(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) È durato più o meno come una partita di calcio, stavolta però la Roma non ha perso. Anzi, sembra aver vinto: in determinazione e compattezza.
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«Non abbiamo nulla da invidiare alla Juve»
(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) È durato più o meno come una partita di calcio, stavolta però la Roma non ha perso. Anzi, sembra aver vinto: in determinazione e compattezza.
Così i sussurri di Trigoria raccontano il vertice dirigenziale tra il d.g. Franco Baldini, il d.s. Sabatini e Luis Enrique, apparso rigenerato dal giorno trascorso in famiglia. Si è parlato di calcio, di maggior coinvolgimento dei giocatori nelle scelte, della volontà dell'allenatore di avere a gennaio una rosa più forte (con due difensori e un centrocampista in più) ma più piccola, per poter inserire sempre più spesso talenti come Viviani e Verre. Insomma, per lo spagnolo questa non è la «sua» squadra. Perciò via alle cessioni di gente come Borriello, Cassetti, Simplicio, Okaka, perché poco adatti al nuovo corso.
Faccia a faccia L'atto secondo della giornata, poi, si è svolto nello spogliatoio. Luis Enrique ha parlato ai giocatori, esprimendo questi concetti: «Sono deluso per i risultati, ma non m'importa ciò che dice la gente o la critica. Sono orgoglioso di voi. Anche in inferiorità numerica avete fatto bene. Certo, facciamo ancora troppo errori, però la strada è quella giusta. Alla Juve non abbiamo niente da invidiare». I giocatori non hanno commentato, ma alcuni però sono rimasti stupiti perché la dirigenza non ha parlato anche a loro. «Non è una situazione d'emergenza e noi vogliamo dare l'impressione che lo sia», è stato commentato (anche se però diversi colloqui individuali ci sono stati). Forse di parere diverso erano la trentina di tifosi che, fuori dai cancelli, hanno gridato insulti all'allenatore e invocato il ritorno di Spalletti.
De Rossi ha fiducia In ogni caso alla sparuta minoranza ha virtualmente risposto De Rossi su Sky: «Luis Enrique mi ricorda Spalletti. La cosa che mi fa ben sperare è che, con lui, iniziammo a giocare bene dopo Natale. Questo dimostra che c'è bisogno di tempo». È quello che anche DiBenedetto (ieri in visita a un college) è intenzionato a dare. Il presidente ripartirà giovedì, ma prima, il 14, ci sarà il Cda (a seguire la cena di Natale con la squadra) chiamato a varare l'aumento di capitale di febbraio, che potrebbe essere di 60 milioni invece dei preventivati 50. In ogni caso, nulla a che vedere col mercato, visto che bisognerà capire se le quote saranno vincolanti per la Neep e se, in caso di mancata risposta della Borsa, sarà obbligatorio ricorrere a una nuova Opa, dovendo perciò garantire finanziariamente l'operazione.
Paulinho & Botia A gennaio, comunque, la Roma investirà. Non a caso oggi in Italia sbarcherà Thiago Scuro, manager di Paulinho, centrocampista del Corinthians. Il suo cartellino vale circa 7-8 milioni ed è suddiviso così: 45% all'agenzia Pão de Açucar, 45% al Banco Bmg e (solo) 10% al club brasiliano. Ma sul giocatore c'è anche l'Inter. Occhio però al Milan, che è interessato al giocatore. Per la difesa, poi, da segnalare il nome di Botia (S. Gijon), cresciuto nel Barcellona. Per il momento, comunque, meglio non distrarsi: c'è la Juve. A proposito, con Totti? «Speriamo», dice il capitano nello spot di Sky. E sorride. Almeno fino a lunedì.
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