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«Non è ancora la mia Roma, ma sono ottimista»

(Il Romanista – C.Zucchelli) – La risposta più bella e più importante Luis Enrique non la dice. La fa capire con uno sguardo, un sorriso, un sospiro che vale più di mille parole.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) - La risposta più bella e più importante Luis Enrique non la dice. La fa capire con uno sguardo, un sorriso, un sospiro che vale più di mille parole.

E ti fa pensare, immediatamente, che comunque andrà stasera, lui domani sarà ancora l’allenatore della Roma. Una Roma «che non è ancora quella che voglio» ma che ha tutte le possibilità «di diventarlo». La risposta più bella, si diceva. A Luis Enrique, accompagnato come sempre in sala stampa da tutto il suo staff - italiani compresi - viene chiesto se, in caso di sconfitta al Tardini, siano possibili le sue dimissioni. Lui ripete: «Dimissioni?». E poi sospira, sorride, come a dire: «Non ci penso proprio». E infatti, quando poi gli viene riposta nuovamente la domanda, quasi sussurrando dice: «No». No. Sa di avere squadra e società dalla sua parte, ma sa anche che non bisogna pensare né al passato né al futuro. La vita è adesso. E adesso bisogna vincere: ««Non guardo al futuro ma al presente e l’obiettivo è la vittoria». Luis Enrique, che sorridendo (ma neanche troppo) si definisce «un buon allenatore. E dico buono perché non sono presuntuoso», dice di non «vendere fumo» ma di essere ancora alla ricerca «della versione migliore della mia squadra. I risultati non sono ottimi, col Siena abbiamo fatto una partita bruttissima, orribile e io sono il massimo responsabile, ma sono ottimista, e vedo il bicchiere mezzo pieno. Sono convinto di poter ribaltare questa situazione e guardo avanti cercando di apprendere dagli errori commessi sin ora». I suoi e quelli della squadra. Uniti, nel bene e nel male. E fino alla vittoria.

Nella parte finale delle partite la Roma ha evidenziato un calo atletico. Col Parma, in virtù di questo, ci potrà essere il turnover?

Non sono preoccupato per questa situazione fisica, è normale quando non arrivano i risultati. Non ho visto nessun calciatore fare degli allungamenti, mentre gli avversari sì. Ripero, è normale perché i risultati non sono ottimi, ma questo non mi farà cambiare gli allenamenti. Anche se le tre partite in settimana sono uno sforzo importante.

Intende cambiare qualcosa nel modulo?

Non cambio la mia concezione di calcio. I numeri sono negativi per questo non mi ci soffermo, ma credo di poter ribaltare questa situazione. Discorso diverso è adattare il modulo ai propri giocatori, quello credo sia sintomo di intelligenza per un allenatore.

Si aspettava tutte queste difficoltà ad inizio stagione?

Io non posso decidere come iniziare, ma guardo avanti per apprendere dagli errori del passato e convincere i miei giocatori su quale sia la miglior strada per vincere.

De Rossi gioca molto basso. Non è un lusso visto che Daniele ha anche caratteristiche di spinta? È possibile vedere Totti da centravanti più vicino alla porta?

Io voglio vedere la miglior versione di Totti, De Rossi, Osvaldo, di tutti i giocatori. Vedo un rendimento ottimo da parte di Totti e De Rossi, ma mi preoccupa la situazione generale. L’ho detto: sono il responsabile di tutto quello che succede nel male. Il mio modello di gioco non è quello che avete visto, pure i giocatori lo sanno. Però non è facile ma continuo a lavorare su questi punti.

I miglioramenti possono arrivare cambiando alcuni giocatori in ruoli chiave?

Non mi fermo a pensare. Nel caso di Francesco è diverso, perché ha una libertà totale, è il calciatore con più qualità di questa squadra. Su Daniele: deve essere basso per iniziare il gioco ma poi può salire o giocare da intermedio, lo fa anche in Nazionale. Quello per cui lavoro è trovare la miglior versione della mia squadra.

Sia da parte della dirigenza che dalla Spagna il ritornello è comune: diventerà un grande allenatore. C’è il problema del verbo: lei si sente un apprendista o già un pilota da Roma?

