(Il Romanista - S.Romita) Ci piace avere in panchina uno che non si piega.
rassegna stampa roma
L'etica
E non siamo certamente dell’idea che Lucho sia granitico per una forma di voluta ottusità. Quasi un vezzo che l’Asturiano voglia ostentare per snobbismo caratteriale. Abbiamo un allenatore forte, con le sue idee e le sue convinzioni. E non ci piacerebbe se di colpo accettasse di italianizzarsi pur di "tirare a campare" e desse alla piazza un’idea di Roma che non lo convince. Perchè dopo, se le cose continuassero a non girare a nostro vantaggio, lui perderebbe la sua bussola. E noi perderemmo il nostro futuro. Che ci sarà indubbiamente amico. Dico questo senza negare che talvolta mi irrito nel sentire l’ennesima formazione. Ma io sono un giornalista e un tifoso. Lui il tecnico. Un allenatore con una sua forte etica che ben si sposa con quella dei romanisti. Perchè è identica. Siano essi tifosi che giocatori.
Non ci piace perdere e vogliamo che in campo sia data l’anima, oltre che il corpo. A Osvaldo venerdi sera, come ad altri compagni, è parso che non tutti, contro l’Udinese, l’avessero pensata così. E sul banco degli accusati è finto anche Lamela, che ha reagito. Per risposta si è preso un pugno dal Pablo Johnny Depp numero 9. I nervi tesi sono il sintomo dell’attaccamento al proprio lavoro e alla maglia. Se le critiche invece ti scivolano sulla pelle come acqua di doccia significa che non sei da Roma. Insomma siamo sia con il gesto di Osvaldo, che con la reazione di Lamela. E, naturalmente, con la decisione di Luis Enrique, che ha chiesto per il nostro bello e dannato centravanti una punizione esemplare. Poi si gira pagina e si beve una birra insieme. Come Lamela e Osvaldo hanno fatto a Trigoria l’uno in soccorso alle ragioni dell’altro. Come innamorati dopo il litigio. Innamorati della Roma.
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