(Il Messaggero – D.Desario) «Sei pronta?» le ha chiesto il sindaco di Roma Gianni Alemanno nell’anticamera della sala delle Bandiere.
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«Ora al lavoro per conquistare i Giochi»
(Il Messaggero – D.Desario) «Sei pronta?» le ha chiesto il sindaco di Roma Gianni Alemanno nell’anticamera della sala delle Bandiere.
E lei, dopo un lungo respiro, ha risposto «sì» ed è uscita dalla stanza e si è gettata in pasto a microfoni e telecamere. Pochi minuti, poche frasi e il suo immancabile sorriso. Poi è tornata indietro e si è affacciata a una finestra. E così davanti ai Fori Imperiali e con sullo sfondo il Colosseo l’ex presidente della as Roma e neoassessore alla promozione e sviluppo dell’immagine di Roma Capitale Rosella Sensi lascia squillare a vuoto un telefonino già incandescente e parla serenamente. Come si fa chiamare ora: presidente o assessore? «Rosella. Rosella Sensi». Allora, quando ha saputo del suo nuovo incarico? «Ufficialmente questa mattina (ieri per chi legge ndr), subito dopo la disposizione del Tar». E invece i primi contatti quando ci sono stati? «Sono una persona molto riflessiva. Molto pacata e prudente. Questo è un incarico serio e molto importante. Non ho deciso certo in due giorni. Io e Alemanno, con il quale in questi anni ho avuto buoni rapporti, ne parlavamo da tempo». Non vuole proprio dirlo? «Il sindaco sapeva che mi sarebbe piaciuto mettere a disposizione della città la mia esperienza tecnica. Niente di politico. Ho sempre voluto fare qualcosa per Roma». Qualcosa cosa? «Vede, io vorrei continuare a portare il testimone che mi lasciato mio padre. Quell’amore per Roma, per una città unica al mondo. Quando noi siamo andati in giro per l’Europa con la squadra non abbiamo esportato solo i colori della Roma ma i colori di Roma. Di questa splendida città. E adesso, grazie a questo incarico, posso continuare a farlo e ce la metterò tutta. Lo merita Roma, lo meritano i romani». La priorità sono le Olimpiadi del 2020? «Certo è un appuntamento molto importante. Per Roma e per l’Italia intera. Un’occasione che non dobbiamo farci sfuggire, anche perché è alla nostra portata. E dobbiamo lavorarci col massimo impegno fin d’ora». Come giudica gli impianti sportivi della città e le infrastrutture? «Bella domanda, ma va fatta in primis al delegato allo sport Alessandro Cochi. Mi informerò da lui. Il mio, comunque, come ha ribadito il sindaco sarà un assessorato trasversale». A proposito li conosce i suoi nuovi colleghi di Giunta? «Sì, come presidente della Roma ho avuto modo di incontrarne qualcuno». Secondo lei, come la prenderanno i tifosi della Lazio? «Penso bene. Siamo tutti abitanti di Roma. Abbiamo tutti a cuore questa città e la sua immagine». E i romanisti di sinistra? «La politica non c’entra. Io non sono una politica. Sono un tecnico. Ho messo a disposizione della città la mia esperienza». Qual è la prima cosa che intende fare? «Bisogna spiegare al mondo intero che Roma è molto di più di quello che solitamente si sa di Roma. Non c’è solo il Colosseo e i gladiatori. C’è una splendida e immensa cultura che va messa a frutto e fatta conoscere. Sarò un ambasciatore della città cercando di coniugare la sua storia ma anche i suoi aspetti moderni, la sua realtà globalizzata». E dirà tutto? Sia i pregi che i difetti? «Mi concentrerò sulle cose belle e importanti che sono davvero tante. I problemi lasciamoli dire agli altri». Per carità, ma mica vorrà dire che a Roma è tutto rose e fiori? «Ma no, i problemi ci sono e ci sono sempre stati. Il più grande - dice sorridendo - è quello che ripetono sempre i romani: er traffico». Possibile che lei in questi anni non abbia mai evidenziato un problema della città al sindaco? «No. Come presidente della Roma ho imparato sulla mia pelle a incassare le critiche e abituarmi che tutti sono pronti a dire cosa non va e come dovrebbe andare. Io sto al mio posto e rispetto il lavoro degli altri». Allora dica la cosa più bella che ha Roma? «Il nome. Io mi emoziono tutte le volte che lo pronuncio». Parla da innamorata. «Ha detto bene, sono innamorata di Roma». Mamma Maria che cosa le ha detto? «Siamo una famiglia molto unita. Ho voluto sentire il parere di tutti». Adesso? «Ora vado da mia figlia Livia (due anni e mezzo e la foto rigorosamente sul telefonino). Le ho promesso di portarla in piscina. Aspettando la prima riunione della giunta starò con le persone più care che mi danno la giusta serenità per poter riflettere e programmare». Prima di andare da Livia se la sente di mandare un messaggio ai romani? «Aiutatemi a portare Roma nel mondo e a fare il mio lavoro. Perché io da sola non vado da nessuna parte».
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