rassegna stampa roma

Lichtsteiner «I rigori li danno solo alla Roma»

(Gazzetta dello Sport – G.Greison) È un peccato, far finire la partita così. Con alcune immagini da incorniciare, quando a Roma si è fatta notte.

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(Gazzetta dello Sport - G.Greison) È un peccato, far finire la partita così. Con alcune immagini da incorniciare, quando a Roma si è fatta notte.

Ma è quella del gol, che non è arrivato, che ha lasciato il segno. E, a caldo, non c’è tempo per pensare a quelle azioni del primo tempo, in cui in tanti ci hanno provato. Il tiro alto di Zarate, la testa di Brocchi e quel pallone che va vicino al palo, Floccari che tira e Buffon che para, Muslera sul tiro di Matri. E, poi, nella ripresa, ancora: Brocchi che la manda di poco alta, Hernanes che lancia un siluro, e Buffon si butta, per mandarla in angolo. Tutte azioni importanti, da incorniciare, ma adesso si pensa a quei tre punti, giocati e persi. Ai falli, alle decisioni arbitrali. L’uomo partita Dunque, Brocchi. È lui che fa la partita, con la testa, prima dei piedi. Infatti, in quel ruolo non suo, esterno, come non ci giocava più da un po’. Doveva marcare Krasic, erano questi gli ordini di Reja. E così ha fatto. E anche bene. Proprio quel Krasic, che aveva deciso la partita nella gara d’andata. Bravo Brocchi, prima con la testa, che con i piedi. Con la testa, infatti, cerca prima il gol. Con la testa, inquadra bene la porta, ma di poco poi la manda vicino al palo. Poi, con i piedi. Secondo tempo, stavolta. Tiro di pochissimo alto, e gran sospiro di tutti. Brocchi, che prima della partita aveva annunciato a tutti che era la sua sfida, si sentiva carico: «Sarà importante, per me, giocarla bene» . E lo ha fatto.

Gli altri eroi Chi insinua, qui, fuori dagli spogliatoi, è Lichtsteiner: «I rigori li danno solo alla Roma» , dice a tutti. È lui che si prende il fagotto sulle spalle, e lancia in cielo quello che pensano anche gli altri, ma non dicono. Ma, in campo, si sono dati tutti da fare. Anche Zarate, c’era. Di piedi, di gambe, di corsa. Sempre sulla palla. Già al settimo minuto del primo tempo, quel tiro ha fatto stropicciare gli occhi ai tifosi. Poi, Muslera. E questa Juventus che è un po'la sua nemica, imperfetta. Krasic aveva beffato proprio lui. E, stavolta, in questa partita di ritorno, è stato lo stesso. Beh, ecco, se non ci fosse stata la deviazione di Scaloni, no, non sarebbe entrata. Ma la sua parata più bella, sul tiro di Matri. Vale come un gol, grida qualcuno. Infatti, fiero, dice: «È stata una parata importante, decisiva, non era per niente semplice. Il pallone è andato indietro senza volere, fortunatamente l’ho parata con i piedi. Ora dobbiamo proseguire su questi ritmi, stiamo giocando bene il pallone ma l'unica cosa che ci manca è la concretezza. Bisogna segnare» . Era la fine del primo tempo. Hanno segnato gli altri. La Lazio, invece, ha finito in dieci, e Ledesma salterà la partita più importante dell’anno, a Udine, dove potrebbe mancare anche Biava, uscito malconcio. Piove sul bagnato.