(repubblica.it - F.Bocca) La nazionale non è una squadra come le altre, ma non per il suo particolare e spesso contrastato assemblaggio, ma per ciò che rappresenta, per lo spirito, per la maglia e la bandiera che unisce tutti, particolarmente in questi giorni in cui si festeggia il 150° anniversario dell’unità nazionale.
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L'Italia e il codice etico: De Rossi capirà la lezione, ma Balotelli?
(repubblica.it – F.Bocca) La nazionale non è una squadra come le altre, ma non per il suo particolare e spesso contrastato assemblaggio, ma per ciò che rappresenta, per lo spirito, per la maglia e la bandiera che unisce tutti,...
In nazionale vanno i migliori e anche i più meritevoli (almeno dovrebbero…): De Rossi e Balotelli ne sono stati esclusi in quanto macchiatisi di falli particolarmente violenti, che affatto si addicono con lo spirito stesso della nazionale, che non ammette violazioni al dovere di correttezza e sportività. Non sempre il principio è stato rispettato, ma adesso c’è un regolamento – un codice etico introdotto ad agosto proprio all’esordio della nuova gestione di Cesare Prandelli – e quindi i due restano fuori dalla convocazione per una coppia di partite, la prima con la Slovenia addirittura particolarmente importante per la qualificazione ai prossimi Europei.
De Rossi è un campione del mondo ed è un titolare della squadra di Prandelli (ha giocato 4 partite con la nuova gestione e particolarmente bene l’ultima amichevole in Germania), Balotelli dovrebbe essere uno dei fondamenti della squadra del futuro, un giocatore su cui il ct ha puntato molto, ma finora si è visto solo un paio di volte. Un calciatore e particolarmente un grande calciatore ha il dovere di smettere presto di essere bambino, di non usare la giovane età come scusa, di avere un comportamento irreprensibile. O almeno normale. E lui ne è spesso al di sotto. Il calcio, nonostante le decine di telecamere in campo, sta diventando sempre più aggressivo, maleducato, volgare: un terreno di gioco dove si applica la legge del più forte. In poco tempo abbiamo assistito ai pugni di Chivu, alle testate di Eto’o e di Gattuso, ai colpi scorretti di Ibrahimovic, alle gomitate di De Rossi, ai colpi di karate di Balotelli, e anche ai colpi di Matuzalem.
Ogni settimana un episodio, in un crescendo di volgarità. Che la prova tv evidenzia, ma evidentemente non scoraggia del tutto. L’applicazione del “codice etico” ha destato non polemiche, ma un certo stupore come se ne calcio derogare a certi principi, certe idee sia ormai normale. In realtà la nazionale, sia pure con qualche eccezione, si è sempre adeguata a questa regola. E’ sempre stato così, ha sempre cercato di dare l’esempio. La nazionale avrebbe potuto aggirare la regola, nel caso di Balotelli, giustificandosi dietro il paravento del “fallo di gioco”, sia pure violento e scomposto. Ma non lo ha fatto e bisogna apprezzare la correttezza bearzottiana di Prandelli. De Rossi è ormai un campione maturo, non nuovo in verità a fatti del genere, ma tenendo molto alla nazionale per il futuro, si spera che tragga insegnamento dal provvedimento.
Il problema invece per Balotelli – detto da uno che è sempre rimasto colpito dalla sua esplosione nel calcio italiano – non è tanto questa esclusione per motivi disciplinari, quanto l’accorgersi che si può fare benissimo a meno di lui. Sarà questa la lezione più importante.
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