(Il Messaggero – U.Trani) L’abbraccio di Luis Enrique ai tifosi giallorossi che lo chiamano a gran voce oltre il cancello di Trigoria.
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«Roma, sono pronto»
(Il Messaggero – U.Trani) L’abbraccio di Luis Enrique ai tifosi giallorossi che lo chiamano a gran voce oltre il cancello di Trigoria.
Del resto, a parole, estende e allarga alla gente pure quel cerchio che lui e i giocatori, panchinari compresi, formano prima dell’inizio di ogni gara. «Non so se l’arbitro ci permetterebbe di farlo sotto la Sud, ma noi ci stringiamo con loro. Ventimila, poi spero quarantamila o ottantamila. Tutti insieme, per una sintonia completa», garantisce il tecnico asturiano che, a quanto pare, sa già tanto del derby. E’ sereno, allegro e rispettoso. Ma sente, comunque, la sua prima. In città, lui tra l’altro vive in zona nord e a pochi chilometri da Formello, respira da giorni l’aria di una sfida che non potrà mai essere come le altre. «E’ una partita speciale, lo so da due mesi. Molto importante per i tifosi, la società e la squadra. Per tutti noi. E’ il nostro grande avversario. Ma arriviamo all’appuntamento nel modo giusto, ottimo. Non ho incontrato giocatori della Lazio all’Olgiata, ma ho visto i nostri sostenitori che da due settimane mi chiedono di vincere. I tifosi biancocelesti mi hanno fatto i complimenti. E’ una rivalità forte, ma sana. Molto bella».
«Non guardo mai alle statistiche, ma a migliorare il mio gruppo» assicura Lucho che non si fa condizionare dai cinque derby di fila vinti dalla Roma. Nè stravolge la preparazione della gara. «Perché, affrontando la Lazio, non è che cambiano le regole del calcio: ci sono due porte, dobbiamo fare un gol in più dell’avversario. Quindi niente ritiro. Lavoro con professionisti che sanno come comportarsi. Non cambia niente in attesa dei nostri grandi rivali». Che studia nei particolari, senza però farsi condizionare. «Io penso a loro, ma prima di tutto a come voglio giocare io, dove voglio pressare e al possesso palla. Continuo a imparare in ogni partita, pure quelle degli altri che vedo in tv, e negli allenamenti. Ma non cambio il mio modo di giocare: sono stato preso perché ho un’idea di calcio propositiva».
Non gli interessa il domani, ma il presente. «Tre settimane fa mi hanno chiesto se volevo dimettermi. Ora la storia si ripete, in caso di sconfitta nel derby. Ma se perdo contro la Lazio e vinco tutte le altre gare che faccio, vado via? Prima viene il derby, poi il Palermo. Un allenatore non ha mai futuro». «Reja l’uomo derby». La battuta di Francesco Totti, riproposta a Luis Enrique, finisce in archivio. «E’ una pregunta-trappola» scherza l’allenatore di Gijon, perché la domanda sa di imboscata. «Si fa alla fine quando uno è stanco. Io non commento. Rispetto tutti i tecnici e giocatori rivali». La Lazio è pericolosa, meglio non stuzzicare e provocare ulteriormente. Ma non per questo arretra. «È una squadra già fatta, più di noi che siamo in una situazione diversa. Nuova la società e nuovo il progetto tecnico. Non si può dire chi è favorito. Loro sono forti, con buoni attaccanti, di grande qualità e internazionali. Mi piace l’atteggiamento della Lazio, ma la Roma farà la partita, per vincere o tentare di vincere il derby. Sono contento che Klose, grande punta, possa essere in campo. Mi preoccupa tutto di loro: il movimento delle punte, Hernanes, Mauri, Ledesma e Dias, cioè i singoli giocatori che possono creare pericoli, la quantità e qualità di cross che fanno, lo stato di forma e la capacità di goleador di Klose. Noi pure siamo forti, però. Spero in una partita aperta, anche se già so che sarà difficile. Non mi metto nei panni di Reja, sto attento a che cosa devo fare io. Alla lavagna che è sempre magica non ho mai fatto errori. La partita è un’altra cosa. Lì conta per prima la testa».
«Io non ho chiamato la polizia, non ho il numero. Il rischio per alcuni ragazzi era di farsi male, cadendo dal muretto. Poi, a volte, faccio allenamenti sui calci piazzati e credo che i tifosi devono capire che è meglio che nessuno veda quello che stiamo provando» spiega Luis Enrique, in riferimento all’allenamento blindato di venerdì. Ha in mente qualche novità. Come Kjaer per Heinze e, a sorpresa, Cassetti per Rosi. Stamattina Lamela saprà se finalmente sarà tra i convocati. Dipende da Pizarro che non sta al top. Perrotta si gioca il posto con Greco.
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