(Il Romanista - M.Izzi) - E’ la voce di Luca Pelosi a sussurrarmi l’ingrato compito: «Facci 60 righe sui derby di Falcao». Perché c’era il derby quando Falcao giocava con la Roma?
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Li annientò non considerandoli
(Il Romanista – M.Izzi) – E’ la voce di Luca Pelosi a sussurrarmi l’ingrato compito: «Facci 60 righe sui derby di Falcao». Perché c’era il derby quando Falcao giocava con la Roma?
Pian pianino, dalle nebbie della memoria riemergono i Podavini e i Filisetti e ohibò, il brasiliano Batista. Adesso sì, ricordo, sono legatissimo a Batista, per l’allegria sconfinata (Totò direbbe lo “scompiscio”) che ci ha regalato per mesi, quando noi tifosi della Roma leggevamo i paragoni improbabili che certi giornali imbastivano tra i «due ex giocatori del Porto Alegre». Batista, meglio conosciuto come “er cameriere de Falcao”, impersona in maniera assolutamente paradigmatica un’era del derby senza derby. Un momento in cui la sproporzione tra le due squadre era così abissale da essere ridicola. Diciamolo chiaramente, per i tifosi della Lazio, e c’è da capirli, la Roma di Falcao era un castigo divino (del resto i soprannomi non si danno a caso …).
L’invidia biancoceleste cresceva così tanto, che quando si trovarono per la prima volta di fronte “il Divino”, scoppiò il finimondo. Non parlo di uno scontro sul campo, perché quando il primo incontro avvenne, il 30 marzo 1983, la Lazio era in B (cosa vuol dire laziale per sempre?). A permettere il "rendez-vous" fu Liedholm che portò la rosa i prima squadra ad assistere a un’amichevole tra Lazio e Under 21 in programma al Flaminio. I calciatori della Roma furono riconosciuti e inseguiti per tutto il percorso che li avrebbe portati a Piazza Apollodoro dove era parcheggiato l’autobus della squadra. Ancelotti ricordando quell’episodio ha scritto: «Siamo scesi alla chetichella e abbiamo trovato tutta la curva della Lazio ad aspettarci. Che carini. Camminavano e ci prendevano a calci. Allungavamo il passo e ci insultavano. Correvamo e ci facevano lo sgambetto. Un assalto in piena regola, roba pesante. Mi hanno tirato di tutto (....) e ho dato un calcio nel sedere a un laziale». Tornati sul pullman Liedholm accolse i suoi ragazzi: « “Ragazzi, cos’ è successo?”. Glielo abbiamo spiegato in coro: “Ma vaffanculo” ». Per inciso Falcao, per onorare altri impegni, si era allontanato prima dell’inizio della gazzarra … i laziali lo avrebbero visto solo il 23 ottobre 1983 per il derby del “ Ti amo ”. Il Divino li aveva già battuti, accogliendo la notizia del loro ritorno in Serie A così: «Il nostro derby è con la Juventus».
La vigilia era trascorsa con i roboanti tuoni della sponda laziale, che minacciava sfracelli: «Chinaglia allena i portieri della Lazio», scriveva il Corriere dello Sport e noi, immagino assieme a Falcao, avevamo i brividi (giuro). Quella gara sarebbe stata trasmessa in diretta in Brasile, per immortalare lo scontro Batista-Falcao. All’ingresso in campo delle formazioni lo speaker snocciola i nomi dei paladini biancocelesti: «Cacciatori, Miele, poi rilevato da Vella, Chiarenza….». Devo continuare? Devo raccontare la gara? Dopo 4’ di eroica resistenza la Lazio capitola, 1-0 gol di Nela, poi ci pensa Pruzzo a chiudere i conti. Falcao disputerà altri tre derby, uno di Coppa Italia e due di campionato. Quelli del 26 febbraio 1984 e del 9 settembre 1984 si concluderanno con un pareggio (2-2), e con una vittoria per 2-0. L’ultimo derby di Falcao, quello dell’11 novembre 1984, terminato 0- 0, vide in campo il fuoriclasse brasiliano menomato fisicamente dai problemi al ginocchio.
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