(Il Romanista - B.DeVecchi) - «Non esistono giovani che non sono pronti per il campionato italiano. Esistono giocatori forti e giocatori non forti». Lo disse Sabatini in uno dei suoi primissimi incontri con la stampa, da fresco diesse romanista.
rassegna stampa roma
«Niente paura, ma tanto orgoglio di essere alla Roma»
(Il Romanista – B.DeVecchi) – «Non esistono giovani che non sono pronti per il campionato italiano. Esistono giocatori forti e giocatori non forti». Lo disse Sabatini in uno dei suoi primissimi incontri con la stampa, da fresco...
Ecco, Lamela è questo. E’ un giocatore giovane. E forte. La Roma lo ha presentato ieri alla stampa. Scusate il ritardo, ma Erik doveva guidare l’Argentina ai Mondiali Under 20. Succede ai giocatori forti, perché quelli che forti non lo sono stanno a casa. Per la Seleccion, Lamela ci ha rimesso una caviglia. E’ malconcia, niente di grave. A Trigoria ha svolto del differenziato, magari all’inizio sarà usato da Luis Enrique col contagocce. Ma poi avanti tutta, rotta a dritta e spazio al talento argentino più talento che c’è ora. Pure più di quel Ricky Alvarez che comunque – viva l’onestà – Sabatini ha seguito e inseguito. Il vantaggio, rispetto a Ricky, è che se Lamela sfonda ha quattro anni di meno del neo acquisto interista. E scusate se è poco. Lamela è giovane e forte. Ma ancora non si è capito come lo inquadrerà tatticamente Luis Enrique. «Punta esterna, a destra o a sinistra», dice di sua sponte poco prima della domanda più difficile: sei pronto a giocare da intermedio in un centrocampo a tre? Erik inarca il sopracciglio e risponde con un diplomaticissimo «deciderà il mister, vedremo durante gli allenamenti». Erik l’ha detto prima: si sente altro. E’ geneticamente programmato per fare l’alter ego di Bojan, che poi è il sogno fico che cullano i romanisti: Bojan, Totti al centro, Lamela. Se però “Lucho” avesse in mente altro, no problem. Lamela – sono parole sue – si adatterà. Perché uno che è forte, è forte ovunque. Uno dei massimi paradossi del “Barone” Liedholm era che vedeva bene Pruzzo in porta. Geniale. Chi lo conosce bene, descrive Erik come un ragazzo intelligente oltre che umile. Lo dimostrano anche i concetti espressi nel suo primo rendez-vous con la stampa. Dell’importanza di avere accanto Burdisso, ma pure Heinze, dei connazionali navigati, dice: «Mi aiuteranno ad integrarmi». Ha voglia di scendere in campo, ma sa di non poter rischiare: «Appena sarò in condizione, cercherò di dare il massimo». In sintesi, questo giovane forte misura sempre le parole. E’ diventato adolescente a pane e River. Ora che è un uomo, lo ha ingaggiato la Roma. «E’ un orgoglio essere qui». Un orgoglio. Erik è a Roma solo da qualche giorno, ma parla già la stessa lingua di DiBenedetto. Non è retorica. «La Roma è un orgoglio», disse una volta il calciatore più antiretorico che esista dai tempi di Gigi Meroni. Si chiama Daniele De Rossi, si legge Roma.
Erik, benvenuto a Roma. Su di te c’erano tanti club, anche in Italia. Cosa ti ha spinto a scegliere la Roma?
La Roma è una grande squadra, per me è un orgoglio essere arrivato qui.
Cosa conosci della Roma?
Ha grandi giocatori, un grande club, uno dei più importanti in Italia e nel mondo e per questo ho scelto di venire qui.
Hai già parlato con Luis Enrique? Hai conosciuto Totti?
Sì, sia ieri che oggi ho parlato un po’ con i compagni, almeno nei limiti del possibile, visto che sto imparando l’italiano per comunicare con loro.
Sei rimasto stupito dall’esclusione di Totti e Borriello contro lo Slovan?
Sì, ho visto la partita e mi è piaciuto come ha giocato la Roma. Il risultato secondo me è stato ingiusto. Non sono sorpreso dalle scelte, rispetto le decisioni dell’allenatore.
Sarai pronto per giovedì o per la prima di campionato? Quale è la tua collocazione tattica preferita?
Non ho fretta per recuperare, l’importante è che recuperi al 100% dall’infortunio e torni al massimo della condizione. Io in campo gioco come punta esterna, o a destra o a sinistra.
Pensi di avere le caratteristiche per poter fare uno dei due intermedi in un centrocampo a tre?
Ovviamente spetterà al mister scegliere dove farmi giocare. Durante gli allenamenti vedremo quale sarà la disposizione più adatta a me.
Sabatini ti ha definito un futuro scoop di mercato per la Roma. La definizione ti pesa? Realizzerai le aspettative, calcando le orme di Pastore?
Sono contento delle parole di Sabatini. Io prima devo pensare a recuperare dal mio infortunio, poi saranno il tempo e il campo a dire se manterrò le aspettative e le promesse. Hai fatto il Mondiale Under 20 da protagonista.
Il tuo arrivo in ritardo a Roma pensi potrà crearti qualche problema?
No, non credo. Come ho già detto innanzitutto penserò a recuperare dall’infortunio, partecipare agli allenamenti. Poi tutto verrà di conseguenza.
Si parla sia della tua qualità tecnica sia della tua personalità. Sai di essere arrivato in uno spogliatoio noto per aver fatto illustri vittime nel passato? La cosa ti spaventa o pensi che sarai alla loro altezza?
So che la Roma ha avuto grandi giocatori e che li ha ancora, essendo un grande club. Non ho timori, non mi preoccupa rapportarmi con loro nello spogliatoio, anzi ne sono orgoglioso.
Nella tua prima giornata romana ti sei fermato davanti all’Olimpico per fargli una foto. Hai pensato ad un sogno per la tua prima giornata in casa?
Sì, è uno stadio molto bello e per questo gli ho fatto la foto. Ovviamente sogno di esordire in casa con una vittoria.
Vuoi raccontarci qualcosa del tuo carattere? Come vivi questo tuo primo allontanamento da casa?
Non saprei come definirmi. A fine mese arriva la mia famiglia per me questo è molto importante e mi tranquillizza.
A quale campione del passato o del presente ti ispiri?
Ovviamente ci sono molti giocatori che mi piacciono a cui mi ispiro come Messi, tanti altri, ma ognuno deve essere se stesso e cercare di fare il massimo possibile.
Burdisso ha detto di avere già parlato con te. Pensi che la sua esperienza e quella di Heinze ti aiuteranno ad inserirti nel calcio italiano?
Sì, ovviamente è molto importante per me avere compagni di squadra argentini, che parlano la mia lingua e mi aiuteranno ad integrarmi.
Conosci la Lazio e Zarate? Hai un’idea delle difficoltà che sta vivendo? Perché hai scelto l’8?
Sì, conosco la Lazio e la rivalità con la Roma. Il numero di maglia è quello che preferivo tra i numeri liberi. Non voglio parlare di situazioni che non mi riguardano direttamente, ma sono certo che Zarate risolverà la sua situazione.
La Roma ha faticato a trovare il gol. Pensi che darai un contributo importante da questo punto di vista?
Spero di sì, mi piacerebbe dare il mio contributo. Appena sarò in condizione di giocare cercherò di dare il massimo.
Sia Roma sia River hanno tifoserie molto appassionate. Vuoi dire qualcosa ai tuoi nuovi tifosi?
Sì, sono tifoserie molto passionali. Ai tifosi della Roma prometto massimo impegno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA