rassegna stampa roma

«Prima la Roma, poi il Mondiale»

(Il Romanista – C.Zucchelli) – «Il sogno eterno è quello di vincere qualcosa con la nazionale. È qualcosa a cui penso da sempre. Nicolas Burdisso, in campo e a parole, è uno che non si nasconde mai.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) -«Il sogno eterno è quello di vincere qualcosa con la nazionale. È qualcosa a cui penso da sempre. Nicolas Burdisso, in campo e a parole, è uno che non si nasconde mai.

Subito dopo Novara-Roma è partito per l’Argentina (non insieme a Gago, che è andato a Buenos Aires via Madrid) perché impegnato nel doppio impegno di qualificazione mondiale - il girone sudamericano è già cominciato - contro la Bolivia (11 novembre a Buenos Aires al Monumental) e contro la Colombia (15 novembre). «Vogliamo fare sei punti - le parole di Burdisso riportate in patria da Radio Cooperativa - e non importa come. Non firmo certo per farne quattro, non possiamo fare passi falsi». Dopo la delusione per la Coppa America, giocata in casa senza brillare da parte di Messi e compagni, Burdisso sa che gli occhi del Paese sono puntati sulle scelte del nuovo ct Sabella che, per prima cosa, ha affidato la fascia di capitano al fenomeno del Barcellona: «Messi è il giocatore più forte al mondo - spiega Nicolas - ed è per questo che di lui si parla tanto. Non è vero che con l’Argentina non rende, quando c’è per noi è dieci volte meglio. Certo è che noi stiamo poco insieme e quindi è una situazione diversa rispetto a quella che vive nel suo club. Sabella è un ct molto pratico, che ama parlare con i giocatori e questo mi fa ben sperare».

 

Però, se devo dire i miei obiettivi a medio termine, dico vincere col mio club e fare bene i Mondiali 2014».

Situazioni diverse, squadra diverse: l’Argentina è una nazionale con tanti ottimi giocatori ma che da anni non riesce a imporsi in nessuna competizione. Una situazione «frustrante» l’ha definita proprio Messi qualche tempo fa. E Burdisso, che è uno dei leader della squadra, non può fare a meno di notarlo. Raccontando però quella che è - sarebbe - la sua ricetta per fare bene. Una ricetta da leggere e che va bene anche per la Roma: «Quando si gioca, a seconda della competizione, bisogna sempre saper soffrire. Dobbiamo essere uomini prima che calciatori perché soltanto così si possono raggiungere i risultati. Se la squadra gioca male è molto difficile farlo, anche se gioca uno come Leo Messi, dobbiamo migliorare tutti».Non è la prima volta che Burdisso si espone così tanto per difendere la Pulce. Proprio lui che quest’estate, proprio mentre stavano preparando la Coppa America, non le aveva certo mandate a dire al compagno che, a suo dire, non si stava impegnando troppo in allenamento. Nicolas è fatto così. Anche all’Inter, quando non giocava praticamente mai, era uno dei leader dello spogliatorio. A Roma, neanche a parlarne. E adesso che la squadra è piena di giovani, lui è uno di quelli che ci parla e li consiglia di più. Lamela, in particolare, si è affidato tanto al connazionale: vanno e tornano dagli allenamenti insieme, cenano spesso con le rispettive famiglie, Nicolas aiuta Erik per qualsiasi cosa. E questo, anche in campo, si vede. Perché «bisogna essere uomini ancora prima che calciatori». E non c’è altro da aggiungere