rassegna stampa roma

L’idea Roma? E’ nata al Trinity College

(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Boston, Cambridge, Miami, l’East Coast da nord a sud, on the road. L’America ieri e oggi. La vecchia Europa, i ricordi del college, le brezze dell’Atlantico, palme, sole, 41 ° all’ombra.

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Boston, Cambridge, Miami, l’East Coast da nord a sud, on the road. L’America ieri e oggi. La vecchia Europa, i ricordi del college, le brezze dell’Atlantico, palme, sole, 41 ° all’ombra.

Atmosfere beat, viaggio in sella ad un’Harley, easy rider, voglia di evasione. E, chissà, di stringersi un po’. L’american dream giallorosso corre veloce lungo la costa atlantica, fa tappa pure a New York, in riva all’Hudson. Manhattan, Midtown, il cuore della Grande Mela, i grattacieli delle cartoline. Su Park Avenue, negli uffici della Piper Jaffray bank, una sciarpa della Roma fa bella mostra di sè, in un muro portante, presto un segno del trionfo. L’ha appesa Thomas Richard Di-Benedetto nei giorni «caldi» della trattativa con UniCredit, mentre fuori la neve se ne fregava, I suoi soci nei Red Sox scelsero il calcio inglese. Così, in quel momento, DiBenedetto fece rotta su Trigoria e accompagnava il sogno. «We are very close» , la frase pronunciata ai vertici UniCredit che ha sgombrato il campo dagli ultimi ostacoli, il preludio all’accordo. «Siamo molto vicini» , ha detto Tom, 61 anni, una antica passione sportiva riversata nei Red Sox, una recente cotta calcistica, per la Magica. Questo accadeva il 25 gennaio.

Che squadra E però era già venuto tutto prima. Molto prima. Otto, nove mesi fa. L’idea, lo scouting, la condivisione. Erano cinque amici al Trinity College... tra un testo di economia e una pinta di birra. Il progetto Roma ha preso corpo lì, «interessa l’oggetto?» . Tom ha avuto l’idea quando i soci della New England Sports Ventures, quelli con cui gestisce i Red Sox, hanno dirottato sul Liverpool. Avevano pensato anche alla Roma. «Allora — si è detto — la Roma la prendo io» . Ha chiamato quattro amici, conosciuti all’università o nei viaggi tra Boston e Miami, dove va svernare l’estate. Tutti passati da Harvard, Providence, o dal glorioso Mit. Michael Ruane, Richard D’Amore, Julian Movsesian, Arthur Falcone. Cuore bostoniano, anima italiana, il team è fatto.

Che storie Thomas Richard Di-Benedetto, 61 anni, sposato con Linda, cinque figli, uno ha tentato di piazzarlo nei Red Sox, ma con scarsi risultati. Vabbè, di lui sappiamo quasi tutto, ormai. I suoi investimenti, dai software industriali agli strumenti di depilazione. E poi, un guru del managing sportivo, proprio quel che ci vuole per rilanciare la Roma. Perciò, Tom perdonerà, ma la storia da raccontare, la più affascinante, è quella di Julian Movsesian. Il classico self made man: armeno di genitori egiziani, emigrato negli States a 17 anni, si è pagato gli studi cuocendo hamburger al McDonald’s, ha fatto fortuna con le assicurazioni sulla vita. E adesso, vuole divertirsi con la Roma. «I’m so excited...» . Non vede l’ora. Non è il solo.