rassegna stampa roma

«Ho visto tante cose belle»

(Il Romanista-M.Macedonio) Ripete più volte di essere ottimista, Luis Enrique, anche se è consapevole che si è cominciato molto male. E di questo è certamente preoccupato.

Redazione

(Il Romanista-M.Macedonio) Ripete più volte di essere ottimista, Luis Enrique, anche se è consapevole che si è cominciato molto male. E di questo è certamente preoccupato.

«Dobbiamo cambiare nel più breve tempo possibile – continua – e io sono qui per questo. Intanto, preferisco tenermi quanto di buono ho visto anche oggi. Ci sono molti aspetti che mi fanno essere fiducioso. Si è giocato in una giornata molto calda, ma nonostante ciò, abbiamo tenuto palla fino alla fine, la squadra si è impegnata, e il pubblico gliene ha dato atto al termine della partita». È un Luis Enrique certamente più “umile” e meno spocchioso, quello che si presenta ai microfoni di Sky, e più tardi in sala stampa, rispetto a quello visto nel dopo Roma- Slovan. Parla di condivisione, il tecnico asturiano: «Se le cose vanno male – dice – le colpe sono di tutti, portiere compreso, ma in primo luogo dell’allenatore. Perché si va sempre tutti insieme a fare bella o brutta figura ».

E si dice totalmente d’accordo con Daniele De Rossi riguardo alla mancanza di concretezza evidenziata dalla squadra nei 90 minuti. «E’ vero, si è fatto tanto possesso palla, soprattutto nel secondo tempo – continua – ma siamo stati molto carenti nelle finalizzazioni ». È comunque tranquillo, anche se amareggiato, il tecnico spagnolo: «Abbiamo una buona squadra e una buona panchina – ammette. – Sono deluso soprattutto per i tifosi, ai quali non abbiamo potuto regalare la vittoria». È una Roma che sembra avere ancora bisogno di tempo. «Quanto? Sinceramente, non lo so. Di certo, bisogna continuare a lavorare ». È però tranquillo, Enrique, anche perché la società non gli ha chiesto, per ora, una posizione in classifica, né uno specifico obiettivo. «La Champions? No. Solo di lavorare ad un progetto – continua - avendo scelto un allenatore che non è esperto ma con il quale, in prospettiva, è possibile vincere qualcosa». Totti, gli chiedono, è rimasto in campo per tutti i 90 minuti, anche se non ha particolarmente brillato. Ma può fare molto meglio, gli fanno osservare. «Lo so, lo so» risponde il tecnico. Che chiamato a indicare se siano mancati di più gli attaccanti o i centrocampisti, ribadisce: «La colpa è mia. Perché si attacca e ci si difende tutti insieme». Parole che ripete anche più tardi. «Oggi ci è mancato il gol, come in altre partite – dice ancora - ma stiamo lavorando nella direzione giusta ». A chi gli ricorda come con il suo Barcellona B le partenze non siano state, anche lì, “brucianti”, risponde: «Non sono qui per vendere fumo. L’inizio è stato certamente negativo. Ma lavorerò fino alla fine per migliorare le cose e regalare delle soddisfazioni ai tifosi. Mi conforta l’essere in sintonia con tutti i giocatori e soddisfatto del sostegno che sto ricevendo dalla società». Quanto alle scelte operate: «E’ facile con il senno di poi fare scelte diverse. Ma prima della partita scelgo sempre l’undici migliore. Anche oggi, Osvaldo, Bojan, Borriello, Borini e lo stesso Francesco hanno dimostrato di essere degli ottimi attaccanti. Sono sicuro che segneremo molti gol, perché è nelle corde di questa squadra. E quando parlo di problemi di finalizzazione – continua il tecnico - non punto il dito sugli attaccanti, perché la questione coinvolge tutti, anche i centrocampisti e i difensori, così come un problema in fase difensiva riguarda anche gli altri giocatori, attaccanti compresi». Non manca una domanda circa un possibile fuorigioco sul gol di Conti: «La prospettiva dell’allenatore non è la migliore – dice. - E comunque, non mi piace commentare le decisioni degli arbitri, di cui ho il massimo rispetto». E’ una Roma che è apparsa un po’ lenta. Una questione di tempo o di interpreti? «Questi sono i giocatori che ho a disposizione, e che per me sono i migliori che possa avere. Io debbo solo cercare di migliorarli, sia a livello individuale che collettivo.Compito dell’allenatore è valutare tutte le opzioni sia in fase difensiva che offensiva. Credo fermamente in questo sistema di gioco e non cambierò certo idea, visto che è ciò che mi ha fatto arrivare sulla panchina della Roma. Va da sé che quanto più i meccanismi saranno oleati e veloci, tanto più si potranno ottenere buoni risultati. Non so quanto tempo ci vorrà, ma spero già dalla prossima partita».