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«Grande mentalità, abbiamo le idee chiare»

(Il Romanista) – Hai appena 20 anni ma hai già una bella esperienza internazionale, tra Chelsea, Swansea e Under 21. Cosa ti colpisce di più questa nuova esperienza a Roma?

Redazione

(Il Romanista) -Hai appena 20 anni ma hai già una bella esperienza internazionale, tra Chelsea, Swansea e Under 21. Cosa ti colpisce di più questa nuova esperienza a Roma?

Mi colpisce il nuovo ciclo che stanno cercando di costruire. Con nuove idee, nuovi giocatori, visto che siamo tantissimi nuovi. E ovviamente anche la mentalità e lo spirito che c’è tutto intorno alla squadra, all’allenatore, alla partita anche di domenica scorsa. Ho notato che, andando allo stadio con il pullman, c’era tutta la gente che si fermava per strada. Sicuramente è tutto diverso da come poteva essere a Parma o in Inghilterra. Quindi mi colpisce tutto quanto.

Sabato sera molto attesa la sfida con l’Inter. Come arrivate a questa partita e quale delle due squadre è più alla ricerca di una identità di gioco?

Tutte e due ovviamente cercheremo di fare il nostro gioco. Come noi abbiamo le nostre idee, loro hanno le loro idee. Magari i risultati non sono venuti subito però le idee ci sono e sono ben chiare, almeno dal nostro punto di vista. E’ una grande sfida e in Italia questa partita è molto sentita. Io potevo solo vederla in tv qualche tempo fa, adesso potrei anche viverla.

Hai esordito con il Cagliari e ora Luis Enrique ti sta provando con i titolari. Sei pronto per giocare con l’Inter?

Da quello che ho potuto capire in questo poco tempo che sono stato qua, non ci sono titolari fissi. Non si sa mai chi giocherà la domenica o chi giocherà il turno infrasettimanale. Ci alleniamo tutti al massimo, al massimo delle nostre potenzialità senza sapere chi è che scenderà in campo. Quindi tutti i giorni per noi è uguale.

Nel 2009 hai esordito con il Chelsea, poi sei andato allo Swansea. Cosa non è andato con il Chelsea, perchè non hanno creduto in te?

Ci sono stati dei problemi con il rinnovo del contratto, non si era trovato l’accordo e si era interrotta la negoziazione. Da lì si è interrotto il rapporto e ho dovuto cercare strade alternative.

Molti ti paragonano a Inzaghi, è un giocatore a cui ti ispiri? Ti senti più punta centrale o attaccante esterno?

Il paragone con Inzaghi l’ho sentito parecchie volte, sicuramente mi affascina perchè Inzaghi ha vinto tanto, segnato tanto e giocato altrettanto. Sul fatto di preferire se giocare punta centrale o esterno non sta a me deciderlo. Ovviamente sono nato come punta centrale, ma mi adatto come seconda punta, punta laterale. Tutti i ruoli di attacco li posso ricoprire.

Dici che non ci sono titolari fissi in questa squadra. Ma tu ti senti pronto ad essere titolare in questa Roma?

Io posso sentire qualsiasi cosa, ma non sono io ovviamente a decidere chi sta in campo. Quindi come io provavo a giocare il più possibile al Chelsea con grandissimi campioni davanti, farò lo stesso qua, come ho fatto anche a Swansea e a Parma. Quindi lo spirito, la voglia che ho messo in passato, non cambia neanche adesso.

Quali sono i compagni che più ti hanno impressionato?

Ovviamente Totti, io lo avevo visto solo in tv. Sapevo la sua storia e tutto quanto. Quando mi sono presentato mi sentivo quasi fuori luogo. Conoscere Totti mi sembrava impossibile. Poi anche conoscere Daniele De Rossi, anche Burdisso, tutti i "capi" della squadra, quelli che dentro e fuori lo spogliatoio sono i capitani. Giorno dopo giorno mi sento sempre più parte del gruppo perchè anche loro fanno in modo di farmi sentire a casa.

Si può davvero puntare al primo posto, come ha detto qualche tuo compagno?

Sognare si può sempre. Le idee che ci sono e che abbiamo penso siano molto buone ma ci vorrà del tempo per metterle in atto perchè sono nuove idee. E, ovviamente, quando ci sono dei cambiamenti si fa sempre fatica.

Conoscendo Totti in questi giorni, è lo stesso giocatore fondamentale che vedevi in tv? E’ sempre il campione che ammiravi?

Se uno è un campione, rimarrà sempre un campione e un fuoriclasse. Totti lo è, lo è stato e lo sarà sempre, qui a Roma e nel mondo.

Hai sentito Ancelotti dopo il tuo passaggio alla Roma? Cosa ti ha insegnato?

Personalmente non l’ho sentito, mi ha scritto un suo caro amico e mi ha riferito che era contento di vedermi a Roma. E fa molto piacere sentirsi dire questo da mister Ancelotti. Mi ha insegnato sicuramente tanto, è stato lui a portarmi in prima squadra al Chelsea, anche dopo i primi periodi di difficoltà in una nuova città, una nuova squadra e anche in un nuovo stato. Era anche più facile parlare in italiano, mi ha insegnato tante cose, mi ha cresciuto, dato consigli. E’ un grandissimo allenatore che sa come relazionarsi con i giovani ed il resto della squadra.

Avendo giocato in Inghilterra, pensi che da un punto di vista fisico puoi dire la tua in Italia, sopperendo così alla tua giovane età?

