(Corriere della Sera - P.Foschi) - Nuova battuta d’arresto nell’iter del disegno di legge bipartisan per incentivare la costruzione o la ristrutturazione degli stadi.
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Legge sugli stadi, un altro stop
(Corriere della Sera – P.Foschi) – Nuova battuta d’arresto nell’iter del disegno di legge bipartisan per incentivare la costruzione o la ristrutturazione degli stadi.
Ieri era atteso un primo via libera del testo che può essere approvato in sede legislativa in commissione Cultura (cioè senza il passaggio in Aula) solo con l’unanimità. Un emendamento presentato in extremis dal governo ha bloccato tutto: la nuova norma, già ribattezzata maliziosamente «salva-Roma e Lazio», prevede la possibilità di costruire gli stadi (e le cubature residenziali e commerciali per finanziare gli investimenti) anche in aree sottoposte a vincoli archeologici, ambientali e idrogeologici. Vincoli che appunto gravano per esempio sui progetti allo studio dei due club della Capitale. Giovanni Lolli (Pd), primo firmatario della legge, è subito andato all’attacco: «Vogliono permettere di costruire stadi, palazzi e uffici in aree dove non è possibile realizzare nemmeno scuole o ospedali. E non parliamo solo di aree sottoposte a sacrosanti vincoli archeologici, ma anche in zone a rischio frane, alluvioni o comunque di disastro ambientale. Se le condizioni sono queste, dobbiamo fermarci». La Lega Calcio ha fatto trapelare il proprio malumore: «Il Pd vuole affossare la legge». «Io per primo voglio la legge, ma senza queste deroghe ai vincoli», replica Lolli. Claudio Barbaro, deputato di Futuro e libertà e relatore del provvedimento (nonché politico considerato vicino al presidente della Lazio, Claudio Lotito), ha quindi chiesto «ulteriori approfondimenti», anche perché «vi sono in particolare due aspetti relativi che presentano profili problematici dal punto di vista finanziario che comportano, pertanto, un supplemento di istruttoria legislativa». Il testo torna dunque all’esame del comitato ristretto. E i tempi si allungano.
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