rassegna stampa roma

«Ma quale scudetto… Squadra a pezzi e liti da condominio»

(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) «La verità è che noi romani, e i romanisti in particolare, siamo veramente un popolo di fregnoni: ci bastano due vittorie per gridare allo scudetto, e nel frattempo casca tutto a pezzi. Ma ci rendiamo conto di...

Redazione

(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) «La verità è che noi romani, e i romanisti in particolare, siamo veramente un popolo di fregnoni: ci bastano due vittorie per gridare allo scudetto, e nel frattempo casca tutto a pezzi. Ma ci rendiamo conto di cosa è diventata la Roma?

Una terra di nessuno, come ha detto giustamente De Rossi, in mano ai papponi, agli intermediari. Così non andiamo da nessuna parte, così si sfalda tutto» . Raggiunto al telefono mentre viaggia in autostrada, le parole vanno veloci come la sua auto, Carlo Verdone è un fiume in piena. «Deluso, arrabbiato, non ne posso più» . Di cosa, Verdone? «Ma di questa gestione assurda della Roma, che ormai va avanti da mesi. Di queste beghe da cortile, di queste liti da condominio, non se ne può più» . Ce l’ha con Ranieri e Totti? «Mano, loro sono soltanto delle vittime del vuoto societario. Saremmo ingiusti se ce la prendessimo solo con le scelte dell’allenatore o le esternazioni del capitano. In fondo, poi, cosa è successo a Genova? Sì, la carriera e l’importanza di Totti forse meritavano un pizzico di attenzione in più da parte di Ranieri, un ingresso in campo anticipato, anche perché quale giocata poteva tirare fuori in due minuti? Ma non me la sento di gettare la croce addosso all’allenatore, credo che la sua scelta, strana, sia stata dettata dalla confusione del momento, in fondo è stata una partita surreale» . Eppure Totti non l’ha presa bene... «Mi auguro sia stato solo lo sfogo di un momento. Totti è un simbolo, un grande giocatore e un bravo ragazzo. Però all’amico Francesco chiedo di essere un po’ più saggio, di usare l’intelligenza. Soprattutto in un momento tanto delicato» . Perché è così precaria la situazione? «Perché a Trigoria manca un capo che risolva i problemi, stabilisca delle regole, indichi la strada. Alla Roma non ci sono più punti di riferimento, navigano tutti a vista, giocatori, tecnico e dirigenti. Ognuno va per la sua strada. E questa precarietà va avanti da troppo tempo ormai, sta facendo danni incalcolabili. Possibile che noi tifosi dobbiamo accettare tutto questo? Ma se questa situazione si fosse verificata a Milano, cosa avrebbero fatto interisti e milanisti?» . Come se ne esce? «Ovviamente in un modo solo: con la cessione del club. Ho grande rispetto per la famiglia Sensi, ma così non si può più andare avanti. Cosa sta facendo UniCredit? Perché tutto questo tempo? Perché noi non sappiamo mai niente? La banca faccia in fretta, non c’è più tempo da perdere, ogni giorno che passa la squadra rischia di sfaldarsi un po’ di più» . Teme tempi ancora lunghi? «Non lo so, ma il sospetto c’è considerato lo stallo degli ultimi mesi. La vendano presto questa benedetta Roma, preferibilmente agli stranieri. Arabi o americani, di solito sono più ricchi e, soprattutto, più seri»