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Lo scandalo si allarga nel mirino tre partite di A

(Il Messaggero – C.Guasco) Tranquillanti, debiti, scommesse. E altri giocatori, dieci tra serie A e B, disposti a truccare le partite in cambio di denaro.

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(Il Messaggero - C.Guasco) Tranquillanti, debiti, scommesse. E altri giocatori, dieci tra serie A e B, disposti a truccare le partite in cambio di denaro.

L’inchiesta della Procura di Cremona sulle truffe nel mondo del pallone non coinvolge solo l’aitante portiere del Benevento Marco Paoloni, il centrocampista dell’Atalanta Cristiano Doni e l’ex bomber della Lazio Beppe Signori.

Il bacino di calciatori cui il giro del calcioscommesse avrebbe attinto è ben più ampio, così come il numero degli incontri contraffatti: ai diciotto già finiti nell’inchiesta e agli undici spuntati dalle intercettazioni su cui il pm Roberto Di Martino sta svolgendo approfondimenti se ne aggiungono altri quattro di B e tre del torneo principale. Cinque le squadre di A coinvolte, una delle quali compare per due volte.

E tra queste ci sarebbe Catania-Chievo del 16 gennaio scorso, finita uno a uno. A gettare nuova legna sul falò del totonero provvedono Marco Pirani, medico odontoiatra di Sirolo, e Massimo Erodiani, gestore di centri di raccolta scommesse, che con Paoloni e l’ex capitano del Bari Antonio Bellavista sarebbero i principali artefici della presunta catena di illeciti spezzata dagli uomini della squadra Mobile. Ieri si sono seduti davanti al gip Guido Salvini per l’interrogatorio di garanzia e hanno cominciato a parlare. Per ore, e andando ben oltre i capi d’imputazione contestati. «Hanno riferito di altre tre partite di serie A, almeno quattro di B e di dieci giocatori che sarebbero coinvolti nel meccanismo delle alterazioni dei risultati - puntualizza Di Martino - Su tutto questo ora dobbiamo cercare riscontri».

Il rapporto tra i due, stando alle intercettazioni, mostra una certa confidenza con il meccanismo della scommesse. Come si evince da un’informativa depositata ieri dalla Procura che riporta proprio due conversazioni tra Erodiani e Pirani avvenute il 28 febbraio, giorno di Milan-Napoli a San Siro. Scontro delicato, dato che all’epoca le due squadre sono prima e seconda in classifica. I due, alle 14,42, si confrontano sulle puntate: «Io penso...1 X Milan...vai...io penso 1 X Milan...siamo più al coperto», suggerisce Erodiani. «Io dico per me Milan-Napoli questa sera è una partita da stare lontano...perché è da tripla...al Napoli manca Lavezzi, va bè, però...sulla carta c’è l’1 X, il Milan non può perdere ne ha perse già due con la Roma e con la Juve!», interviene il dentista. Quindi discutono su cosa giocare. Erodiani: «Per me è 1...cioè, manco l’1 X». E Pirani: «Per me 1 non è, per me è più X». Erodiani insiste: «Per me è 1...e ti dico che segna pure Ibrahimovic...». Infine si passa alle cifre. «Se non lo becchiamo il Milan 1 X cosa succede?», chiede Pirani. «Che hai buttato 10 mila euro al vento», ribatte l’amico. La seconda telefonata avviene durante l’incontro, quasi al termine del primo tempo quando le due squadre sono ancora sullo 0-0. Chiacchierano di Benevento-Cosenza, tra quelle finite nell’inchiesta perché a rischio di ritocco, ma Erodiani non si sofferma, precisando che «sì sì, già sta a posto». Si passa immediatamente ai rossoneri. «Ma il Milan come sta a giocà?».

Pirani: «Te dico solo che il Napoli è andato a Milano per far lo zero a zero». Il primo tempo si chiude zero a zero, nella ripresa il Milan segna tre gol e vince la partita. La prima rete la segna proprio Ibrahimovic, poi arrivano i gol di Boateng e Pato. Martedì Pirani sarà ascoltato dal pm, da lui la Procura vuole sapere di più. A cominciare dalla posizione di Signori e Doni che, spiegano gli inquirenti, non solo è più chiara «ma si è anche aggravata». Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere invece Bellavista e Paoloni, che con una ricetta del dottor Pirani avrebbe acquistato il Minias per addormentare i colleghi. «Credevo servisse alla moglie di Paoloni che soffriva d’insonnia», si difende il dentista.