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Lotta per le esclusive del calcio: come sarà il bando sui diritti tv

Lotta per le esclusive del calcio: come sarà il bando sui diritti tv - immagine 1
Due fronti: Antitrust e Agcom vogliono offrire il calcio a basso costo, come se fosse un bene essenziale. I club invece no. L'obiettivo? Incassare almeno 1 miliardo
Redazione

Il pallone in tv, più che un affare di mercato, è una disputa filosofica sul concetto di esclusiva: che i Garanti del nostro Paese combattono in nome della concorrenza e il calcio rivendica per massimizzare i ricavi. Una guerra sottotraccia, pronta a deflagrare col nuovo bando del campionato, scrive Lorenzo Vendemiale su Il Fatto Quotidiano. La partita più importante per la Serie A, che sul miliardo a stagione delle pay-tv si gioca la sopravvivenza. Mercoledì sera la semifinale d'andata di Champions, Milan-Inter, grande esclusiva Prime Video, di esclusivo avrà ben poco visto: sarà visibile a tutti anche su Tv8, perché Amazon è stata costretta a cederla in chiaro dall'Agcom, secondo cui semifinali e finali di coppa fanno parte di una lista di eventi che devono essere assicurati gratuitamente all'80% della popolazione. E lo stesso accadrà per l'Europa League. Il parere dell'Agcom fa il paio con quelli dell'altro Garante, l'Agcm, entrato più volte a gamba tesa sulla Serie A, ieri e oggi. Il monito è chiaro, tanto che si è aperta una trattativa per non vedersi bocciati i pacchetti. Ormai ci siamo: il 16 maggio dovrebbero essere approvati. Otto pacchetti, declinati su 3, 4 o 5 anni, quindi addirittura 24 opzioni.

Diritti tv, il 16 maggio verranno approvati i pacchetti: sul tavolo ben 24 opzioni

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C'è l'offerta per piattaforma, con una co-esclusiva totale (10 match, tutti sia su Sky sul satellite che su Dazn in streaming, ad esempio) o quasi (9 a testa, più una gara altrove, magari in chiaro). C'è infatti la grande novità del calcio "free": sarebbe il secondo big match di giornata, tutti i sabati sera. E presente nei diversi pacchetti che prevedono un doppio aggiudicatore: 9 partite da una parte e 1 dall'altra, oppure 8-2 0 7-3. Queste proposte sono rivolte alle tv generaliste o alla stessa Amazon, a chi vuole investire sull'evento singolo. Ma comportano anche il rischio di un del doppio abbonamento. Ancora, c'è la formula attuale del "10+3", che lascerebbe la situazione invariata. A questo poi si aggiunge la sacrosanta collettivizzazione dei diritti d'archivio. L'asticella è fissata altissima (fino a quota 1,3 miliardi), ma è la base per aprire le trattative private. L'estrema articolazione del bando racconta quanto sia cruciale e difficile la partita. Il mercato è saturo da tempo. Per racimolare il miliardo che manda avanti il carrozzone, la Lega le ha pensate tutte ma ha fondamentalmente due strade: il modello Champions, con forti esclusive; oppure l'esperimento Serie B, che ha raddoppiato i ricavi cedendo i diritti a piattaforme diverse, ma su cifre di gran lunga inferiori. Poi c'è la terza via, che ritorna ciclicamente: il famoso canale della Serie A, costruito con la liquidità di un fondo equità e il finanziamento di una banca. Sul tavolo della Lega ci sono 17 proposte e non ci si è messi d'accordo nemmeno sull'advisor per valutarle, più almeno un paio di carte coperte. Non a caso, la terza matrioska del bando prevede un'offerta addirittura decennale per il distributore del canale: serve un soggetto finanziario che ci metta un sacco di soldi (un miliardo per dieci). Forse così sarebbe contento l'Antitrust: canale vuol dire maggior diffusione possibile (la Serie A si fa editore e trasmette ovunque). Oggi l'interlocutore principale resta per forza Dazn: l'unico disponibile a investire massicciamente sulla Serie A. Sky è più interessato a una presenza di bandiera.