(Il Romanista-E.Masetti)Richard Whittle lascia l’Olimpico quando le 23 sono passate da un pezzo. Nel silenzio generale si sentono i cori dei tifosi del Milan da dentro lo stadio e le urla di Cassano nello spogliatoio,
rassegna stampa roma
«Sì, ho visto un Re»
(Il Romanista-E.Masetti) Richard Whittle lascia l’Olimpico quando le 23 sono passate da un pezzo. Nel silenzio generale si sentono i cori dei tifosi del Milan da dentro lo stadio e le urla di Cassano nello spogliatoio,
con tanto di gavettone a ogni persona che incontra (Bertelli compreso). «Speravo che non festeggiassero stasera», le parole di Richard, jeans, giacca marrone e occhiali quadrati. «E mi dispiace che non abbia segnato Francesco».
Chissà cosa avrebbe detto, in caso. Perché Richard Whittle, anni 47, nordirlandese di nascita, milanese di adozione, di professione telecronista, è colui che si è inventato lo slogan, ormai diventato mitico, "The king of Rome is not dead". «Ma non voleva essere uno slogan - precisa lui - è stata una frase che mi è venuta spontanea». Forse proprio in questo sta la sua bellezza. Tanto che Francesco Totti, quando finalmente lo incontra, lo ringrazia «per avermi fatto emozionare». La stretta di mano, con conseguente abbraccio, tra i due va in scena nel post partita di Roma-Milan. Richard, tramite Il Romanista, aveva espresso il desiderio di conoscere The king. Francesco, saputa la cosa, non si era fatto pregare. Richard non stava nella pelle: arrivato all’Olimpico intorno alle 19, ancor prima di sedersi nella sua postazione, aveva detto: «Tutto confermato? Lo conoscerò?». Risposta affermativa, bisognava solo aspettare il fischio finale. Durante i 90 minuti di telecronaca, Richard era composto e impassibile. Parlava e guardava con occhio attento la partita, gettando uno sguardo, di tanto in tanto, alla Curva della Roma: «Wonderful », l’ha definita poi, mentre scendeva le scale per andare a ridosso dello spogliatoio a conoscere Francesco Totti.
«Il tempo della doccia e arriva», gli viene spiegato e Richard, in quel momento, si sistema la giacca. Il Capitano ci mette più tempo del previsto, mister Whittle comincia anche a preoccuparsi: «Ma siamo sicuri che viene?». Poco dopo, intorno alle 23.05, Totti si materializza. Jeans, maglietta bianca, borsa a tracolla, prima di arrivare davanti a Richard impiega qualche minuto, visto che viene fermato praticamente a ogni passo. Poi, quando gli viene indicato colui che ha inventato "The king of Rome" si ferma. Sorride. Gli dà la mano. «Che piacere conoscerti, Francesco », gli dice Richard. Totti sorride di nuovo: «Piacere mio. Come stai? Tutto a posto? ». Richard annuisce (poi dopo chiederà cosa significa “tutto a posto?”), abbassa lo sguardo, arrossice. Un incontro tra timidi. Totti prende di nuovo la parola: «Grazie di tutto, mi hai fatto emozionare ». «Grazie a te Francesco. Sei tu The king, pure quando smetterai». Si salutano di nuovo. Il Capitano va via, abbandona lo stadio. Non prima, però, di aver regalato a Richard Whittle la sua maglietta. Il telecronista, che ha paragonato Totti a Best («confermo») la stringe tra le mani e si avvia verso l’uscita con un sorriso grande così: «Grazie a tutti. E’ stato indimenticabile conoscere The King».
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