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«Ho la massima fiducia in Luis Enrique. E Totti è un esempio»

(Il Romanista – D.Galli) – «La Roma tra tre anni? Sarà eccitante, avrà dei giocatori giovani ma già esperti e la speranza è di stabilirci in pianta stabile in Champions League. Totti? È un leader. Luis Enrique? Ho sempre avuto la...

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) -«La Roma tra tre anni? Sarà eccitante, avrà dei giocatori giovani ma già esperti e la speranza è di stabilirci in pianta stabile in Champions League. Totti? È un leader. Luis Enrique? Ho sempre avuto la massima fiducia in lui. Baldini e Sabatini? Volevamo manager che avessero un profilo di un certo livello».

Invitato per "Leaders in Football" nella casa del Chelsea a discutere di fair play finanziario - e sottolineamo che per la Serie A c’era solo l’As Roma (c’è sempre solo l’As Roma) - DiBenedetto ha illustrato le strategie passate e quelle future. Il meeting londinese ha rappresentato la sua prima uscita internazionale da presidente della Roma. «Abbiamo scelto Baldini e Sabatini - spiega Mr Tom - perché volevamo manager che avessero un profilo di un certo livello. E abbiamo ingaggiato Luis Enrique perché imposta un gioco offensivo e di squadra. Riteniamo che con uno stile di gioco adeguato e vincente si riuscirà anche col tempo a fidelizzare sempre di più il pubblico».

I tifosi ci seguiranno, crede DiBenedetto. Gli applausi della Sud dopo la sconfitta con il Cagliari, a dispetto del risultato, in questa chiave sono un buon inizio. La gente ha capito. La gente, la Sud ma pure tutti i romanisti, hanno compreso che gli americani non erano affatto un’alternativa, un piano B, un gruppo di investitori rimediati per strada da Unicredit. Ma dei potenti finanzieri e dei manager con le idee chiare. «L’acquisto dell’As Roma - spiega DiBenedetto durante il suo intervento - è stata una grande opportunità per il mio consorzio, per sviluppare un brand che era prettamente locale». Con un’avvertenza: «Nel calcio i risultati economici seguono quelli sportivi, dunque per prima cosa dobbiamo poter contare su una squadra di valore». Ecco perché, in un’intervista che concederà alla stampa in un box dello Stamford Bridge, il presidente non esclude un intervento della società sul mercato invernale. «Dipende - spiega - da quello di cui avremo bisogno. Per ora siamo contenti degli acquisti fatti». Ha destato del clamore (eccessivo) una frase sul derby. Quando gli viene chiesto che sensazioni abbia, DiBenedetto commenta: «Da come me l’hanno raccontato, è una specie di guerra civile». Non è un suo pensiero, anche perché DiBenedetto non ha mai assistito a un derby. Lui pensa all’agonismo ma per evitare comunque fraintendimenti, dal suo entourage hanno chiamato il questore di Roma, Tagliente. Per rassicurarlo. Non ce n’era bisogno, ma non si sa mai. La battaglia sarà sul campo, solo sul campo. Rispetto all’intervista che segue, DiBenedetto dice però anche dell’altro. Di Totti, per esempio. Per il presidente - e questo emerge chiaramente anche dall’intervista - è un esempio, un campione assoluto. Mr Tom - questo è il suo pensiero - è davvero dispiaciuto dall’infortunio che mette a rischio la presenza di Francesco al derby. Secondo il presidente, non c’è motivo per pensare adesso al dopo carriera di Totti, perché il Capitano ha un contratto fino al 2014. DiBenedetto vuole quindi che Francesco continui a essere un pilastro di questa squadra. Un pilastro che ancora non c’è è invece lo stadio di proprietà. «Se riuscissimo a costruirlo entro tre o cinque anni - commentava ieri Mr Tom - sarei soddisfatto». Sarà one more thing.

DiBenedetto, la Roma potrà diventare un club all’altezza del Chelsea, del Manchester City e di squadre di questo tipo?

La Roma è un brand conosciuto in tutto il mondo. Tutti conoscono Roma e in molti nel mondo hanno studiato Roma e la sua storia. È a tutt’oggi una delle città più visitate al mondo. E questo per noi è un vantaggio. In più abbiamo tutti i diplomatici delle ambasciate e relazioni internazionali qui a Roma che quando tornano negli Usa sono veri e propri ambasciatori di Roma.

Dopo tre mesi pensa che questa sia stata la scelta giusta per lei?

