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Liberi di tifare

(Il Romanista – P.Cemto) La decisione assunta è incomprensibile, penalizza i tifosi della Roma e mette in crisi la regolarità di una qualificazione andata-ritorno.

Redazione

(Il Romanista - P.Cemto) La decisione assunta è incomprensibile, penalizza i tifosi della Roma e mette in crisi la regolarità di una qualificazione andata-ritorno.

Verrà a mancare la par condicio calcistica. Questa è disparità di trattamento, si fanno due pesi e due misure, perché i tifosi dell’Inter a Roma erano regolarmente presenti. Si tratta di un problema di ordine pubblico, ovvero l’impianto di Milano non consente la stessa sicurezza che poteva essere garantita nella partita d’andata all’Olimpico? Lo si dica. L’Inter non può garantire la sicurezza nel caso in cui arrivino migliaia di tifosi giallorossi? Lo si dica. Insomma, non nascondano le ragioni di un provvedimento che risulta ai più inspiegabile. E’ in ballo la dignità della città di Roma. Non è la prima volta che ci ritroviamo a parlare di queste cose. E’ successo in Chievo-Roma e succederà in occasione di Bari-Roma di dopodomani. Io credo che la nostra società calcistica debba decidere a chi far prendere la parola e difendersi, portando avanti una battaglia che, innanzitutto, riguarderebbe tutti e, in secondo luogo, dovrà essere tesa a tutelare i risultati e, mi ripeto, quella parcondicio calcistica che in questo momento viene a mancare.

 

Il Casms, di fatto, certifica che la partita a Milano è meno sicura che a Roma. Questo lo si evince a rigor di logica: se romanisti e interisti potevano coesistere a Roma, non vedo perché non debbano farlo in Lombardia. Ma allora mi chiedo: San Siro è meno sicuro dello stadio Olimpico? Non mi pare. A Milano c’è incapacità di organizzare l’evento? Non mi pare neanche questo. E allora ci spieghino: qual è il motivo? Altrimenti continueremo a parlare di diverso trattamento e a dubitare che ci sia campanilismo anche nelle scelte. Comunque noi, intesi come Roma Club Montecitorio, solleciteremmo un’interrogazione parlamentare. Ma ovviamente sarebbe inutile e burocratica, perché la risposta coinvolgerebbe il Ministro degli Interni Roberto Maroni, colui che queste leggi le ha volute. Maroni, comunque, farebbe bene a far sapere a tutti se a Milano, quella che per lui probabilmente è la “Capitale della Lombardia”, l’ordine pubblico non può essere garantito. E perché?