(La Gazzetta dello Sport - F.M.Ricci) - Jonathan Soriano è un 25enne semplice, tranquillo e con un discreto occhio per la porta. Due anni fa stava per lasciare il calcio. Ora, con il titolo di pichichi della Segunda spagnola rimediato con 32 reti in 37 partite sogna.
rassegna stampa roma
«Gol, spettacolo e voglia di vincere Lucho lavora così»
(La Gazzetta dello Sport – F.M.Ricci) – Jonathan Soriano è un 25enne semplice, tranquillo e con un discreto occhio per la porta. Due anni fa stava per lasciare il calcio. Ora, con il titolo di pichichi della Segunda spagnola rimediato...
Di cambiare aria, di trovare una sua strada, lontano dal Barça B, la squadra che lo ha rilanciato, ma vicina a Luis Enrique, il tecnico che lo ha ricostruito. «Joni» costa poco, ma segna parecchio e ha voglia. In attesa di novità, ci racconta alcune persone che conosce bene. Luis Enrique. «Allenatore di carattere che ha dimostrato in questi tre anni al Barça di essere un ottimo tecnico, con una filosofia calcistica che è quella di giocare bene. L’inesperienza? Non è un problema, né un limite. Alla Roma dimostrerà di poter competere con i migliori». Il suo è un calcio diverso dallo stereotipo italiano. «È il più facile che ci sia: controllare la palla e poi attaccare costantemente per far soffrire poco la difesa. Con i giocatori giusti, la Roma volerà e la gente si divertirà» .
È uno che si massacra con maratone e Ironman. (Ride)
«Sì, ma sa distinguere tra il suo livello di preparazione e le necessità fisiche di un calciatore. Pretende parecchio. Vuol vincere, nessuno si deve rilassare» .
Le piacevano i suoi allenamenti?
«Sì. Intensi ma divertenti: tanto pallone, calcio, partite, la costante ricreazione delle situazione di gioco. Innovativi, efficaci» .
Prima Guardiola, poi Villas Boas, ora Luis Enrique?
«La linea è quella. Se la squadra, la società e il «mondo» della Roma lo seguono, lo rispettano, lo lasciano lavorare con tranquillità farà grandi cose. Aggiungo: non conosco la cantera della Roma, ma se ci sono ragazzi capaci verranno chiamati a giocare. Luis Enrique non ha paura di scommettere su qualcuno» .
Modulo: 4-3-3 fisso?
«Dipende dai giocatori. È il suo sistema, ma se dovrà cambiare per esigenze varie, lo farà» .
Tre nomi del Barça B per questa Roma.
«Montoya, il terzino destro, Oriol Romeu, il nostro Busquets, e poi un certo Jonathan Soriano, ottimo giocatore. Sono cresciuto nella cantera dell’Espanyol e dopo alcuni prestiti in Segunda due anni fa con la crisi dell’Albacete mi sono ritrovato senza squadra e ho pensato di lasciare. Luis Enrique mi ha chiamato al Barça B in terza serie e in due anni abbiamo ottenuto promozione e terzo posto in Segunda. Lui mi ha trasformato in termini di professionalità, ambizione, voglia di vincere» .
Le piacerebbe seguirlo.
«Chiaro. Per quello che abbiamo fatto e mi ha insegnato in questi due anni e per il club dove è andato» .
Altri neoromanisti: Ivan De la Peña.
«Gran persona, gran giocatore, grande amico di Luis Enrique. Anche se ancora non ha allenato potrà aiutarlo molto su tattica, esperienza, idee. Formeranno una coppia produttiva» .
Roberto Moreno.
«È la persona che si occupava dei video, nostri e degli avversari. Metodi innovativi e utilissimi. È bravissimo nel farti analizzare la tua partita: come ti sei mosso, perché, cosa hai fatto bene o meno. Ha aiutato molto Luis» .
Joaquin Valdes.
«Lo psicologo. Ci ha dato una grande mano sul piano emozionale: se vedeva che la squadra era stanca preparava qualche gioco, aveva soluzioni diverse e interessanti, capaci di farti rilassare, di farti vedere le cose in maniera positiva, rigenerativa. È stato molto utile per l’unità del gruppo» .
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