(Il Romanista - V.Meta) La Roma agli americani? Yes, we can. I romanisti d’America non hanno dubbi: se davvero un gruppo statunitense riuscisse ad acquistare la società, per i colori giallorossi si tratterebbe di un grosso passo avanti, almeno stando all’opinione di chi conosce bene tanto la Roma quanto gli States.
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«L’America è già innamorata della Roma»
(Il Romanista – V.Meta) La Roma agli americani? Yes, we can. I romanisti d’America non hanno dubbi: se davvero un gruppo statunitense riuscisse ad acquistare la società, per i colori giallorossi si tratterebbe di un grosso passo avanti,...
Vincenzo Sorano, medico al Policlinico di Chicago, nonché fondatore del Roma Club della capitale dell’Illinois, guarda con favore un ingresso statunitense nella società: «Me lo auguro - dice -. Sento di un possibile ritorno di Angelucci e francamente spero proprio di no. Sono convinto che un investitore americano riuscirebbe a far fare alla Roma un salto di qualità, garantendole gli investimenti che soli possono farla competere ad armi pari con i grandi club del Nord».
In città, la vicenda è sulla bocca di tutti già da un po’. Negli Usa se n’è occupato il Boston Globe, ma quale spazio ha avuto la notizie negli altri media? «In realtà non se n’è parlato molto a livello giornalistico. Posso dire però che nel mio club ho sentito diversi che si dicevano felicissimi qualora l’affare dovesse andare in porto. Il guaio è che negli ultimi anni abbiamo sperimentato grosse delusioni, per cui ora è come se fossimo un po’ anestetizzati rispetto a queste voci. La cordata di imprenditori? Non ne so nulla, prima sembrava fossero quelli del gruppo Gap-Banana Republic, ora sento parlare dei Red Sox. In ogni caso si tratterebbe di gente importante».
Il suo club a Chicago mette insieme tifosi storici, romanisti acquisiti e anche stranieri guadagnati alla causa giallorossa: ma quale potrebbe essere l’effettivo fascino che il marchio Roma potrebbe esercitare al di là dell’Atlantico? «Credo che qui la Roma abbia un mercato potenziale molto ampio - dice ancora Sorano -. Innanzitutto perché contrariamente a quello che si pensa, il calcio negli Stati Uniti è molto popolare, specie a livello di vita quotidiana: i campi di calcio sono ovunque e sono tanti i turisti americani che vanno a vedere la Roma quando sono in vacanza in Italia. Gli italiani all’estero che tifano Roma non sono molti, prevalgono sempre i club del Nord, anche se ultimamente ho notato un’inversione di tendenza. Io però sono convinto che il potenziale della Roma sia enorme proprio sugli americani: è una squadra simpatica e poi ha Totti».
Le ragioni commerciali non sono però le uniche a motivare le speranze di Sorano: un aspetto importante è quello della stabilità finanziaria. «Checché se ne dica, l’economia statunitense è più solida della nostra e poi ci sono leggi che garantiscono la tracciabilità dei capitali investiti. Per questo dico che sarebbe un bene se fosse un gruppo americano a prendere la Roma». Nell’anno delle ultime primarie Usa, Sorano realizzò uno striscione con la scritta "la Roma non si discute, si ObAma": è pronto a tirarlo fuori di nuovo? «Certamente. Se un acquirente estero riuscisse finalmente a inserirsi nel calcio italiano, sarebbe come la vittoria di Obama: una cosa che va oltre le ragionevoli speranze. Ma non so se succederà, temo che i poteri forti del nostro calcio possano metterci i bastoni fra le ruote».
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