Sì, la crescita della squadra è stata molto soddisfacente. I giocatori sembrano aver assimilato pian piano i dettami di gioco e la filosofia di Luis Enrique, che è fatta di duro lavoro e gioco di squadra. E tutti, da Francesco Totti in giù, hanno lavorato molto duramente. E Francesco probabilmente è stato quello che ha lavorato più duramente di tutti, così come si è visto nelle ultime due partite che ha giocato e l’ha fatto in maniera eccezionale. È un esempio che trascina anche i più giovani.

Ci saranno altri investimenti a gennaio?

Dipende da quello di cui avremo bisogno. Al momento siamo molto contenti dei giocatori e del livello di gioco che abbiamo. Abbiamo undici giocatori nuovi che devono conoscersi meglio l’un l’altro. Comunque vedremo. Per ora siamo contenti degli acquisti fatti.

Vedendo la fiducia crescente che c’è nell’ambiente rispetto a Luis Enrique è sempre più convinto della scelta fatta?

Sono sempre stato convinto di Luis Enrique. Credo che sia molto competitivo, estremamente intelligente e gran lavoratore. Lui dà tanto e chiede altrettanto ai giocatori. Credo in Luis e credo che il suo approccio sia rimasto coerente. Ho sempre avuto la massima fiducia in lui e a maggior ragione ora che arrivano anche i risultati. Tutti i calciatori credono nella sua filosofia di calcio e basta vedere con quale impegno si allena e gioca un campione come Francesco Totti per capire che siamo sulla strada giusta.

Quali sono le sue sensazioni in attesa del derby?

Roma-Lazio è una partita speciale. L’altro giorno, Walter Sabatini mi ha chiesto se avessi capito cosa fosse realmente il derby e a cosa potesse essere paragonato. Da come me l’hanno raccontato, gli ho risposto, è una specie di guerra civile. Penso che sia un match tra due squadre che stanno facendo bene in questa stagione, estremamente competitive. Speriamo di vincere, ma so che entrambe le squadre daranno tutto per riuscirci.

Qual è il suo rapporto con Francesco Totti?

Francesco è un leader, il simbolo di questa squadra. Sono ammirato dalla sua professionalità e dal suo talento.

Quando potranno essere ultimati i lavori di ammodernamento dell’Olimpico?

Non sarà possibile ammodernare l’Olimpico. È lo stadio Olimpico e così rimarrà, sperando che Roma possa ospitare le Olimpiadi del 2020 e sono sicuro che a quel punto ci saranno dei lavori per migliorare la struttura. Noi puntiamo ad uno stadio per il calcio, che abbia i tifosi vicini al campo, dove i tifosi possano trasferire la propria energia ai giocatori in campo. Questo può essere un vantaggio in più per una squadra di calcio, soprattutto nelle partite in cui i giocatori saranno stanche e avranno bisogno di una dose di adrenalina in più in campo.

Gli Usa offrono una grande potenzialità. Perché?

Primo perché tramite i videogame i ragazzini conoscono già i giocatori europei e poi perché broadcaster come Fox o Espn trasmettono campionati europei di continuo. Io ho cinque figli che seguono sempre la Serie A e gli altri campionati. Intanto posso dire che abbiamo ultimato una partnership in cinque stati Usa grazie alla quale il prossimo anno circa ottomila giovani giocheranno con la maglia della Roma in diverse scuole calcio.Questo è solo l’inizio. Faremo tanti altri tipo di partnership in Usa.

Questione stadio. Come si trova a dividerlo con il principale avversario e cioè la Lazio?

Il problema sorge quando non sei in possesso della "facility". Il primo scoglio è la parte dell’advertising e l’altra quella del merchandising. La prima è più complicata da gestire. Ora ci sono alcuni pannelli pubblicitari con i led che facilitano un po’ le cose, ma non più di tanto. Per il merchandising la situazione può essere comunque fronteggiata anche in uno stadio condiviso. In generale, però, le problematiche possono sorgere sempre quando ti trovi a gestire uno stadio in due di cui, tra l’altro, non sei neanche proprietario. Non voglio dire che non sia possibile coabitare. C’è un esempio di stadio a proprietà condivisa a New York: quello dei Giants e dei Jets e sembra che le cose funzionino. Ora quello che vogliamo attuare è una cooperazione con il Coni per aumentare gli introiti.

Dove sarà la Roma tra tre anni?

Sarà una squadra eccitante, avrà dei giocatori giovani ma già esperti e la speranza è di stabilirci in pianta stabile in Champions League. Mentre dal punto di vista economico puntiamo ad uno sviluppo di partnership soprattutto con gli Usa. Posso dire che sicuramente faremo dei tour in Usa e Asia.