rassegna stampa roma

«Mai vista una tifoseria così»

(Il Romanista – D.Giannini) – Quell’applauso finale nonostante la sconfitta è stata probabilmente la cosa più bella della domenica romanista. L’Olimpico ha capito che nella Roma vista contro il Cagliari ci sono stati i primi...

Redazione

(Il Romanista - D.Giannini) - Quell’applauso finale nonostante la sconfitta è stata probabilmente la cosa più bella della domenica romanista. L’Olimpico ha capito che nella Roma vista contro il Cagliari ci sono stati i primi segnali che qualcosa di grande potrà nascere.

Il popolo giallorosso è andato oltre il risultato e ha applaudito l’impegno e la voglia della squadra di arrivare a meta attraverso un’idea di calcio che per il nostro paese è una ventata di novità. Uno grande spettacolo quello offerto dal tifo romanista, uno stadio quasi pieno, come contro lo Slovan, per provare a soffiare alle spalle di questi ragazzi. Uno spettacolo, che ha fatto rimanere a bocca aperta in tanti. Pjanic, ad esempio, che ha provato ad entrare in campo a testa bassa per mantenere la concentrazione. Ma non ce l’ha proprio fatta ed ha alzato lo sguardo verso il cuore del tifo, mentre gli oltre 40mila dell’Olimpico già intonavano l’inno. Il bosniaco non è stato, però, l’unico a essere sbalordito. C’è chi ha dovuto comunicare al mondo le sensazioni provate domenica pomeriggio. «Non ho mai visto una cosa del genere. I romanisti sono unici». Queste le parole entusiaste di Antonio Llorente, uno dei membri dello staff tecnico di Luis Enrique. Forse, del gruppo, quello che è rimasto più impresso. I motivi? Più di uno. Intanto perché Antonio (o Tonin, come si fa chiamare) fa di cognome Llorente. Che per gli amanti del calcio significa tanto. Fratello di Paco e Julio, entrambi giocatori di grande livello, e di Josè Luis anche lui giocatore, ma di pallacaenstro, Tonin è nipote del mitico Francisco Gento, sublime ala del Real Madrid che dal 1956 al 1960 vinse 5 coppe Campioni consecutive (alle quali lui ne aggiunse un’altra da capitano nel 1966). Un altro motivo per il quale la sua presenza nella Roma ha incuriosito parecchio è proprio per il suo ruolo: mental coach.

Ovvero l’uomo che dovrebbe, nel tempo, riuscire a tirare fuori il meglio a livello mentale, appunto, dai giocatori. E’ lui, ad esempio, quello che ha portato in ritiro il girotondo, o quelle corse mano nella mano, e poi l’applauso che la squadra si fa da sola al termine di certi esercizi. Insomma, i tifosi romanisti hanno imparato a conoscerlo da subito. E da oggi lo sentiranno ancora più vicino. Perché Tonin, nato a Valladolid 47 anni fa e con alle spalle una carriera da cestista, ci ha messo davvero poco a calarsi anima e corpo nella nuova avventura. A poche ore della sconfitta bruciante contro il Cagliari ha scritto sul web la sua dichiarazione d’amore al popolo romanista: «Non ho mai visto una cosa del genere. I romanisti sono unici». Aggiungendo un link alle immagini su youtube dell’inno cantato domenica e un ulteriore commento: «La splendida Curva Sud oggi in gran forma». Roma gli è entrata nel cuore, prestissimo. Era stato sempre lui qualche settimana fa a pubblicare una foto del Colosseo di notte e a dire: «Vado a dormire dopo aver visto questa meraviglia». Una meraviglia. Quasi come la Sud.