Penso che in Inghilterra ci sia una mentalità diversa nel calcio e anche nella vita. E secondo me è una mentalità giusta che mi ha fatto crescere più velocemente. Uno dei miei obiettivi è mantenere quella mentalità, perchè quello che ho raggiunto in questi anni è solo grazie alla forza di spirito che avevo e a quella mentalità che ho sviluppato in Inghilterra.

Nel Chelsea hai giocato con Drogba e abbiamo visto che con lo Swansea hai tirato una punizione un pò come le tira lui. Cosa ti ha insegnato giocare con lui e quali caratteristiche che hai appreso da questo calciatore?

La punizione è una delle cose che ho appreso. Ho passato un anno circa dopo l’allenamento a provare le punizioni con lui, che mi insegnava la tecnica e magari piccoli trucchi. Dopo ci ho messo anche del mio. Poi ho imparato moltissime cose dentro all’area, come si muove lui, come difende il pallone. Anche solo l’esperienza prima della partita, come affrontare la partita nel modo giusto visto che lui ha giocato grandissime partite, importanti, sempre nel modo giusto e segnando gol pesanti. Questo lui lo trasmette benissimo perchè parla con tutti e se un giovane vuole imparare lui è disponibile a insegnare.

Nel Parma cos’è che non ha funzionato?

Forse non è vero che non ha funzionato, forse ha funzionato prima del dovuto e sono venuto a Roma (ride). Non so dire cosa sia successo, forse è avvenuto tutto prima del dovuto, però sono contento lo stesso. Sei nato nelle giovanili del Bologna, ma sei cresciuto nella Premier League.

Pensi di avere difficoltà ad adattarti al calcio di questa nuova Roma?

In Inghilterra ho avuto difficoltà ad ambientarmi perchè ero piccolo e immaturo. Adesso non dico che a vent’anni sono già grande, però con l’esperienza all’estero sono maturato e l’ambientamento non è ormai più uno dei miei problemi visto che in sei mesi ho cambiato quattro squadre. Quindi sono costretto ad ambientarmi velocemente e ho diciamo un mio metodo da ripetere ogni volta perchè non posso aspettare sei-sette mesi prima di ambientarmi. Perchè sennò non è positivo.

Quale è il metodo? (ride)

Ognuno ha il suo metodo. Dipende da dove sei. Devi cercare sempre di riprendere quello che hai a casa. Io per esempio ho una cosa tipo il sapone che ho a casa mia in Italia, l’ho portato in Inghilterra e poi a Parma e poi a Roma. Stesse abitudini, stessi oggetti, come disponi casa.

Ti sei prefissato degli obiettvi per quest’anno? Personali e di squadra.

L’obiettivo io non l’ho mai detto. Lo sanno solo poche persone con cui parlo e con cui mi confido quotidianamente. E preferisco non dirlo ad altre persone al di fuori di loro.

Quando hai saputo dell’interesse della Roma, hai accettato subito o hai avuto dubbi visto che sapevi che avresti avuto difficoltà a giocare?

Le difficoltà nel giocare penso che ci sono ovunque quando arrivi come nuovo giocatore, a meno che tu non sia un Messi o un Cristiano Ronaldo. Le difficoltà ci sono ovunque, quindi bisogna giocarsi le proprie possibilità al meglio. Del trasferimento alla Roma l’ho saputo concretamente quando ero in treno per andare in Nazionale, quindi proprio all’ultimo, perchè è una cosa nata all’ultimo secondo che io sappia. Se è caduta la linea in treno? No, sul Freccia Rossa va bene la linea (ride).

Sei intenzionato a farti riscattare dalla Roma?

Il mio obiettivo è ovviamente giocare a Roma. Per me a 20 anni giocare in una grande squadra è un onore e quindi ci spero. Poi sta a me dimostrarlo sul campo.

Ai tempi delle giovanili del Bologna ha giocato contro la Roma, che vinse 2-0. Che ricordo hai di quella partita?

Ricordo che ho sbagliato una marea di gol e abbiamo perso 2-0. Solo quello, ho giocato qua fuori, nel campo sintetico ed era la prima volta che giocavo contro la Roma. E ho sbagliato una marea di gol veramente. Se ho fatto impazzire i difensori? Non lo so, non mi ricordo chi erano i difensori della Roma di allora. La mia partita la feci però non segnai.

In Under 21 ci sono molti ragazzi creciuti nelle giovanili della Roma, ti hanno detto qualcosa?

Si, ho chiesto io a loro com’era l’ambiente Roma, com’era Trigoria, dove era meglio prendere casa e tutte queste cose qui. Loro sono stati d’aiuto, mi hanno dato qualche dritta su come andare all’allenamento, sulle idee del mister, perchè queste cose le hanno vissute. Ovviamente l’idea ce l’avevo già e loro hanno aiutato molto.

Hai detto che per andare al Chelsea ci hai messo 5 secondi per decidere, e per venire all Roma?

Quando si decide di andare a giocare in una grande squadra non c’è bisogno di molto tempo. Cinque o dieci secondi non cambia ma sai già che dentro alla domanda "vuoi andare a giocare a Roma" la risposta è già sì. Magari fai il vago, provi ad essere un pò distaccato, ma sai già la tua risposta.

Com’è stato l’impatto con l’Olimpico?

Sono entrato e dopo sei secondi ho segnato. Meglio di così non poteva andare, solo che ero in fuorigioco. Solo quello potevo migliorare. Però dall’inizio della partita, ai cori, ala fine della partita è stato bellissimo perchè i tifosi sono sempre con noi, prima, dopo e durante la partita