rassegna stampa roma

«Questa è la squadra che voglio»

(Il Romanista – D.Galli) – Un pareggio che vale tre punti. L’Inter di Lucio calpesta Stekelenburg, ma la Roma di Lucho calpesta l’Inter. Stavolta, gli occhi di Luis brilluccicano di stelle. «La personalità.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) - Un pareggio che vale tre punti. L’Inter di Lucio calpesta Stekelenburg, ma la Roma di Lucho calpesta l’Inter. Stavolta, gli occhi di Luis brilluccicano di stelle. «La personalità.

È stata questa la cosa più importante. Siamo andati dal primo minuto a fare pressione alta. Sono contento per questo risultato. Poteva andare meglio, ma anche peggio. Questa prestazione dà senza dubbio fiducia. Si può lavorare con maggiore tranquillità quando si conquistano dei punti, vedendo oltretutto che la squadra è in crescita». De Rossi ha giocato una delle partite più belle da quando è alla Roma, e cioè da sempre. Ma pure Borini ha impressionato parecchio. «Sì, hanno giocato bene», ammette Luis Enrique, «ma non sono stati bravi solo loro. È stato bravo tutto il gruppo. Questa è la squadra che voglio, dove ci sono fame, concorrenza e voglia di vincere. Spero che i tifosi siano andati a casa più contenti». Burdisso e Kjaer assieme parevano Starsky & Hutch. Altro che strana coppia. A Lucho sono piaciuti, ma il tecnico preferisce non soffermarsi sui singoli. Non oggi, almeno. «Sì, hanno giocato bene, ma non voglio dimenticare nessuno. Neanche Pizarro, Osvaldo e Taddei, che disputava la sua prima partita». Ha stupito la scelta di schierare Perrotta e Rodrigo laterali. «L’ho fatto - spiega Luis Enrique - per avere una filosofia offensiva. L’obiettivo era quello di essere molto alti, ma non era facile. Oggi (ieri, ndr), Simone lo ha fatto per la prima volta in carriera e lo ha fatto bene, così come Rodrigo. Dobbiamo però migliorare ancora molto. C’è tanto da fare». La Roma raccoglie i complimenti degli addetti ai lavori. È la prima volta. Luis si gode i risultati di trabajo y sudor: «È normale, senza dubbio il merito è dei calciatori che hanno lavorato con voglia. Hanno dimostrato di essere una squadra in crescita. Sono contento per i ragazzi, hanno la necessità di convertire il lavoro in punti». Quando gli viene fatto notare che la Roma è andata vicina a subire il gol del vantaggio interista, Luis Enrique ne approfitta per rispiegare qual è la sua filosofia: «Sì, magari abbiamo rischiato un po’ troppo. Ma penso che valga sempre la pena di fare uno sforzo per vincere. Io preferisco rischiare. Ho fatto il cambio di Borriello per Borini per questo motivo». La Roma è andata però in difficoltà quando è calata l’intensità nel pressing. «Credo - dice l’allenatore - che abbiamo fatto questi errori a fine partita per colpa della stanchezza. Quando non commetteremo questi errori nel possesso palla, andremo sicuramente meglio». Il Capitano è rimasto in campo per tutti i novanta minuti. Anzi, novanta più i cinque di recupero. «Se mi è piaciuto? Senza dubbio», dice Enrique, «è un leader per tutta la squadra». L’unità. L’armonia. Totti. La Roma. Là in fondo al tunnel s’è vista la luce. Anzi, le luci. A San Siro