rassegna stampa roma

«Guai a chi umilia il capitano»

(Il Messaggero – F.Persili) – È un risveglio pieno di amarezza per i tifosi della Roma, fuori dall’Europa e alle prese con la bufera fra Totti e Luis Enrique. Nei bar e per le strade non si parla che della sostituzione del capitano...

Redazione

(Il Messaggero - F.Persili) - È un risveglio pieno di amarezza per i tifosi della Roma, fuori dall’Europa e alle prese con la bufera fra Totti e Luis Enrique. Nei bar e per le strade non si parla che della sostituzione del capitano e della linea dura del tecnico spagnolo.

«Totti è un giocatore come tutti gli altri solo per Luis Enrique - la mette giù dura il tabaccaio Peppe Vescio - Il numero dieci è l’unico che può cambiare la partita in un attimo. Non capisco perché il tecnico l’abbia tolto quando bisognava cercare il gol-qualificazione”. Una decisione che non convince e si va ad aggiungere alle parole del dg in pectore, Franco Baldini, sulla presunta pigrizia del capitano giallorosso: «Un’uscita infelice – prosegue Vescio – Totti è quello che è diventato campione del mondo sei mesi dopo l’infortunio alla caviglia, è quello che quando è stato messo in discussione, come al tempo di Carlos Bianchi che gli diede la stessa maglia dell’argentino Pandolfi, ha sempre risposto sul campo. Ma adesso, per il bene della squadra, serve che lui, Baldini e Luis Enrique si chiariscano una volta per tutte». Al bar dei Cesaroni, Vincenzo Mantini, presidente del Roma club Garbatella, ammette di esserci rimasto male quando ha visto Totti uscire: «Se lo vogliono mandare via, basta che lo dicano chiaramente, non c’è bisogno di umiliarlo. Ci vuole rispetto per un calciatore che ha fatto la storia della Roma. Poteva vincere molto di più andando al Milan o al Real Madrid eppure ha scelto di restare qui». Anche se gli anni passano, «Totti fa ancora la differenza», assicura Mantini che da Luis Enrique si aspetta «un salto di qualità» nella gestione di un campione «che può giocare altri due anni a grandi livelli». Sulla rivoluzione culturale annunciata dal nuovo corso, il presidente del Roma club Garbatella invita ad avere fiducia negli americani ma non vuol sentir parlare di modello Barcellona: «E’ fuorviante, non si può schierare una squadra piena di giovani e pretendere, poi, che giochi come Messi e compagni». Si schiera dalle parte di Totti senza se e senza ma, anche il pizzaiolo Federico Pieroni, che ha passato una notte insonne. «Non si può uscire contro una squadra del genere, e poi quel cambio non si spiega. Altro che panettone, Luis Enrique se continua così rischia di non mangiare le castagne». A Testaccio gli inviti a lasciar lavorare il tecnico di Gijon e la similitudine con il primo Milan di Berlusconi, che dopo l’eliminazione con l’Espanyol fece quadrato intorno a Sacchi, si rincorrono con le considerazioni sui 35 anni di Totti «che ha sbagliato, dopo il cambio, a non andare in panchina» e sulla Roma dei pischelli «che ha bisogno di tempo». Anche se, come ricorda al telefono il macellaio Bruno Quinzi, «puntare solo sui giovani è molto rischioso: al tempo di Liedholm, ad esempio, se ne inseriva uno all’anno in prima squadra». E, comunque, «sempre meglio Totti, anche con una gamba sola, dei nuovi arrivati». Michele si dice invece deluso dalla squadra e dal tecnico, che avrebbe detto di essere pronto a rifare lo stesso cambio: «Sbagliare è umano, perseverare è Luis Enrique. Come si fa a discutere Totti? È uscito lui dal campo e si è spenta la luce».