rassegna stampa roma

«E’ una Roma senza forza»

(Il Messaggero – M.Ferretti) – C’è anche la partita con il Chievo, verrebbe da dire. Perchè a Trigoria e dintorni a tutto si sta pensando tranne che all’impegno odierno, Olimpico ore 12,30, contro la squadra di Stefano Pioli,...

Redazione

(Il Messaggero - M.Ferretti) - C’è anche la partita con il Chievo, verrebbe da dire. Perchè a Trigoria e dintorni a tutto si sta pensando tranne che all’impegno odierno, Olimpico ore 12,30, contro la squadra di Stefano Pioli, «micro speranza per tentare di agganciare ancora il quarto posto», il pensiero di Vincenzo Montella.

Il presente (passato?) interessa a pochi, e le attenzioni di tutti sono rivolte al futuro, alla Roma che verrà, alla Roma a stelle e strisce. Ma oggi la Roma è terra di nessuno: i vecchi dirigenti non comandano più e i nuovi ancora non comandano, o almeno non lo fanno come loro (e i tifosi) vorrebbero. E la squadra, già in preda a difficoltà di ogni tipo per conto suo, non solo non ha la protezione, il supporto, l’aiuto della dirigenza ma, non essendo comandata, tende a vivere in maniera distaccata sia le sconfitte che le vittorie. La forza di una società, del resto, la fanno i suoi dirigenti che, a loro volta, fanno forte l’allenatore che, di conseguenza, si trova in una condizione di forza nei confronti della squadra. A Trigoria questa catena, oggi, non c’è: ognuno pensa a se stesso, o non può far altro che quello, e alla Roma pensano in pochi. Ecco perchè è fondamentale che la nuova società veda realmente la luce (martedì prossimo dovrebbe esserci l’ufficialità di Walter Sabatini, nuovo ds), perchè adesso ce ne sono paradossalmente due che - però - vanno in direzioni diverse, se non addirittura opposte; ecco perchè le parole di Montella, ieri in conferenza-stampa, non devono sorprendere più di tanto. «Non credo che la Roma sia sull’orlo di un tracollo. Lavoro per dare forza anche morale alla squadra. Io sono solo? Un allenatore è sempre solo, lo insegnano a Coverciano. Chi è presente e chi è con me, sta dando tutto se stesso per seguire una certa direzione. Non voglio dire che abbiamo mille alibi, ma se ci fossero persone legittimate dalla nuova proprietà sicuramente avremmo tutti più forza», le sue parole. Roma in balìa delle onde, in sostanza. Con giocatori aggrediti a sassate, altri contestati e non più sopportati, altri ancora che non vedono l’ora di cambiare aria, con tifosi in attesa di notizie e di campioni e con dirigenti delegittimati. Un quadro desolante. «Io sono molto dispiaciuto per quanto è accaduto a Menez e sono sicuro che lo sia anche la maggior parte dei tifosi della Roma. La mia discussione con lui? Abbiamo un ottimo rapporto e gli dico le cose come le vedo. Può darsi che non ci siamo simpatici, ma sarebbe un grave errore ora colpevolizzare Menez e Vucinic e nasconderci tutti, compreso me, dietro di loro», ancora voce di Montella. E oggi sia Menez che Vucinic dovrebbero giocare dal primo minuto, con Totti lì davanti (Borriello ancora in panchina, ma non per la pesante discussione avuta giovedì con Montella). Il capitano, 204 gol in serie A, va a caccia di Roberto Baggio, 205, e il suo tentativo di impresa è uno dei (pochi) motivi di interesse della partita. Anche se Montella, un po’ per contratto e un po’ perchè realmente lo pensa, invita all’ottimismo. «La cosa più grave sarebbe avere rimpianti per qualcosa che non abbiamo fatto. Noi dobbiamo aver voglia di terminare con orgoglio, con responsabilità per onorare la tifoseria ma soprattutto per onorare noi stessi. E questo non deve venire meno a prescindere dalla posizione di classifica. Qualcosa ancora può accadere», il suo virgolettato. Sarebbe già una cosetta non perdere la quarta partita di fila all’Olimpico. A proposito, per oggi all’ora di pranzo si annuncia uno stadio vuoto o quasi: un po’ per l’andamento lento e triste della squadra, un po’ per l’orario e un po’ (tanto) perchè è la vigilia di Pasqua, ma fino a ieri erano stati venduti meno di sei mila biglietti. Al di là di questo, la sensazione è che molti dei 18 mila abbonati oggi diserteranno o saranno costretti a disertare l’Olimpico e che, quindi, gli spazi vuoti saranno enormi.