(larepubblica.it-M.Pinci) ROMA - Perché tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi.
rassegna stampa roma
Leo, Delneri e Mazzarri. E se non cambiasse nulla?
(larepubblica.it-M.Pinci) ROMA – Perché tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.
Forse potrà sembrare eccessivo scomodare il Gattopardo. Ma, in questo momento, le panchine delle grandi di serie A sembrano il teatro perfetto per recitare la battuta del Tancredi raccontato da Tomasi di Lampedusa. Da mesi, radiomercato infittisce l'etere virtuale dei media con indiscrezioni, contatti, addii, avvicendamenti alla guida della big nostrane. Dietro al saldissimo Allegri, campione d'Italia in pectore alla prima stagione al Milan (come Capello e Sacchi prima di lui, ma anche Zaccheroni), stuoli di "colleghi" restano in attesa. Da Leonardo a Delneri, da Montella al duo Mazzarri-Rossi, legati (o forse no?) da un destino incrociato. Ma, nonostante le voci, tutti o quasi chiuderanno l'annata con sempre meno dubbi.DELNERI E I SUOI FRATELLI - Ai terremoti annunciati in primavera, non sempre corrispondono sismi estivi dello stesso grado. Lo scorso anno, a Torino dopo il flop Ferrara e l'interregno Zaccheroni, si annunciava l'imminente accordo con Benitez senza dimenticare Capello. Fu invece Delneri, dietro cui, oggi, si agitano Conte e soprattutto Mazzarri, il primo propostosi indirettamente in alcune recenti interviste, l'altro in modo diretto ai vertici del club bianconero. Ma alla Juventus, dopo l'improvviso (e inatteso) balzo in classifica (-4 dal quarto posto), la sedia del tecnico friulano non sembra più così in bilico. E se la qualificazione a sorpresa alla prossima Champions League varrebbe una conferma scontata o quasi, non è escluso si riveli tutt'altro che indispensabile: la spinta del gruppo verso la sua permanenza, agli occhi di Andrea Agnelli, potrebbe valere anche di più.
MORATTI TRA SOGNO E CONFERME - Più singolare, invece, la situazione all'Inter, dove l'indigestione barcellonista delle ultime settimane (Liga a un passo, finale con il Manchester United), ha riacceso l'appetito per Guardiola. Per lui, oltre ai buoni uffici dell'ex compagno - e "traidor" - Luis Figo, anche un contratto ricchissimo e un progetto funzionale alle sue aspettative: due-tre campioni, tra cui magari il pupillo Fabregas, e tanti giovani da svezzare, come fatto con Busquets, Pique, Pedro e gli emergenti Jeffren e Thiago. Ipotesi affascinante ma poco percorribile, visto il contratto per un'altra stagione firmato appena due mesi fa dal tecnico con i blaugrana. Per questo, Leonardo ha già ricevuto una mezza conferma da parte del presidente Moratti. Che, dopo il doloroso rimpianto Mourinho e la carissima delusione Benitez, vorrebbe evitare di accumulare allenatori, progetti tecnici e, non esattamente secondario, stipendi in eccesso.MONTELLA E LA ROMA - A Guardiola, proprio mentre a Milano iniziava l'avventura nerazzurra di Leo, aveva pensato anche Franco Baldini: agli albori del progetto americano per la Roma, più di un sondaggio tra il dirigente e l'allenatore catalano. L'idea: affidare al "Pep" il battesimo giallorosso a stelle e strisce. "Resto al Barça", la garbata risposta. Ma anche un "Se dovessi venire in Italia, verrei da voi". Pensiero che, nonostante le crepe nel rapporto tra tecnico e dirigenza del Barcellona, non sembra disturbare le notti di Montella. Le difficoltà e le clausole necessarie per strappare il "sì" di Villas-Boas e i dubbi di e su Ancelotti ("Voglio restare in Inghilterra, il prossimo anno non allenerò in Italia"), spostano l'ago bilancia delle previsioni verso l'ex aeroplanino, che nei due mesi e mezzo alla guida della Roma ha rimontato 8 punti sul quarto posto della Lazio, portandosi a -1 a tre giornate dalla fine.MAZZARRI E ROSSI - Chi alla Roma si era proposto con una certa insistenza è Mazzarri, incontrando anche il direttore operativo Montali. Tutto inutile, per ora. Il Napoli e De Laurentiis non sembrano aver intenzione di rinunciare a lui per il ritorno in Champions atteso vent'anni. Anche se le alternative, in questo caso, sarebbero già pronte: Gasperini per continuare sul progetto di difesa a tre e ripartenze veloci. Ma anche (soprattutto?) Delio Rossi, tecnico stimatissimo dalla presidenza azzurra ma con cui le strade si sono sempre soltanto sfiorate. Prima, in ogni caso, Rossi dovrebbe liberarsi dal Palermo. Impresa non così scontata: "Al 90% resterà con noi", ha tuonato ieri Zamparini, a metà tra la confessione e la minaccia. Il "no" di Delio al Genoa di qualche ora fa, sembra quasi una conferma. Perché "bisogna che tutto cambi, perché tutto rimanga com'è".
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