(Corriere dello Sport) Carlos Henrique Casemiro è arrivato nel San Paolo quando aveva 11 anni. Adesso ne ha 19 e sabato sera ha conquistato il suo primo titolo mondiale, con la maglia della Seleçao under 20, dimostrandosi uno degli elementi essenziali della squadra guidata dal ct Ney Franco.
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Leader del Brasile “baby”, sa giocare in ogni ruolo
(Corriere dello Sport) Carlos Henrique Casemiro è arrivato nel San Paolo quando aveva 11 anni. Adesso ne ha 19 e sabato sera ha conquistato il suo primo titolo mondiale, con la maglia della Seleçao under 20, dimostrandosi uno degli elementi...
Casemiro è un centrocampista offensivo e nel San Paolo, in prima squadra, ha esordito il 25 luglio 2010, contro il Santos di Neymar e nemmeno un mese dopo, il 15 agosto, ha segnato il suo primo gol nel Brasileirao, contro il Cruzeiro. Propensione offensiva che Casemiro ha confermato anche quest’anno, infatti in 25 partite giocate con il San Paolo è andato a bersaglio in cinque occasioni. Nei Mondiali appena conclusi invece il diciannovenne nato a São José dos Campos, nello stato di San Paolo, nonostante il Brasile, con 18 gol, sia stata la squadra più prolifica del torneo, in sette incontri non è mai riuscito a segnare, ma solo perchè il suo ruolo è cambiato, anzi si può usare il plurale perchè il giocatore che piace alla Roma ha dimostrato di potersi muovere in qualsiasi parte del campo. Solo in porta non è stato impiegato, per il resto Casemiro si è visto dappertutto e anche nella finale vittoriosa contro il Portogallo, dopo un inizio a centrocampo è stato spostato in difesa. SACRIFICIO -«Nel San Paolo- ha spiegato -stavo attraversando una fase molto buona, segnando gol e facendo gli ultimi passaggi. Nella Seleçao invece ho dovuto assumere una posizione più arretrata». Ma non è un problema per Casemiro che anzi ha dimostrato la sua polivalenza diventando un giocatore insostituibile nel Brasile proprio per la sua capacità di cambiare ruolo nell’arco dei 90 minuti, può partire centrocampista, che poi è il suo ruolo naturale, quindi spostarsi più avanti e diventare attaccante, come ha fatto spesso nel San Paolo (meno ai Mondiali, soprattutto per l’abbondanza di punte) ma anche retrocedere e diventare un difensore, come è successo in Colombia specialmente in due partite, con la Spagna nei quarti e con il Portogallo in finale. «Posso cambiare di posizione, di funzione per aiutare la squadra- ha spiegato Casemiro -non mi interessa il ruolo nel quale mi mette l’allenatore, io voglio sempre dare il meglio di me, come attaccante o come centrocampista oppure come difensore. Qualunque sia la zona del campo dove mi muovo, devo dare una risposta» . SICUREZZA -Ai mondiali under 20 Casemiro ha dato alla sua squadra quella sicurezza che di solito si chiede ai più anziani, ai giocatori più esperti, e il tuttofare del San Paolo non ha fallito un solo incontro, qualunque sia stato il ruolo affidatogli da Ney Franco. «Dopo la Spagna- ha spiegato ancora -il ct mi ha detto che è stata la mia miglior partita ai Mondiali. Era tempo che non giocavo come difensore. Ma credo sia importante per un calciatore sapersi disimpegnare in due, tre, varie funzioni, a un buon livello». Una prestazione, quella fornita ai Mondiali, che lo ha messo nel gruppo che aspira a un posto nell’Olimpica che l’anno prossimo, a Londra, andrà in cerca di una medaglia d’oro che il Brasile, ai Giochi, finora non è mairiuscito a conquistare. ro.z./ecp .
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