(Il Romanista - R.Urbisaglia) - Farsi un giro per Testaccio dà sempre particolari emozioni. Si respira un’aria particolare, sembra quasi di addentrarsi in una realtà parallela, in una Roma diversa.
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«Non c’è cinque senza sei»
(Il Romanista – R.Urbisaglia) – Farsi un giro per Testaccio dà sempre particolari emozioni. Si respira un’aria particolare, sembra quasi di addentrarsi in una realtà parallela, in una Roma diversa.
C’è una bella atmosfera, nel primo pomeriggio. La maggior parte delle saracinesche sono ancora abbassate. Non molta la gente per strada, ma c’è un gran frastuono: i netturbini stanno ripulendo Piazza Testaccio, il mercato è finito. Avviciniamo degli operatori ecologici, tirano il fiato un momento e ne approfittiamo per chiedergli se c’è qualcuno di loro è giallorosso. Ed ecco farsi avanti un ragazzotto, occhi celesti...ahia... sarà laziale, pensiamo? «No no, sono della Roma» ci tiene a farci sapere. Occhi celesti, ma cuore giallorosso. «Totti? E’ rimasto sullo scherzoso, ci sta. Il derby è il derby, lo sfotto è di routine. L’intervista è stata molto tranquilla, si è tenuta su un tono scherzoso. Io Totti l’ho sempre appoggiato, vuole il bene della squadra ed è per questo che anche sul caso Baldini è stato molto diplomatico».
Gli chiediamo come ha vissuto la vigilia che, si sa, porta con sé sempre molta tenisione. Daniele però ci tiene a precisare che, questo, sarà un derby diverso: «Fondamentalmente è stata un’attesa più tranquilla del solito. Col fatto che la squadra è stata rivoluzionata e tanti giocatori non hanno mai vissuto il derby l’ho vissuta un po’ diversamente dal solito. Pronostico? Penso un pareggio, anche se una vittoria per 1-0 potrebbe essere verosimile come risultato. Vorrei che fosse Osvaldo a deciderlo, perché se lo merita. Un pensiero però voglio spenderlo per Borriello: doveva essere ceduto, alla fine è rimasto, gioca poco, ma non si lamenta. Sarebbe bello vederlo decidere il derby». Ringraziamo Daniele, lo lasciamo al suo lavoro. Ci saluta con un «Forza Roma» e noi ricambiamo, per forza. E poi d’altronde siamo a Testaccio, qui la Roma è un’istituzione. Giriamo l’angolo e scorgiamo una bella Lupa, è un’Edicola.
Tutta griffata di giallorosso, che bella che è. Ci sorride Riccardo, l’edicolante; ha voglia di parlarci della sua Roma e lo fa partendo da Totti: «Ai romani piace scherza’: il Capitano è romano, quindi scherza. Noi semo fatti così». Non c’è bisogno di incalzarlo, Riccardo è un fiume in piena: «Per fortuna che Reja sta ancora alla Lazio, finché c’è lui... e poi se sa che il problema della Lazio è Lotito: s’è visto pure su Youtube che ha esultato al gol scudetto della Roma». Conclude parlando dello stadio, indispettito dal fatto che ai Sensi non hanno dato l’opportunità di fare lo stadio nuovo: «Nun se capisce perché. Eravamo l’unica squadra italiana senza buffi, eppure niente». Chiosa con un pronostico, non è scaramantico: «3-1 per la Roma, spero». Poi il dovere lo chiama, e lo lasciamo. Lasciamo la piazza, cerchiamo qualche d’uno che abbia già riaperto i battenti; eccolo lì: faccia simpatica, si guarda intorno, ha la faccia del romanista. Infatti non ci sbagliamo, Antonio è giallorosso nel cuore e ci vuole parlare di questo derby: «A dire il vero molti dei nuovi non li conosco, quindi faccio fatica a figurarmi la partita. Certo i lazialetti c’hanno un vel e n o , c i n q u e s o tante!potrebbe anche essere però sai...com’è er prefisso de Roma?»
E si fa una risata. La sua vigilia è particolare, non vuole sentire niente: «E’ una settimana che non leggo apposta l’inserto del Messaggero sul Derby, non ascolto la radio. Co’ ’ste due settimane de sosta se rischia l’infarto». Chiusura su Totti: «Ieri sera ho visto lo speciale su Rai Storia, Totti è Totti. E’ un attore? Sa fare pure quello, qualcun altro invece fa faticare pure a fare il suo mestiere...». Lasciamo Antonio e proprio di fronte c’è un’officina. Fabio, auto meccanico, si sta sgrassando le mani mentre ci parla della sua vigilia: «So’ teso, io er derby lo sento, tanto. E’ la statistica che me preoccupa, cinque consecutivi sono tanti». Poi entra nel tecnico: «E’ che le vedo a pari livello quest’anno, non c’è una favorita. Sta nuova Roma poi io sul mercato l’avrei costruita in modo diverso». Fabio la vedrà a casa, ma non è riuscito a trovare il biglietto. Il pronostico però lo fa: «2-1, Bojan, Klose e Osvaldo». In giro sferragliamenti e chiasso cominciano ad aumentare, le attività riaprono e ci suggeriscono di andare al panificio, pare sia un covo di lupacchiotti. Confermato, e Stefano ha voglia di dire la sua: «Secondo me finirà in pareggio! Ovviamente spero si vinca, e ti dico che se così fosse a deciderlo sarebbero Osvaldo e Pjanic su punizione, me lo sento». Sulla conferenza stampa di Totti aggiunge: «L’ironia fa parte del derby. Botta e risposta tra i due capitani, anche se quello che ha detto l’altro vale ben poco». Poi finisce con un detto riadattato per l’occasione: «Come se dice: nun c’è 2 senza 3, nun c’è 3 senza 4, nun c’è 4 senza 5 e nun c’è 5 senza 6...Pronostico? Dico 2-1 per la Roma». Abbracciamo Stefano, oramai il rione è un via vai di persone, stiamo per lasciarlo soddisfatti per aver trovato tanta passione per i colori giallorossi; non che avessimo dubbi a riguardo, perché Testaccio è Testaccio, per i diversamente tifosi non c’è posto. Facciamo ancora in tempo però a scorgere un bel bandierone romanista, sventolare orgogliosamente dinanzi ad un Tabacchi. Entriamo, siamo certi di andare sul sicuro: il tabaccaio ci indica il figlio, intento a vedere sigarette; corre verso di noi, freme dalla voglia di raccontarci cosa voglia dire vivere il derby da giovanotti, giusto sentire anche la voce dei giovani:
«La vigilia? Due settimane sono tante, me so’ preparato moralmente alla partita. Però li dovemo batte, sarebbe un peccato fare 5 senza 6. Poi essere sconfitti da loro mi farebbe sentire umiliati. Si sono rafforzati, ma conto molto su Luis Enrique». Sulla nuova società e sullo stadio ci dice: «Lo stadio sarebbe una cosa stupenda; i nuovi arrivi sono buoni, soprattutto i centrocampisti, c’è molta qualità. Uomo partita? De Rossi, per forza!». Chiusura sull’assenza del Capitano che secondo lui non è un problemone, perché «la Roma è la Roma, si vince». Come dargli torto
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