rassegna stampa roma

«Osvaldo o Nilmar? Tutti e due»

(Corriere dello Sport – R.Maida) – Fa sì con la testa, tutte le volte. Ormai capisce anche le virgole del mondo Roma. Compresi i meccanismi della comunicazione. E allora, messo di fronte al bivio tra Osvaldo e Nilmar, Luis Enrique non...

Redazione

(Corriere dello Sport – R.Maida) - Fa sì con la testa, tutte le volte. Ormai capisce anche le virgole del mondo Roma. Compresi i meccanismi della comunicazione. E allora, messo di fronte al bivio tra Osvaldo e Nilmar, Luis Enrique non sceglie da che par­te stare:«Li prendiamo tutti e due se non è un problema» , spiega in italiano, sorridendo.

E’ una battuta ma neanche troppo. Nel senso che alla Roma serve almeno un attaccante. E ne serviranno due se Borriello andrà via. Quindi, senza entrare nelle dinamiche di mercato che lascia aUalter, cioè Walter Sabatini, l’allena­tore precisa, stavolta in spagnolo:«Non ci so­no novità per ora. Siamo in attesa. D’altra par­te non è facile per nessuno comprare giocato­ri. Stiamo lavorando per com­pletare la rosa: non so quando ci riusciremo, l’importante è che i rinforzi arrivino. Cerchia­mo gente che faccia crescere il livello della squadra ma non dico altro. Sarebbe ridicolo. Se parlassi di difensori, centro­campisti o attaccanti, farei sol­tanto salire il prezzo dei calcia­tori che ci interessano» . PIZARRO, MI PIACI -Spiega però il numero dei giocatori con cui vuole lavorare a Trigoria du­rante la stagione:«Ventisei­ventisette giocatori compresi i ragazzi della Primavera. In modo da poter avere due scel­te per ogni ruolo». Tra loro ci sarà David Pizar­ro, sul cui ruolo si è molto discusso. Luis Enri­que anche su questo argomento è chiarissimo:«Conto su David al cento per cento. Si sta al­lenando bene, come Borriello e come tutti gli altri. Non esiste alcun problema con lui. Pizar­ro per me può fare il regista o l’intermedio ed è un calciatore che mi piace, anche per la sua duttilità. Tiene troppo il pallone? Anche Inie­sta lo fa. Ma poi...». Luis Enrique punta l’indi­ce sull’occhio:«Poi sa decidere quando è il mo­mento giusto per il passaggio. Ed è questa la cosa che mi interessa». Se non è un’investitu­ra questa... TENUTA -Stasera c’è Valencia-Roma. Luis En­rique da spagnolo pretende di fare una buona figura al Mestalla:«Mi aspetto che la Roma sia cresciuta rispetto all’amichevole di Buda­pest. Il risultato, come ho sempre detto, non è determinante, anche se capisco che ai tifosi piaccia sempre vincere. Ma questo è un test vero contro una squadra di livello top. Perciò voglio che i giocatori applichino il nostro mo­do affascinante di fare calcio». Al sito del Va­lencia aveva confidato una certa emozione: «Per me è la prima volta in Spagna da tecni­co della Roma. E’ una partita speciale». Sarà l’ultima amichevole prima del debutto contro lo Slovan:«Atleticamente stiamo bene, come ci aspettavamo. Siamo sulla strada giusta per­ché vedo un’ottima intensità durante gli alle­namenti ». Anche da Totti, punzecchiato più volte sulla pigrizia:«Francesco si sta impe­gnando. La Roma si sta impe­gnando. Sono soddisfatto di tut­ti ». Lo sciopero, che ieri è sta­to proclamato anche dai calcia­tori spagnoli, potrebbe metter­lo in difficoltà:«E’ chiaro che per i nostri programmi cambia molto se l’inizio del campiona­to slitta. Mi auguro che questo non succeda ma non dipende da me». Il lato positivo è che Erik Lamela, impegnato nel Mondiale Under 20, avrebbe più tempo per farsi trovare pronto dalla Roma. Luis Enri­que ha in testa di farlo giocare sia in attacco che a centrocam­po, a seconda delle partite, ma per il momento gli manda solo carezze da lontano:«Spero che vada il più avanti possibile con la sua Argentina, anche per dimenticare la delusione della retrocessio­ne con il River Plate. Quando sarà a Trigoria, lo valuteremo e lo utilizzeremo». BRAVA ITALIA -Ha visto in tv Italia-Spagna e da avversario applaude Prandelli:«E’ stata solo un’amichevole e alla Spagna mancavano tan­ti giocatori però mi è parsa un’ottima Italia, so­prattutto nel primo tempo. Per noi non sarà fa­cile questo ciclo: è la prima volta che siamo campioni del mondo e non siamo abituati. Tut­ti adesso ci guardano come la squadra da bat­tere, dovremo essere bravi a gestire la pressio­ne perché ci chiederanno di vincere sempre».