(Il Romanista - D.Galli) - «Se il calcioscommesse può creare qualche intoppo? Non credo proprio, perché la Roma non ha nulla da temere ». L’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni rassicura i romanisti.
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«La Roma non ha nulla da temere»
(Il Romanista – D.Galli) – «Se il calcioscommesse può creare qualche intoppo? Non credo proprio, perché la Roma non ha nulla da temere ». L’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni rassicura i romanisti.
Lo scandalo sollevato dall’inchiesta di Cremona non creerà alcun problema. Saranno rispettati i tempi per il trasferimento del pacchetto di maggioranza del club alla Neep, la holding per il 60% americana e per il 40% della banca. Quando? «Credo che il closing (la firma dei contratti definitivi, ndr) sia confermato il 4 luglio», dice Ghizzoni. La Roma è pulita, come hanno dimostrato le falsità su Totti e De Rossi. «Resto basito per come si possa dare credito a delle persone che ce l’hanno scritto in fronte che sono dei millantatori», commentava ieri il direttore operativo della Roma, Gian Paolo Montali. «Non riesco davvero a capire questo livore verso la nostra società e i singoli giocatori. Resto sconcertato - ha detto Montali - da come si possa dare credito, con tanta leggerezza, a certi millantatori. Noi cercheremo di difenderci nelle sedi opportune e abbiamo la massima fiducia negli organi competenti. Ma se il lavoro degli inquirenti sarà certamente serio, non lo è stato altrettanto dare in pasto all’opinione pubblica certe notizie riguardanti la Roma. Il danno è stato comunque fatto e ora sarà difficile recuperarlo. La calunnia, purtroppo, è un venticello che cresce piano piano». L’indagine non sta toccando nemmeno la Serie A, per ora. L’unica gara che compare nelle seicento pagine dell’ordinanza è Inter-Lecce. Che però termina 1-0, mentre l’organizzazione aveva giocato sull’over. Almeno tre gol. Dunque, di sicuro non si può parlare di combine riuscita. Forse, ma va provato, di tentato illecito. Qualche club, come il Chievo, ha minacciato azioni giudiziarie bollando come «illazioni» le indiscrezioni su presunte telefonate tra Pellissier, il "Pelli" delle intercettazioni, e i soggetti coinvolti nello scandalo. Trema l’Atalanta, che la A se l’è conquistata sul campo - un migliaio di tifosi ha manifestato ieri al grido di «basta fango su tv e giornali» - e che però, dicono a Cremona, rischia grosso. Oltre ad Atalanta- Piacenza 3-0, tra le partite sospette c’è Padova-Atalanta 1-1. Nella telefonata del 25 marzo 2011, il giorno prima di Padova-Atalanta, «Pirani informa Tuccella (uno degli indagati, ndr) del risultato finale, avendo appreso con sicurezza che c’era stato un accordo tra società». Lo scrive il gip Guido Salvini nell’ordinanza. Che poi aggiunge: «Tuccella riferisce d’aver parlato con un grande amico del capitano (Doni, ndr) che gli aveva confermato l’avvenuta combine». Doni avrebbe dato 10 mila euro a un amico affinché li puntasse sulla partita. Gli inquirenti stanno lavorando per capire se esista o meno un livello superiore a quello dei vari Paoloni (che sarà interrogato oggi), Pirani, Erodiani e soci. Questi sono pesci piccoli. Qualcuno potrebbe avere agito da prestanome per soggetti finanziariamente più potenti. I pesci grandi. Il livello superiore, appunto. Nel mirino della magistratura c’è un gruppo di scommettitori con base a Singapore. È lì che si sarebbero giocate nel più assoluto anonimato cifre definite importanti. La magistratura conta di poter ricostruire questi passaggi dopo avere ascoltato Sartor. Sarebbe lui il "Gigi" delle intercettazioni, l’ex calciatore indicato dal commercialista Manlio Bruni come l’intermediario tra Signori e gli asiatici. Ha ammesso di conoscere l’ex punta della Lazio. Sarà interrogato nei prossimi giorni. Poi, Di Martino deciderà sugli eventuali nuovi nomi da iscrivere nel registro degli indagati.
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