rassegna stampa roma

«La Roma attacca come dico io…»

(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) C’è un clima sereno a Trigoria, la vigilia della partita contro l’Inter non ha l’at­mosfera pesante di una sfida già decisiva. In­fatti non lo è, Luis Enrique non rischia il po­sto neanche in...

Redazione

(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) C’è un clima sereno a Trigoria, la vigilia della partita contro l’Inter non ha l’at­mosfera pesante di una sfida già decisiva. In­fatti non lo è, Luis Enrique non rischia il po­sto neanche in caso di sconfitta, ha ricevuto ampie assicurazioni al riguardo. L’istituto dell’esonero non rientra nella filosofia dei nuovi dirigenti.

Così Luis Enrinque si mostra tranquillo, è anche in vena di battute. Ha la consapevolez­za che la squadra sia pronta:«E’ stata una settimana di ot­timi allenamenti, è migliora­ta la quantità e qualità del la­voro» . CALMA -E’ molto diplomatico quando si espri­me sull’Inter già in crisi:«Come noi non ha cominciato bene la stagione, farà di tutto per riscattarsi, non ha avuto fortuna sotto porta, ha ottimi giocatori». La panchina dell’Inter vacilla, la sua no:«Il calcio è uguale ovunque, non mi sorprende, anche in Spagna non c’è pazienza, quando i risultati non arrivano è così, ma Ga­sperini è un grande allenato­re e lo dimostrerà». Ha incas­sato la fiducia dei dirigenti nei giorni scorsi. Ma Luis En­rique è realista e leale:«Con i dirigenti c’è una relazione franca e leale, sono entusia­sta di vivere questa esperien­za che ritengo molto importante. Ringrazio per la fiducia che mi è stata dimostrata, quando la società non dovesse credere più in me risolveremo facilmente il rapporto. Non ho alcuna intenzione di restare aggrap­pato alla poltrona, sono qui per passione, per l’idea di fare un certo calcio. Anche i gioca­tori hanno capito questo. Sto benissimo in questa città, ho l’opportunità di conoscere una nuova lingua, una nuova cultura, sono felicissimo, spero di restare almeno per i due anni di contratto». Alla Roma che ha in testa manca poco:«Fa­re un gol in più dell’avversario, spero dalla prossima partita». Sulla formazione non si sbilancia:«Faccio la mia scelta sempre allo stesso modo, devo vedere sempre la fame, lavoglia, cerco di mettere quelli che considero i migliori. Per quanto riguarda la gara con l’Inter non sappiamo cosa ci aspetterà, se la difesa a tre o a quattro, sarà difficile per noi, ma faremo bene. Sono sicuro che con il pas­sare delle partite, andrà sempre meglio, non so se segneremo tanti gol ma creeremo tante occasioni. Ho visto bene Borini, Borriello, ma anche Osvaldo e Bojan. Per me le concorren­za è vitale». I gol arriveranno, perchè la sua filosofia è quel­la di andare sempre all’attac­co:«Tre attaccanti, come mi­nimo. Sempre. In qualche partita anche di più. Per que­sto ho bisogno di tanti gioca­tori offensivi. Sono fortunato ad averne tanti. Un attaccan­te si preoccupa quando la palla non arriva nell’area di rigore, ma non è il caso nostro». SICUREZZA -Non è il tipo che cambia modulo facilmente:«Può presentarsi una situazione che induce a farlo, ma ad oggi continuo ad avere fiducia nel mio sistema e le mie scelte le faccio indipendentemente dall’avversa­rio ». L’assenza di De La Pe­na, il suo principale collabo­ratore tornato in Spagna non lo preoccupa:«Non mi sento solo, assolutamente. Lo staff è quello che volevo, questa re­sta un’avventura entusia­smante ». Ci vorrebbe una vit­toria per portare entusiasmo nel gruppo:«Spero che sia la partita della svolta, sarà difficile per entram­be. Credo che la squadra che vincerà avrà un incremento della sua fiducia. Ho visto le sta­tistiche, la Roma nelle ultime dieci partite a San Siro con l’Inter ha collezionato 5 sconfit­te, 4 pareggi e una vittoria, ma io vado a Mi­lano fiducioso». E’ convinto che la posizione assegnata a Totti sia la migliore:«Non solo per fare gol, ma anche per l’assist per i com­pagni. Francesco è stato bravissimo ad orga­nizzare la cena con tutti i compagni, è stato perfetto. Più la squadra è unita e meglio è». Non boccia Pizarro, che ha una chance di tro­vare spazio:«E’ stato infortunato a lungo ma si adatta perfettamente alla mia idea di gio­co, ai meccanismi».