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«Punta su Genoa-Roma il mio gancio è De Rossi»

(Il Messaggero – C.Guasco) Il giorno dopo l’incontro i commentatori la definirono, senza troppi complimenti, una Roma «da psichiatria».

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(Il Messaggero - C.Guasco) Il giorno dopo l’incontro i commentatori la definirono, senza troppi complimenti, una Roma «da psichiatria».

In effetti la squadra di Ranieri, che vinceva tre a zero nei primi cinquanta minuti, non solo riuscì a farsi rimontare dal Genoa, ma addirittura a perdere una partita praticamente già vinta. Ora quell’incontro finisce nel cono d’ombra del sospetto e la compagine di capitan Totti è nella lista delle squadre nel raggio d’azione del calcio scommesse.

 

Le indagini della squadra Mobile di Cremona sulle truffe nel mondo del pallone rappresentano solo il fischio d’inizio: l’elenco degli incontri a rischio contraffazione si allunga e nel mirino c’è la serie A. Sulla quale potrebbe aver messo le mani la criminalità organizzata. Oggi la Procura di Napoli terrà un vertice per verificare i possibili collegamenti con le partite truccate dalla camorra, già oggetto d’inchiesta. Di certo non ci sono soltanto Inter-Lecce del 20 marzo e Brescia-Bologna del 2 aprile, nella lista delle 18 partite che Zingari e Bolognesi hanno cercato di alterare a volte con successo, in molti casi no. Le nubi infatti si addensano anche sull’incontro del 20 febbraio tra Genoa e Roma che la compagine ligure si è aggiudicata con un incredibile capovolgimento di fronte.

Al telefono il portiere (finito in manette) Marco Paoloni fa il nome del centrocampista giallorosso e della Nazionale Daniele De Rossi, dando indicazioni al suo interlocutore di fare una puntata over (cioè con gol superiori al parametro fisso di 2,5) sulla partita in questione. «Il mio gancio è De Rossi», dice Paoloni al telefono. Molto probabilmente si tratta di una millanteria e tra i due non c’è stato alcun contatto, dato che tra l’altro De Rossi non partecipò a quell’incontro perché squalificato.

Fatto sta che il pm di Cremona Roberto Di Martino vuole vederci chiaro. Così come approfondimenti sono in corso sulla partita di coppa Italia Bari-Livorno: i pm pugliesi hanno già aperto un fascicolo, sulla scorta delle indagini scattate quando si è scoperta una scommessa da 2 milioni sul 4 a 1 per i padroni di casa proprio a pochi minuti dal fischio finale, e gli atti sono stati trasmessi a Cremona. In un’intercettazione dell’11 marzo spunta anche il Chievo: Antonio Bellavista, detto Makelele, ex giocatore di serie A, chiede al suo interlocutore di metterlo in contatto con «il Pelli», cioè il giocatore del Chievo Pellisier, dato che «gli Zingari pagavano anche 400 mila euro per questa partita».

E in una conversazione del 19 marzo Massimo Erodiani racconta a Francesco Giannoni: «L’hanno scorso ho fatto il Chievo a Milano. Over tre e mezzo. Si sono presentati là e mi hanno detto: ”Vi facciamo vincere la partita, fateci fare un gol”». Poi c’è chi parla di contatti con il Bari, di un «Milan x2 da 3.000» e un sms di Erodiani del 23 gennaio: «Massi mi metti live 500 su 1 X di Chievo e Sampdoria».

Marco Pirani afferma di avere ottimi rapporti con la Fiorentina: «Vado a vedere la partita a Firenze che m’hanno invitato...io...io conosco bene Della Valle hai capito? Bene bene». A parlare dei bianconeri sono invece Erodiani e Paoloni, che mentre discutono di possibili guadagni «si aggiornano - scrive il gip - su alcune scommesse che avevano riguardato l’anticipo della Juventus non andate a buon fine». Gli uomini della Mobile lavorano su questi episodi e sono a caccia di altre combine nel torneo principale. «Svolgiamo approfondimenti sul materiale sequestrato - afferma il capo della Mobile Sergio Lo Presti - Assegni, rapporti dei conti correnti, agende, schede telefoniche e personal computer. Sui quali pensiamo di trovare materiale inerente alle scommesse online».

Fondamentali gli esiti degli interrogatori di garanzia che il gip Salvini comincerà stamani: gli inquirenti puntano su ammissioni spontanee ed estensioni ad altre ipotesi di reato. Insomma, vogliono passare al gradino superiore. Mentre i giocatore coinvolti prendono le distanze. «Non emerge nessun elemento che possa giustificare la partecipazione di Beppe Signori», dice il legale dell’ex bomber della Lazio. «Ho sempre rispettato le regole», assicura il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni. E «del tutto estraneo» alle accuse si dichiara anche il giocatore del Sassuolo Daniele Quadrini.

Mentre il capitano del Chievo Sergio Pellissier assicura: «Io Bellavista non lo conosco proprio e non lo ho mai sentito. Non ho mai ricevuto proposte per aggiustare partite. Sono assolutamente sereno». Chi invece non nasconde lo choc è Leonardo Acori, in panchina nella fatidica partita contro la Paganese quando i giocatori grigiorossi vennero intossicati da una dose massiccia di tranquillante. «Faccio calcio da 40 anni e una cosa del genere non l’avevo mai vista: che nel tuo spogliatoio possano succedere cose del genere, è incredibile. E’ stato traumatizzante. Dal quel giorno alla Cremonese nulla è stato più uguale».