Il problema non è il verbo ma chi lo ha detto.

Lo dicono a Barcellona, non si possono rivelare le fonti. Lei quindi si sente già un grande allenatore?

Sono un buon allenatore. Perché sono modesto...(ride, ndr) mi piacerebbe sapere chi l’ha detto però, perché altrimenti è un’ipotesi un po’ ridicola. Mia nonna che è morta diceva che ero un grande calciatore, il migliore del mondo, ma è una bugia. Quando fai una domanda come questa per rigore professionale devi dire chi ha detto questo.

In questi giorni i giocatori le hanno chiesto di semplificare cosa vuoi da loro oppure no?

È più semplice: avere la palla per superare le linee ed arrivare con più giocatori possibili nell’area avversaria. Loro sono giocatori preparatissimi per fare questo modello. Dieci giorni fa abbiamo giocato a Milano e tutti sembravano bravissimi e non possono sembrare tutti scarsi tre giorni dopo. Io sono ottimista e vedo dei miglioramenti. Il mio lavoro è ottenere questi miglioramenti.

Quali sono le caratteristiche fisiche e tecniche dei suoi esterni d’attacco?

Veloci, forti, tecnici, bomber e anche belli (ride, ndr). Tutte le migliori, sono fortunato perché tutti i 4-5 attaccanti che voi chiamate esterni hanno queste caratteristiche. Finché non si potrà cambiare questa sarà la migliore squadra che ho.

Ha chiesto pazienza ai tifosi: in caso di sconfitta a Parma sta pensando alle dimissioni?

Errori tanti, la velocità della palla, non siamo quasi mai arrivati nell’area. È una partita che dimentico, prendo le poche note positive ma adesso sono preoccupato sul Parma, sul suo contropiede, sulla sua abilità dai calci piazzati. Io non chiedo tempo o fiducia. Dimissioni? No.

Dopo Roma-Siena, Sabatini ha parlato di gioco scolastico.

Sì, ma ho visto un grande atteggiamento nei miei giocatori e sono il massimo responsabile di quello che non è piaciuto a Walter o ai tifosi. È stata una partita orribile.

Juan, Cicinho e Gago non sono stati convocati.

Gago è infortunato, ha preso un colpo al polpaccio. Juan ancora non è in condizione fisica, aspetto che si alleni a un livello superiore e possa darci una mano. Cicinho è una scelta tecnica.

Bojan ha saltato le ultime due partite. Come lo vede? Può avere una possibilità domani?

Lo vedo bene, come vedo bene Fabio, Marco, Francesco e tutti i giocatori che possono giocare in attacco. Io provo a fare sempre le scelte migliori ma ho fiducia in tutti i giocatori.

Gran parte delle nostre squadre sono medio-piccole e hanno allenatori molto preparati. Ci saranno delle contromosse da parte sua?

Certo. Quando noi vogliamo fare la partita e pensiamo a fare pressione alta, ad avere la palla più lontana dalla nostra porta.

Anche lei piano piano studierà meglio gli avversari?

No, la situazione la so perfettamente perché già conosco queste situazioni dalla Spagna. Il mio lavoro è inculcare ai giocatori il modo di risolvere questi problemi.

Lei è uno degli allenatori più pagati della serie A. È in linea con la linea giovane dettata dalla società?

Se avessimo vinto nessuno parlerebbe di questo. Sono contento perché pensavo di essere tra i meno pagati (ride, ndr).

Qual è l’obiettivo della Roma?

Vincere a Parma.

Non pensa che la gente possa sentirsi delusa da questo avvio?

Senza dubbio e mi dispiace tantissimo per questo. Ringrazio davvero tutti i tifosi che anche per le strade mi parlano sempre di non mollare, di essere ottimista. Mi piace tantissimo l’atteggiamento che hanno, non fischiano fino alla fine della partita, poi è normale che arrivino i fischi quando mancano i risultati. Io sono ottimista ripeto e vedo il bicchiere pieno a metà.

Cassetti era titolare a destra, ora lei lo vede centrale.

Cassetti è un professionista incredibile e un giocatore interessante che può fare due ruoli. Io lo vedo più come centrale, ma so che può fare anche il terzino destro.