanza di due giorni? Se è in lista è perché può ma vediamo, non lo so. Il suo rendimento è stato buonisismo non solo per il gol, un gol molto difficile, ma anche per il suo comportamento. Lei diceva che in tre partite si può capovolgere la classifica, la prima con il Palermo l’ha vinta… La cosa importante è il risultato. Quando siamo in una situazione come quella di adesso c’è più fiducia.
In Europa le grandi squadre stanno soffrendo… Non so cosa accadrà in Italia, il Levante in Spagna è da elogiare ma è sicuramente una situazione temporanea. Conosco il loro tecnico, è un grande allenatore ma credo che in Spagna la differenza tra Barcellona, Real e il resto sia chiara, con i blaugrana più avanti. In Italia l’anno scorso il Milan è stato più bravo ma l’Udinese è una squadra molto potente, 10 gol fatti e 1 subìto è un lavoro incredibile, potrebbe vincere il campionato, perché no. (In serata poi, tramite Twitter, Luis Enrique ha aggiunto: «Oggi in conferenza ho parlato del Levante che è primo perché lo merita e poi perché ha un allenatore molto preparato).
Con l’esplosione di Lamela si potrebbe spostare Totti più avanti? Si può fare qualsiasi cosa. Quando Lamela farà 10-15 gol sarà esploso. Adesso sta lavorando con umiltà. Ha fatto un gol, una bella partita, ha tantissimia voglia, ma non c’è un esplosione, ci vuole tranquillità. Poi vedremo. Io non guardo mai l’età dei calciatori.
Il gioco sta migliorando, ma ci sono rischi e vantaggi nel cambiare formazione in ogni partita? Ci sono rischi quando puoi contare solo su 11, 12, 13 giocatori o anche tanti. Non c’è una regola, guardando la squadra e l’inizio penso sia la soluzione migliore. Adesso penso che è meglio avere una rosa ampia e contare su 19-20 giocatori. Per me a lungo termine è vantaggioso, a breve termine magari no. Se manca qualcuno, c’e’ un altro in grado di entrare. E’ chiaro, alla fine dipende tutto dai risultati: se sono positivi, la gestione è eccellente. Se sono negativi, si dirà che è stato un disastro.
Sabatini ha detto che De Rossi vuole rimanere. Quanto ha influito lei in questa scelta? Lui è romanista da sempre. Vuole rimanere perché vuole essere importante per la Roma, non credo sia importante il rapporto che ha con me. Credo abbia avuto un buon rapporto con tutti, è facile averlo con lui. Sa cosa significa essere un giocatore romanista, è un calciatore di un livello top ed è un piacere avere uno con questa personalità.
Che significato ha il ritorno di Greco, a discapito di Fabio Simplicio? Greco è un calciatore che mi piace. La sua qualità e il suo comportamento ci possono aiutare. Quando entra un giocatore e deve uscire un altro non significa che si escludono a vicenda.
La Roma può vincere il campionato subito? Adesso no, siamo ancora in costruzione. Non siamo ancora una squadra da scudetto, non abbiamo ad esempio i numeri dell’Udinese. Poi tra 3-4 mesi si vedrà. Non guardo la classifica.
Angel e Osvaldo le hanno giocate quasi tutte, il turn over li riguarderà. Bojan domenica le è piaciuto? In questa settimana abbiamo un giorno in meno di riposo rispetto all’avversario. So cosa farò ma non lo dirò. Bojan mi è piaciuto, lo conosco da tanti anni, qui credo che sia in crescita, sta migliorando i movimenti e sta imparando a dare il contributo in fase difensiva. Stesso discorso per Borini e per Borriello, ma sono contento di tutte le punte.
Sabatini alla fine della partita con il Palermo ha detto che dopo le gare con Genoa e Milan capiremo che Roma è... Dipende da come saranno queste partite, se saranno sofferte come l’ultima non potremmo trarre conclusioni positive. E’ vero che è importantissimo fare risultato, ma a me interessa anche come si arriva al risultato. Ci sono ancora tante cose che non mi piacciono. Preferisco vincere tutte e due le partite, ma se non vinciamo come vogliamo non succederà niente.
Nelle ultime partite ha visto una Roma in crescendo o con alti e bassi? Siamo in crescita rispetto al primo giorno, quello in cui abbiamo iniziato ad allenarci qui. Credo in grande crescita. Non so se sarà sufficiente per fare qualcosa. L’anno scorso col Genoa fu una partita particolare.
Dal punto di vista psicologico avete parlato dell’impatto che potrebbe avere la squadra a Genova? No, è una situazione che può interessare 2- 3 giocatori, ma è tutto diverso e penso che non la partita non sarà come quella. Abbiamo visto che in Lecce-Milan è successa una cosa simile, ma succede una volta ogni tanto.
Juan può scendere in campo nuovamente? Juan se è convocato può giocare, arriva da tanti mesi senza giocare ma può farlo.
Borini in casa è subentrato o non ha giocato, mentre spesso è partito titolare in trasferta. Dipende dalla sue caratteristiche o è una casualità? Una casualità, Borini farà una bella carriera sicuro, ha una voglia incredibile.
Borriello quest’anno è partito titolare solo due volte. Se dovesse arrivare un’offerta per lui quale sarebbe la sua posizione? La società parlerebbe con me e poi vedremmo. Ma lo stesso vale per gli altri giocatori. Se succede, ne parleremo.
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