rassegna stampa roma

«E Bonimba disse: è il più forte»

(Il Romanista – D.Giannini) – «Ho seguito con attenzione la carriera di Montella fin da quando era un ragazzino». La nuova Roma che riparte da Bologna avrà oggi un osservatore speciale. Della squadra e, in particolar modo,...

Redazione

(Il Romanista - D.Giannini) - «Ho seguito con attenzione la carriera di Montella fin da quando era un ragazzino». La nuova Roma che riparte da Bologna avrà oggi un osservatore speciale. Della squadra e, in particolar modo, dell’allenatore.

Gianfranco De Laurentiis, lo storico giornalista sportivo della Rai, ci racconta perché è così attento alle sorti del nuovo tecnico giallorosso.  «La prima conferma delle capacità di Montella l’ho avuta direttamente da un personaggio importante in assoluto e anche nello specifico di Vincenzo. La persona in questione è Roberto Boninsegna. Parlo della fine del 1992, e ci incontrammo con lui in occasione di una premiazione in Calabria. Prendemmo insieme un aereo all’alba. Stavamo praticamente ancora dormendo tutti e due e cominciammo a parlare di calcio. Lui all’epoca era il selezionatore della nazionale di serie C e Montella, giovanissimo, giocava ad Empoli. Mi disse “tieni d’occhio questo ragazzino, perché è uno veramente forte”. Da quel giorno cominciai a seguire con particolare attenzione la carriera di Montella, che peraltro ben presto conobbero tutti. E ancora oggi mi fa sempre piacere sentire parlare di lui».

Ha le caratteristiche adatte, nonostante la mancanza di esperienza in panchina, per far uscire la Roma dalla crisi?Penso di sì. Anche se trovandoti ad allenare giocatori che sono stati accanto a te in campo, corri sempre il rischio di essere in difficoltà. Mi auguro che non sia così, anche se guardando all’esperienza recentissima di Ferrara, si nota che è successo proprio questo. Tutto sta a gestire i rapporti, e non sarà facile anche se ci sarà il massimo equilibrio sia da parte sua, sia da parte degli altri. Però è difficile gestire i rapporti con gente con le quali hai condiviso la partita o gli allenamenti. Difficile, ma si può fare. Il paragone opposto a quello di Ferrara può essere Guardiola che dalle giovanili è riuscito a vincere al massimo livello. Tra i due paragoni, magari, c’è anche la via di mezzo. E già andrebbe bene.

Ha citato Guardiola e Ferrara. Un regista e un difensore. Montella invece era una grande punta e storicamente gli attaccanti non sono mai stati anche grandi allenatori. E’ difficile che un attaccante di successo poi abbia avuto successo in panchina. Sì, c’è l’eccezione di Cruijff, ma è uno difficilmente inquadrabile anche come posizione incampo. Ma generalmente questa è una verità. Montella è uno che appare anche un po’ introverso.

Caratterialmente secondo lei è adatto a fare l’allenatore in Serie A?Mah, l’introversione dura finché dura... poi quando c’è da gestire una squadra... Già oggi dovrà fare delle scelte. Si parla di un probabile ritorno al modulo spallettiano, al 4-2-3-1. Se a lui piace il 4-2-3-1, va bene. Piace anche a me, ma può essere un assetto rischioso. Poi dipenderà dai giocatori che hai a disposizione e dalla loro predisposizione a fare il lavoro che il 4-2-3-1 richiede. Forse Montella ripartirà da quel modulo perché è quello che questo gruppo conosce a memoria. Sì, ma la memoria ci vuole poco a perderla. Poi è inutile fossilizzarsi troppo sul modulo. Dall’allenatore alla squadra che, dopo l’addio di Ranieri, non ha più alibi. Io non voglio mai credere al fatto che i giocatori fanno la fronda contro l’allenatore, ma è vero che sembrano non starci con la testa. Capisco la sofferenza di chi va in panchina, ma fino a un certo punto. Anche Pato va in panchina col Milan. Poi, però, sfoga la sofferenza con la rabbia in campo. Non bisogna dimenticare che l’interesse della squadra è superiore a quello individuale. Anche perché poi l’interesse collettivo coincide con quello dei singoli.

Se anche la cura Montella dovesse funzionare, dove può arrivare la Roma?La Roma è una squadra al livello di Inter e Milan, a bocce ferme il posto Champions sarebbe ancora alla portata. Anche se le altre camminano. Magari non corrono, ma camminano.

E’ possibile pensare ad un Montella alla guida della Roma anche il prossimo anno? Onestamente ora è impensabile. Non perché Vincenzo non sia bravo, ma per la situazione complessiva in cui si trova la società