(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - È più di una provocazione: ci fossero stati undici Leandro Greco, in campo, contro l’Inter, forse la Roma avrebbe conquistato la finale di Coppa.
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Leandro, ci risiamo «Sono nato pronto»
(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – È più di una provocazione: ci fossero stati undici Leandro Greco, in campo, contro l’Inter, forse la Roma avrebbe conquistato la finale di Coppa.
La storia di questo ragazzo insegna che bisogna sempre crederci. Era uno sconosciuto, ai margini del calcio. Si è ritrovato a Roma, la sua città, per sbaglio. E per sbaglio si è ritrovato a Basilea un pallone tra i piedi, il gol del 3-2, l’inizio di una seconda carriera. Giovane pupillo di Ranieri, titolare di una Roma orfana di Pizarro. Poi, di nuovo nel sottoscala, dimenticato. Con Montella, prima di mercoledì, aveva giocato un solo minuto. L’umiltà e l’educazione lo rendono amabile. In campo, però, Greco si trasforma: diventa un cagnaccio. «Il mister mi ha chiesto di farmi trovare pronto, io non vedevo l’ora...» , ha detto. Necessario La provocazione non è campata in aria. Nasce dagli elogi di Gian Paolo Montali: «Bravissimo Leandro— ha detto mercoledì sera —: erano tre mesi che andava in tribuna, è entrato in campo senza fare una piega. L’atteggiamento giusto e un impatto positivo con il match» . Bisogna leggere tra le righe e intercettare il messaggio: Greco ha giocato con il piglio giusto, lui. Ma gli altri? Non è un caso che Montali abbia fatto solo un altro nome, nel post partita: «Borriello si è battuto come un leone» . Greco e Borriello, non si potrebbero trovare due personaggi tanto diversi, ma in questo momento storico presentano tratti comuni, e utili alla Roma: serietà, grinta, tenacia. Coraggio. Caratteristiche che difettano a parecchi compagni. Perciò, necessario Greco, irrinunciabile Borriello.
E ora si cambia Perfino Vincenzo Montella si è messo a studiare variare tattiche. A Catania, ennesimo crocevia di una stagione zoppicante ma ancora salvabile, potrebbe tirare fuori l’albero di Natale, il 4-3-2-1. Per dare spazio a entrambi. A Greco: troppe le assenze a centrocampo, troppo forte il dolore all’adduttore destro di Pizarro, vittima di una brutta contusione. A Borriello: sta troppo bene per tenerlo ancora fuori, vale la pena trovare una soluzione per farlo convivere con Totti. E pazienza se così non avrà il capitano al 100%. Sempre meglio che rinunciare alla Champions, no? «L’unico obiettivo che ci è rimasto, non possiamo fallirlo» , avverte Riise. Quindi, giocano Greco e Borriello.
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