rassegna stampa roma

«Luis, così fan tutti»

(Il Messaggero – S.Carina) Una decisione, quella di escludere Osvaldo dalla prossima trasferta di Firenze, che fa discutere. Non solo all’interno della squadra – dove in molti la pensano in modo diametralmente opposto – ma anche in...

Redazione

(Il Messaggero - S.Carina) Una decisione, quella di escludere Osvaldo dalla prossima trasferta di Firenze, che fa discutere. Non solo all’interno della squadra – dove in molti la pensano in modo diametralmente opposto – ma anche in città. Ieri, davanti al cancello del centro sportivo di Trigoria, è apparsa una scritta eloquente: «Giù le mani da Osvaldo».

Un pensiero che ricalca da vicino quanto si è ascoltato per gran parte della giornata nell’emittenza radiofonica locale, stella polare degli umori della tifoseria: «Il problema è che così facendo la Roma si sta dando la zappa sui piedi - ha spiegato un ascoltatore - Ma non poteva bastare la multa di 50mila euro?». È la domanda ricorrente che ha caratterizzato ore di discussioni interminabili: «I penalizzati siamo noi tifosi: perché debbo comprare un biglietto per Firenze sapendo che Osvaldo non giocherà per un’imposizione dell’allenatore? Ma perché quando Ibrahomovic si prese a pugni con Onyewu poi la domenica seguente venne impiegato regolarmente?». Difficile trovare qualcuno a favore della decisione di Luis Enrique.

Momento difficile per il tecnico spagnolo: dopo aver suscitato perplessità tecniche ora la sua immagine inizia a vacillare anche per l’intransigenza che lo contraddistingue in tutto quello che fa: «Il problema è che la Roma è affetta da fenomenite – si lamenta polemicamente un tifoso - Bisogna sempre fare cose difficili per dimostrare di essere diversi. E così abbiamo Luis Enrique che cambia 14 formazioni in altrettante partite o impiega giocatori fuori ruolo. Per non parlare della dirigenza: ma che bisogno c’era da parte di Baldini di sbandierare ai quattro venti l’accaduto? Non poteva limitarsi a sminuire la faccenda come accade nel 99,99% dei club del mondo?».

Nella discussione s’inserisce anche un sostenitore della Lazio, che per una volta mette da parte lo sfottò: «Sono cose che non dovrebbero succedere ma che accadono in tutti gli spogliatoi. Ma perché non fate una telefonata a Pulici o a D’Amico e vi fate raccontare qualche lite nell’anno del primo scudetto? Lo schiaffo di Osvaldo passerebbe poi per una carezza». Parole e riflessioni della gente comune che vengono intervallate dalle dichiarazioni di alcuni addetti ai lavori. Sul tema del giorno, almeno nella capitale, interviene anche Antonio Conte, tecnico della Juventus: «Lo spogliatoio è sacro e alcune cose non dovrebbero essere riportate. Non mi piace questo Grande Fratello, non è bello. Adesso bastano due starnuti e si scrive subito che un giocatore ha l’influenza. Le scazzottate a volte servono per costruire qualcosa di importante ma è fondamentale che tutto resti lì».

È poi il turno di Mingazzini, al quale due anni fa lo stesso Osvaldo rifilò un uno-due da ko in allenamento: «Il nostro caso è stato particolare, a seguito di uno scontro di gioco – ha spiegato a Radiosportiva - Dopo aver litigato di brutto, la sera eravamo già accanto a tavola a ridere e scherzare. Spesso succede di peggio e dallo spogliatoio non esce niente. Mi chiedo il perché si sia voluto far sapere all’esterno». Non è l’unico a domandarselo.