rassegna stampa roma

«Mi giocherò le mie carte»

(Il Romanista-C.Zucchelli) Ha la faccia da bravo ragazzo. Forse troppo, in un ambiente come questo. Gianluca Curci, 26 anni e una carriera che prometteva scintille e che negli ultimi due anni sembra essersi bloccata,

Redazione

(Il Romanista-C.Zucchelli) Ha la faccia da bravo ragazzo. Forse troppo, in un ambiente come questo. Gianluca Curci, 26 anni e una carriera che prometteva scintille e che negli ultimi due anni sembra essersi bloccata,

è l’ultimo giocatore della Roma a presentarsi in conferenza stampa a Riscone. Davanti a lui ci sono pochi giornalisti, molti hanno lasciato il ritiro domenica, eppure il portiere che la Roma ha riscattato a giugno dalla Samp risponde a parecchie domande. Tra passato («sono cresciuto qui, è stato bello ritrovare Tancredi »), presente («questo ritiro è stato positivo») e soprattutto futuro: «Voglio giocarmi le mie chances. So che arriva Stekelenburg, un portiere forte e affidabile preso per fare il titolare, ma conosco le mie qualità e voglio giocarmela ». Magari riuscendo anche a riconquistare i tifosi, con cui il rapporto non è stato sempre ottimo: «Qualcuno mi ha criticato per le mie esultanze con Samp e Siena - ammette - ma io sono un professionista e ho sempre onorato le maglie che indossavo. Non ho mai voluto mancare di rispetto a nessuno».

Quale può essere il bilancio di questo ritiro? Il bilancio è più che positivo, almeno fino a questo momento. Bisogna migliorare tanto e il mister esige molto, c’è da lavorare ma questi sono stati dieci giorni molto positivi. Da voi portieri Luis Enrique vuole molto possesso palla. Sì, questo possesso palla ricorda quello del Barcellona. Lui vuole che il portiere sia uno in più nel possesso di palla e questa è una novità nel calcio italiano, una novità che ha portato lui e vedo che tutta la squadra così si diverte. Ha iniziato bene e speriamo continui ancora meglio.

Quale sarà il tuo futuro? Il mister non mi ha detto ancora niente. Sabatini però mi ha voluto qui, io sono sempre stato di proprietà della Roma, ma negli ultimi anni sono sempre andato a giocare altrove. Poi Sabatini mi ha detto invece di tornare e di rimanere qui e di giocarmi le mie chances. E’ quello che voglio fare.

Un parere su Stekelenburg? L’ho visto giocare con l’Olanda e ha fatto bene. E’ un ottimo portiere. E’ ancora giovane, ha 28 anni, ma ha esperienza. Dovrà abituarsi al campionato italiano ma è un ottimo portiere, un acquisto importante.

Può essere questo l’anno del tuo riscatto? L’ultimo anno per me è stato sfortunato, nonostante un girone d’andata molto positivo. Comunque questa parentesi è chiusa. Questo per me sarà un anno importante perché sono tornato alla Roma, spero sia l’anno della consacrazione definitiva. Spazio ci sarà per tutti, ci sono tante partite.

Quali sono gli obiettivi della Roma? La Roma è una squadra costruita per arrivare in alto, ha creato un giusto mix di esperienza e giovani di qualità, quindi possiamo puntare in alto. Almeno il terzo posto penso possa essere un obiettivo, un traguardo raggiungibile, ma ci vuole anche fortuna nel calcio.

Quando lo scorso anno la Roma fu sconfitta dalla Samp molti ti criticarono per la tua esultanza. Io sono un professionista, se la squadra in cui gioco vince sono contento. Non era però un’esultanza contro i tifosi della Roma, perché è la squadra per cui tifo da sempre ed è quella della mia città. Comunque sono tranquillo, sono in pochi a criticarmi per questo, dimostrerò loro che si sbagliano.

Tancredi ha detto che avresti bisogno di sbloccarti. Le parole di Tancredi mi fanno piacere. So che lui crede in me, mi ha già allenato. Sul mio blocco? Quando ne parlava forse si riferiva all’ambiente, perché non c’era tranquillità.

Come hai trovato lo spogliatoio? Lo spogliatoio è sereno, si scherza un po’ di più rispetto a prima e piano piano si stanno inserendo anche i nuovi. Sei soddisfatto di quella che è stata la tua carriera fino ad ora? Nei primi due anni a Roma è andata bene, poi sono andato fuori e ho fatto alcune esperienze, ora ho 26 anni ancora e credo per un portiere sia ancora una buona età. Spero di fare meglio, di crescere ancora di più e vediamo poi tra qualche anno come sarà andata.

Ti aspettavi di tornare a Roma quest’anno? Quando mi ha chiamato Sabatini e mi ha fortemente voluto qui, sono stato contento anche perché non me l’aspettavo. Lo devo ringraziare perché mi ha offerto la possibilità del rilancio.

Pensi di avere le caratteristiche del portiere che vuole Luis Enrique? Sì, a Trigoria fin da piccoli ti insegnano a giocare anche con i piedi, non ci saranno problemi. Ci stiamo allenando molto da questo punto di vista.

C’è stato qualche momento particolarmente difficile della tua carriera in cui pensi si sia spenta la luce? Non si è mai spenta la luce. Col Siena è stata una grande esperienza, ero titolare in una squadra di A. Con la Sampdoria l’anno scorso il girone d’andata era stato molto positivo, eravamo la miglior difesa e si parlava bene di me e della squadra. Poi il girone di ritorno ha cambiato le cose, comunque ora sono qui e va bene così, ho 26 anni ancora e, come ho detto, è un’età ancora buona per un portiere. Sicuramente c’è ancora da lavorare molto.

Sarete tu Stekelenburg e Lobont: pensi ci sia già una gerarchia? Sicuramente Stekelenburg partirà titolare, perché lo hanno comprato, hanno speso tanti soldi, è un portiere di esperienza e molto valido. Io però voglio mettere in difficoltà l’allenatore, credo di avere delle qualità, cercherò di metterlo in difficoltà lavorando al massimo. Anche con l’aiuto di Tancredi potrò fare bene.

Pensi che Cavasin ti abbia penalizzato? Non lo so, lui è venuto a otto giornate dalla fine per cercare di risolvere qualcosa, ma era molto difficile nella situazione in cui eravamo. In pochissimi sarebbero riusciti a tirarci fuori. Non mi ha penalizzato lui, è stato il contesto della società, dei tifosi che dovevano trovare un colpevole e hanno trovato me, come all’andata avevano trovato Di Carlo quando iniziavamo a non vincere. Cavasin sicuramente non c’entra.