rassegna stampa roma

«La Roma è calore, la Juve fa la vita grigia»

(Il Romanista – M.Macedonio) – «Il giallo e il rosso? I colori più belli del mondo». Quando sente parlare di Roma si “scioglie”, Gianfranco Zigoni. Anche se lui, centravanti d’altri tempi, quella maglia l’ha indossata per...

Redazione

(Il Romanista - M.Macedonio) - «Il giallo e il rosso? I colori più belli del mondo». Quando sente parlare di Roma si “scioglie”, Gianfranco Zigoni. Anche se lui, centravanti d’altri tempi, quella maglia l’ha indossata per due sole stagioni, dal ’70 al ’72.

«Gli anni più belli della mia vita» aggiunge, perché non vi siano dubbi sul suo attaccamento ad una squadra e a una città intera. Torna su quei due colori, l’ex attaccante: «Sono i più belli perché fanno calore – dice. – Non come il bianco e il nero, che fanno la vita più grigia. Più spenta. Beninteso, non ho nulla contro la Juventus, in cui ho giocato per tanti anni, però Roma è stata un’altra cosa. Un amore che viene da lontano. Perché da piccolo ero sì, tifoso del Toro, ma mi piaceva già la Roma. Perché avevo il prete, tifoso romanista, che mi diceva “il Papa è a Roma e per questo bisogna amare la Roma”».

 

Certo è che, dalle tue parti, vicino Treviso, non è facile riscontrare tutta questa simpatia nei confronti della Capitale.

Non credere che sia davvero così. Qui a Oderzo, che è un’antica colonia romana, ci sono parecchi romanisti. Mio figlio, ad esempio, è un tifoso sfegatato della Roma. E senza che io abbia fatto nulla per farcelo diventare.

Due anni importanti per te, che arrivasti proprio dalla Juve insieme a Del Sol e Roberto Vieri, il papà di Christian (c’era anche il difensore Viganò, che però non avrebbe giocato mai, ndr), nello scambio con Capello, Spinosi e Landini, che in quell’estate del ’70 scatenò non poche polemiche.

Sì, è vero. Però riuscimmo comunque a stabilire un buon rapporto con i tifosi. Un ricordo, quello che ho della curva, che non cancellerò mai più. Io e Luis eravamo praticamente titolari. Solo Bob fece qualche partita in meno. Io ne giocai 25 la prima stagione e 24 la seconda. Su 30 che se ne disputavano in totale (la serie A era a 16 squadre, ndr).

Tu, in particolare, segnasti anche diversi gol…

Gli almanacchi ne riportano 5 il primo anno e 7 nel secondo. Che senza rigori non erano comunque pochi, di quei tempi. In realtà ne feci 6 e 8, perché in entrambi i casi me ne tolsero uno assegnandolo come autogol. Ed è una cosa che mi rompe molto, perché se si trattasse di un’altra squadra, pazienza. Ma si tratta della Roma, e allora ci tengo. Ti basti che una volta fu per una deviazione… con i peli della gamba, tanto era ridicola. Roba di centimetri. Si giocava a Bergamo e feci gol su punizione. Oggi lo darebbero all’attaccante anche con cinque metri di cambio di direzione! L’anno prima, invece, fu in un Roma-Cagliari. Segnai colpendo di testa. Ma siccome insieme a me si tuffò anche Niccolai, che era famoso per le sue autoreti, pensarono bene di attribuire il gol a lui. E ancora mi secca, questa storia...

Dopo Roma, andasti a Verona, più vicino a casa.

La vicinanza non è mai stata importante per me. La mia casa è ovunque. Io amo l’Italia e sono italiano. Ma anche cittadino del mondo. E poco mi importa di dove abiti uno o un altro. Io vado dove sto bene. E ammetto che anche a Verona mi sono trovato benissimo, perché un po’ mi ricordava Roma. Anche lì, tanta passione da parte dei tifosi. E il buon vino, come quello dei Castelli.

Torniamo ad oggi. Come vedi il confronto di domenica sera con i bianconeri?

Non vorrei dirlo, per scaramanzia, ma credo che questa Roma sia molto più forte della Juventus. La gara, tra l’altro, è più importante per la Roma, perché deve raggiungere il quarto posto, mentre non penso che loro ci tengano così tanto a giocare quella coppa lì, come si chiama… l’Europa League. E poi, so che mancheranno Chiellini e Del Piero, che sono due pilastri di quella squadra. Per carità, gli auguro di guarire presto. Magari da lunedì, e non prima.

Due incontri cruciali per la Roma: questo e poi quello al “Friuli”.

A Udine ci sarò di sicuro. Vado sempre a vedere la Roma quando viene da queste parti. E, fortunatamente, l’ho spesso vista vincere. In queste due gare mi aspetto molto da Borriello. Non capisco cosa gli stia succedendo. Mi sembra che all’inizio avesse portato molto entusiasmo. Ha anche segnato molti gol. Non so quindi spiegarmi questa sua esclusione, oggi. Ma forse, mi dico, se Borriello non gioca, significa che è una grande Roma e c’è, in squadra, chi sta facendo meglio di lui…

A proposito di centravanti, ce n’è un altro, stavolta in panchina. Cosa ne pensi di Vincenzo Montella come tecnico?

L’ho sentito parlare e mi son fatto l’idea che sia un ragazzo molto intelligente. Non avrà ancora una grande esperienza, ma se uno ha giocato per tanti anni, a quei livelli, ed è appunto intelligente, può solo far bene. Chissà che con lui la Roma non abbia già trovato il suo allenatore. Dico solo che se avesse un cognome straniero, lo considereremmo già fortissimo. Oggi viene molto esaltato Leonardo. Montella non saprà forse cinque lingue, ma non credo che serva questo per allenare una squadra. Lui è bravo e gli auguro di continuare in questo modo.

E dell’arrivo di DiBenedetto e soci?

Per me, che siano americani, africani o arabi, non fa differenza. Mi interessa solo che facciano vincere la Roma. E spero quindi in un ritorno, prossimo, dello scudetto. Quel RomaSamp dell’anno scorso ancora mi rode dentro. Ci son stato troppo male. E non voglio più vederne di partite così…